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Dillo con un hashtag/Le sfide e le utopie di Lecce 2019

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

20
GIU
2014
Il Salento alla conquista dell’Europa. Entra nel vivo la corsa al titolo di “Capitale della Cultura”. E intanto, facciamoci un selfie
 
Di cosa parliamo quando parliamo di cultura? E’ un concetto, questo, di ampio respiro, eppure scivoloso, se si tenta di delimitarlo attraverso steccati troppo rigidi, o di esemplificarlo sbrigativamente. Perché la parola cultura non identifica semplicemente il patrimonio storico, artistico o ambientale, quanto piuttosto la capacità di una comunità di riempire di senso questa eredità, renderla attuale, viva e rispondente ai bisogni specifici del tessuto urbano. Allo scopo di valorizzare questa seconda accezione del termine, l’Unione Europea ha istituito nel 1985 il titolo di “Capitale della Cultura”, a cui, per l’edizione 2019, concorre Lecce (in tandem con Brindisi). Il capoluogo salentino, che si disputerà l’ambito riconoscimento con Cagliari, Matera, Perugia-Assisi, Ravenna e Siena, negli ultimi mesi ha messo in campo numerose iniziative a sostegno della sua candidatura; a ottobre prossimo una giuria europea decreterà la città vincitrice.
 «Costruire relazioni coltivando la sapienza del confine. È con questo spirito che il territorio di Lecce e Brindisi porta avanti la candidatura, forte della sua storia millenaria di ponte sul Mediterraneo». Il Comitato Lecce 2019 (Comuni di Lecce e Brindisi, Provincia di Lecce, Università del Salento, Camera di Commercio di Lecce e Laboratori Urbani Aperti Creativi) sceglie queste parole per sintetizzare il proprio motto, condiviso anche dai numerosi professionisti e volontari che sono ormai parte integrante di Reinventare Eutopia.  Un nome suggestivo e fortemente evocativo che indica un progetto partecipativo incentrato su otto modelli di crescita: Democratopia, Polistopia, Edutopia, Talentopia, Profitopia, Ecotopia, Esperientopia e Artopia, ispirati a principi come il coinvolgimento democratico e il benessere sociale, l’innovazione in ambito educativo, la valorizzazione del potenziale umano, l’elaborazione di nuovi modelli economici e turistici e l’ecosostenibilità.
Il comitato promotore ha le idee ben chiare sul percorso intrapreso con la candidatura del capoluogo salentino. «Per Lecce2019 reinventarsi vuol dire riconoscersi, cogliere potenzialità, mettere in connessione, saltare la barriera dell’isolamento per attivare tra i cittadini un ciclo continuo di conoscenze, possibilità e modelli di crescita innovativi. Dal tacco dello stivale a rimirar le stelle d’Europa: attraverso la dimensione dell’utopia è possibile ribaltare le prospettive, modificare il nord e il sud magnetico facendo tesoro delle specificità territoriali e delle differenze culturali che sino ad oggi hanno rappresentato la vera ricchezza dell’Europa unita. Si insegna e si impara dal confronto e dal dialogo quotidiano in questo laboratorio di esperienze, che parte da noi per ridisegnare un nuovo concetto di comunità e di Occidente proteso verso il Sud del mondo».
Il fiore all’occhiello di Reinventare Eutopia sono le Zone della Curiosità, spazi urbani che ospitano incontri aperti al pubblico, durante i quali ai cittadini vengono posti quesiti sul rapporto tra le loro città e l’Europa, e sui punti di forza e le criticità riscontrate sul territorio. L’obiettivo è costruire insieme le priorità del capoluogo. Intanto, in questi giorni è iniziata una nuova campagna di comunicazione del progetto, incentrata sull’hashtag #noisiamolecce2019; l’iniziativa punta sui ritratti dei cittadini per accelerare lo slancio frutto di un anno di lavoro sul territorio. Per partecipare è sufficiente inviare una o più foto all’indirizzo di posta elettronica del comitato promotore, corredandole di una didascalia in cui è indicata la città di provenienza e la tipologia di comunità ritratta (famiglia, collettivo, associazione o più semplicemente un gruppo di amici). L’intento è «fare la propria parte, incontrare volti, condividere, emozionarsi e unirsi in un ritratto che diventa territorio da contemplare al pari di un paesaggio, specchio di un processo che privilegia i rapporti personali, lo scambio tra saperi e la sostanza dello stare insieme».
Un progetto come questo è prezioso per le energie che mette in campo, per il sentimento di appartenenza e condivisione che riesce a stimolare e alimentare, con l’auspicio che l’importanza dei vincoli solidaristici tra comunità non venga comunque mai meno, anche quando non si hanno puntati addosso i riflettori di un’importante kermesse internazionale. Perciò, la candidatura di Lecce può costituire un’occasione per l’intero Salento, se si uniranno le forze in vista di un obiettivo comune: esaltare le ricchezze di una terra ora generosa, ora schiva e ritrosa, ma il cui fascino è indiscusso. 
 


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