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Pubblico/privato/Nuove forme di mecenatismo

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

27
GIU
2014
Una singolare esperienza di partenariato tra Comune e Rotary Club: analisi e prospettive del restauro della Porta di S. Stefano a Martina Franca
 
 
Nel panorama attuale sempre più orientato al coinvolgimento di finanziatori privati nel restauro di opere pubbliche - al fine di tutelare l’enorme patrimonio storico artistico italiano - si è concretamente sviluppata anche nella Provincia di Taranto un’esperienza singolare di partenariato pubblico-privato tra il Comune e il Rotary Club di Martina Franca.
L’azione rotariana trova la propria genesi nel 2006, a pochi anni dal nuovo testo unico sui Beni Culturali (il Codice Urbani), che consentiva il coinvolgimento di finanziamenti privati per il recupero di immobili storico-artistici, probabilmente anche a seguito di alcuni drammatici eventi italiani che avevano segnato la fine del XX secolo come il Sisma in Umbria, caratterizzato oltretutto dalle terrificanti immagini del crollo parziale della Basilica di S. Francesco ad Assisi.
Negli ultimi anni si sono sempre più raffinate le possibilità di recepire aiuti privati per ricostruire e/o restaurare i principali manufatti del nostro capitale culturale, originando una serie di esperienze, soprattutto nell’Italia centrale, di grandi restauri artistici e architettonici soprattutto agevolati da fondi elargiti da gruppi di credito e banche locali interessate a questa forma di sponsorizzazione considerata quale forma pubblicitaria di grande appeal.
E’ in questo particolare scenario che nel 2006 il club service martinese ha sviluppato una serie di attività preliminari e propedeutiche a un eventuale intervento di restauro architettonico commissionando ai ricercatori che pochi mesi prima avevano rilevato Castel del Monte (Spin-off AESEI del Politecnico di Bari) l’acquisizione con tecnologia laser scanner dei dati metrici della porta di S. Stefano.
Alla possibilità normativa venivano associate una serie di ulteriori riflessioni; intanto l’impressione che la porta urbica in questione fosse per le sue vicende storiche ignorata e abbandonata al suo degrado dalla comunità cittadina nonostante l’enorme attenzione da parte dei visitatori occasionali.
La porta di origine settecentesca, infatti, era stata oggetto di demolizione e ricostruzione nel Novecento originando problematiche operazioni di riconoscimento delle parti originarie da quelle integrate, causando perciò una sorta di disinteresse nei suoi confronti.
In realtà questa sua particolare condizione storica era interpretata dal Rotary Club Martina Franca come un valore aggiunto, in quanto straordinario e forse unico esempio di anastilosi delle nostre parti oltre a una forma di attaccamento e conservazione della collettività dell’epoca dell’immagine architettonica del manufatto. 
Il Rotary si è ispirato alle esperienze italiane e europee di restauro delle porte urbiche commissionati con un certo agio da molte amministrazioni locali che avevano individuato in questo particolare manufatto, genericamente di ridotte dimensioni, un sostenibile tema d’intervento. 
La più celebre campagna di restauro delle porte urbiche bolognesi fino alle esperienze regionali come le porte urbiche leccesi o quelle della provincia di Taranto (Porta di S. Gennaro in Montemesola) hanno rappresentato per il Rotary un valido modello d’intervento.
Inoltre il restauro della porta principale della città associato a quello del Palazzo Ducale poteva dar vita al recupero dell’intero fronte urbano di Piazza XX settembre.
Arrivando ai giorni nostri accanto al reperimento dei fondi da parte del Rotary, il Comune di Martina Franca recepisce concretamente la volontà di restauro approvando una delibera comunale che consente di operare immediatamente.
Acquisiti i pareri necessari per la determinazione dell’opera, il Club Service rappresentato dal presidente Carlo Inghingolo ha affidato direttamente i lavori alle esperte mani dell’impresa Moire Archeologia Restauri e Costruzioni con la partecipazione del restauratore Maurizio Lorenzoni (reduce dal recente restauro del Petruzzelli di Bari).
Gli interventi di restauro consistono nella pulitura e nel consolidamento delle superfici lapidee che caratterizzano l’intero prospetto di piazza XX Settembre e nel recupero del contro-timpano mistilineo che sormonta l’intero monumento.
Scongiurando ulteriori precipitazioni l’opera dovrà terminare per agosto.
Infine per non perdere il contatto visuale con il manufatto il Rotary Club ha fortemente voluto che fosse installato un telo recante il disegno in scala reale dell’arco (basato su un bozzetto) a copertura dell’intero ponteggio.
L’idea di affidarsi al disegno anziché all’ortofotografia nasce dalla volontà di originare una rappresentazione con cui restituire le ostentazioni volumetriche e l’idea principale dell’architettura privandola del degrado e originando solo apparentemente un paradosso concettuale in cui la parte invisibile del disegno possa svolgere parimenti un ruolo significativo con quella visibile. Infatti con tale immagine non presentando il degrado (reso invisibile), si intende accompagnare l’intero processo di restauro attraverso una forma di mediazione visuale che possa stemperare l’ imbarazzante e consueto passaggio percettivo in cui l’immagine recuperata, se confrontata inevitabilmente con quella degradata, è spesso giudicata eccessivamente artefatta e ripulita poiché visibilmente privata di alcuni aspetti estetici che precedevano il restauro.
In realtà una delle volontà dei lavori è proprio quella di provare  a conservare e tutelare il valore del tempo affidando alla bravura dei restauratori il compito di calibrare il grado di pulitura per preservarne l’immagine finale.
Un’altra ambizione di questo restauro è quella di poter fare chiarezza in maniera scientifica sul riconoscimento delle parti elementari che compongono l’intero complesso architettonico, e distinguere i frammenti originari dalle integrazioni e mappare graficamente un’ ipotesi definitiva di anastilosi della porta.
Continua inoltre anche l’impegno culturale del Rotary che grazie ad un finanziatore martinese (Zaccaria Costruzioni) ha reso possibile in alcuni momenti cruciali, la visione dei lavori attraverso un impianto di video comunicazione, generando quindi un vero e proprio “Cantiere didattico”.
Saranno trasmessi in vari momenti delle settimane le immagini in diretta dal ponteggio di Piazza XX Settembre. L’obiettivo dell’azione rotariana è quello di aggiornare continuamente la collettività e i visitatori occasionali sullo stato dei lavori di restauro.
Il monitor installato ai piedi della Porta, trasmetterà anche  alcune immagini esemplificative dell’azione rotariana oltre a fotografie e testimonianze storiche riguardanti l’arco soprattutto in occasione dei più importanti eventi storici di Martina Franca.
Il restauro, in fondo, inteso non solo quale mero intervento edilizio fine e a se stesso, ma quale momento di valorizzazione di un bene culturale da riscoprire in tutte i suoi aspetti, potrebbe auspicare una nuova stagione di interventi a Martina Franca attraverso nuove forme di mecenatismo al fine di tutelare l’enorme capitale architettonico della nostra città.
 
Architetto, Direttore dei Lavori
Restauro della Porta di S. Stefano
 


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