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L´ILVA DA RILEGGERE

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

10
AGO
2012

"Ora che sono qui, a Taranto, che brilla sui due mari come un gigantesco diamante in frantumi, - mi pare che la cosa mi sia successa in sogno…. Taranto, città perfetta. Viverci è come vivere nell’interno di una conchiglia, di un’ostrica aperta. Qui Taranto nuova, là, gremita, Taranto vecchia, intorno i due mari, e i lungomari”.  Sono parole di Pier Paolo Pasolini, risalgono al 1959, anno nel quale lo scrittore corsaro percorse a bordo di una Fiat 1100 tutta la costa italiana, parole che possiamo rileggere nel suo resoconto di viaggio “La lunga strada di sabbia”. 

Agosto 2012: Taranto non brilla ma brucia. Non è più la città perfetta. E’ la città della morte, delle ferite. E’ una città spaccata, lacerata al bivio salute/lavoro. Una città che all’ombra del “mostro-Ilva” implode, agonizza. Le proteste, le manifestazioni, le attese e le speranze di quanti vorrebbero per Taranto un futuro-altro, sembrano rantoli di una città moribonda, altalenante fra salute e lavoro, in un dondolio ipnotico, che sfibra, addormenta. Placa, come un sedativo che rimuove  il sintomo e non la causa.
A raccontare questa Taranto, oggi, sono in tanti. Nei servizi che seguiranno ascolteremo le loro voci. Non saranno le sole voci degli scrittori, ma anche quelle degli operai, degli ambientalisti, dei tarantini che a Taranto non vivono più, dei giovani che, con un atto di coraggio, virtù che politici e intellettuali dovrebbero coltivare, dall’Ilva si sono licenziati, hanno osato il “salto” e ora si raccontano. 
Intanto, in questa pausa da Extra che per una settimana chiuderà, rivolgiamo l’invito a leggere, o meglio, a rileggere, qualora lo aveste già fatto, alcuni libri di autori pugliesi, dei quali -  come si diceva -  ascolteremo il parere sul “pasticciaccio-Ilva”.
Siamo ben consapevoli che sarebbe ingenuo sperare di trovare  risposte o consolazione  al drammatico problema di Taranto fra le pagine di un romanzo o di un reportage. Quelle elaborate dagli scrittori sono visioni, rappresentazioni fallaci, o perlomeno parziali. Visioni che, tuttavia, possono aiutarci a orientarci nel labirinto nel quale nasciamo, viviamo e moriamo e, soprattutto, a contrastare l’inerzia, il letargo, la chiusura, la rassegnazione. “Nulla ha seminato tanta inquietudine, smosso tanto l’immaginazione e i desideri, come le menzogne della letteratura. Le bugie della letteratura si trasformano in realtà attraverso di noi, lettori trasformati, contaminati da desideri e, a causa della finzione, in perenne discussione con la mediocrità della realtà.” Sono le parole che Mario Vargas Llosa pronunciò in occasione del conferimento del Premio Nobel per  la Letteratura (2010). E’ con questo spirito che vi invitiamo a riprendere i testi di Cosimo Argentina, Vito Bruno, Giancarlo De Cataldo, Mario Desiati, Giuliano Foschini e di altri che da tanti anni raccontano di quell’ILVA e della sua paralizzante imponenza. 
 
 


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