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Enzo Morelli/ Sulla carta da zucchero

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

1
AGO
2014
È proprio lì che sono nati i suoi dipinti, fra ulivi, pietre e papaveri. I paesaggi della natura e dell’anima  di un poeta dell’immagine. La Bellezza rivelata. Emozione, poesia, incanto e arte
 
 
Il Maestro Enzo Morelli è un’artista pugliese di profonda sensibilità artistica, notevole rilevanza compositiva  e profondo valore umano e morale.
Nelle sue opere traspare l’Arte per la Natura, contrassegnata da passione, amore viscerale e legame affettivo per la nostra Puglia. 
Morelli, attraverso il suo amore per la  natura,  lancia un messaggio chiaro; in questo vivere frenetico e spersonalizzato, torniamo a guardare la natura e il nostro territorio con  gli occhi del cuore, con sacralità, con sguardo estatico e colmo di meraviglia, con occhi nuovi capaci di stupore, di tenerezza ed infinita gratitudine verso il grande soffio vitale di madre terra, verso il vento che le dona carezze, il profumo che emana, il silenzio complice che la culla, avvolgendola.
Torniamo ad essere pellegrini, contemplando l’antica Madre Puglia, terra calda, arsa dal sole, abitata da luce, intrecciata di storia e poesia, memoria e legame indissolubile con la nostra mediterraneità…perché Natura è madre, compagna, maestra di vita,  poesia, bellezza  e autenticità.
 
Gentile Maestro Enzo Morelli, come nasce la sua passione per la pittura?
«Da piccolo avevo la mania di scarabocchiare con le matite colorate. Era il tempo in cui i generi alimentari si vendevano sfusi, avvolti nella carta; la carta per avvolgere lo zucchero era bianca e si confaceva perfettamente alle mie esigenze. Me la procuravo sottraendola di nascosto nel negozietto della vecchia Paolina, dove mia madre faceva la spesa. Mi innamorai della pittura osservando il maestro Colella che dipingeva scorci di paesaggi campestri spostandosi con cavalletto e colori.
I miei primi dipinti furono copie di cartoline o di quadri dei grandi maestri del passato».
 
Chi può definirsi oggi artista?
«Oggi come ieri l’artista è colui che riesce a guardare al di là del suo naso, colui che sente forte un’esigenza di liberazione; liberare e liberarsi qualunque sia l’espressione dell’arte; liberare e liberarsi con amore e passione grazie alle proprie idee».
Auguste Rodin sosteneva che l’arte è contemplazione,  è il piacere di uno spirito che penetra la natura e scopre che anch’essa ha un’anima. Come si estrinseca in lei l’atto creativo?
«Dipingo le emozioni che provo: osservando un ulivo, una pietra, un filo d’erba, un fiore, un muretto a secco diroccato, una notte di luna, raggiungo l’essenza della mia anima…filtrando una realtà pretesto».
I suoi  dipinti denotano un forte interesse per il concetto di natura. Lei  vive la natura in modo lirico e contemplativo  e non come semplice incontro tra immagine e  sguardo. Da dove nasce questa  esigenza di esprimere la poesia della natura?
«Natura madre, natura compagna, natura maestra di vita, natura poesia. Dipingo la mia terra, la Murgia, grembo di pietra che racchiude la storia delle nostre radici, Percorro sentieri murgiani ascoltando il silenzio e nel silenzio medito e mi ritrovo; mi meraviglio di fronte ai colori e alla luce del risveglio primaverile, mi emoziono ai grigi e alle foschie dell’inverno, agli ocra dell’autunno invasi di malinconia, compagna nella mia cercata solitudine. Che dire degli ulivi? Una vita parallela: “uomo-ulivo”, “ulivo-uomo” che nelle evanescenze del delta del Po, nelle sue valli, incontra “Erica” che affascina e innamora con i suoi rosa violetto accattivanti e sensuali…abbraccio tra Nord e Sud».
Dipingere è entrare in contatto con l’essenziale e  trovarsi disarmati e faccia a faccia con un grande mistero: la vita nella sua essenza reale, per lei è così?
«La pittura è il mezzo espressivo che più mi è congeniale. Attraverso la pittura condivido la bellezza, una bellezza che si estrinseca in un concetto ad essa affine e parallelo: l’amore. Sono autodidatta, dipingo per amore. Ogni volta che affronto la tela bianca mi macero interiormente. L’opera nasce e si sviluppa nell’anima. E’ il momento della riflessione sul mistero della vita e della morte».
 
Parliamo del suo stile e dell’ideazione. C’è una poetica precisa nelle sue opere?
«La mia poetica: eterno amore per la bellezza, intesa soprattutto come bellezza interiore. Uomo-ulivo che ama, soffre, gioisce, sogna. Ulivo silenzioso, innamorato della vita e del suo mistero: “intreccio di rami, foglie ingiallite e cadenti che fanno posto alle nuove gemme”. Ulivo innamorato di Erica oggetto dei suoi sogni, dei suoi desideri.
L’arte, in tutte le sue forme, si rivolge al cuore dell’uomo e lo aiuta a comunicare amore e rispetto verso ciò che ci circonda, che è natura, che è vita».
 
L’arte è l’espressione intellettuale dell’emozione, è ricerca continua, passione, un dialogo capace di rinnovarsi ad ogni sguardo. L’arte è percepire un istante, cogliere l’attimo magico e fermare nel dipinto questo irripetibile  attimo. Per lei è così? 
«Sì, proprio così. Si tratta di cogliere l’attimo: un fotogramma per fermare un momento, la riflessione su quel momento è l’opera pittorica, intrisa di sentimenti anche contrastanti che rendono ognuna di esse unica e irripetibile: luci, colori, emozioni e soprattutto il silenzio per esprimere il sentimento più grande».
 
 
 


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