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Che artiste/Nozze di cartapesta

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

12
SET
2014
L’arte della cartapesta leccese nelle creazioni di Stefania Guarascio e Antonella Di Vita, madre e figlia, al matrimonio organizzato a Savelletri per la figlia del magnate indiano del ferro
 
La cartapesta è una tradizione  secolare. Lecce ha rappresentato, a partire dall'inizio del Settecento e ancor più nei secoli seguenti, uno dei maggiori centri di produzione della cartapesta e ancora oggi è facile  imbattersi in piccole botteghe artigiane di maestri cartapestai che testimoniano l’arte del bello e della cura dei dettagli  e portano avanti una tradizione che vuole restare fedele all'esperienza dei grandi maestri, che si impara “a bottega”.
Le botteghe raccontano la magica atmosfera della creazione, fatta di  ferri,  colla, manichini impagliati,  carta bigia ricavata da stracci, insomma quella che viene definita arte povera e semplice e che si veste di gusto raffinato, incanto, eleganza, creatività, armonia e sensibilità artistica. Qui, oggetti unici e che profumano d’arte e tradizione prendono forma e vita, diventando creazioni ricche di manualità, lavoro certosino e abili mani che plasmano, modellano, inventano e danno forma ad un sogno. Nei giorni appena trascorsi, l’arte della cartapesta leccese ha avuto una grande visibilità e un giusto riconoscimento grazie a Stefania Guarascio, maestra della cartapesta leccese, e alla figlia,  Antonella Di Vita, una bravissima fashion designer; entrambe sono chiamate a esporre  le proprie magnifiche  creazioni in occasione della cerimonia di  nozze di Ritika e Rohan Metha, organizzata a Fasano da Pramod Agarwala per il matrimonio da favola della figlia del magnate indiano del ferro.
Antonella Di Vita, figlia di Stefania Guarascio,  ha creato accessori moda e abiti-scultura in stoffa con il bustino in cartapesta. Uno di questi abiti è stato indossato da Miss India Italy  2013, Aishwarya Maheshwari; mentre Stefania Guarascio ha esposto alcune statue che rispecchiano le tradizioni e i costumi del nostro territorio, alcune di queste superavano il metro di altezza.
Stefania Guarascio, lei è stata l’unica maestra della cartapesta leccese chiamata ad esporre le proprie creazioni nei giorni che hanno preceduto la cerimonia delle nozze da favola. Quali opere sono state esposte?
«Ho esposto delle statue che rispecchiano le tradizioni e i costumi del nostro territorio, alcune superavano il metro di altezza, come ad esempio una ballerina di pizzica alta un metro e 45, una sirena con coda ricoperta di madreperle che raffigura Leucasia, la sirena fondatrice di Leuca; un suonatore di fisarmonica e un vecchio contadino che si riposa fumando una pipa».
Antonella Di Vita, cosa ha rappresentato essere l’unica esponente della fervida creatività artistica  leccese?
«Poter prendere parte ad un evento cosi prestigioso è stato davvero emozionante e lo è stato ancora di più ricevere complimenti per il mio lavoro da Mr. Rohan in persona, con cui ho avuto il piacere di parlare. Gli ospiti avevano la possibilità di toccare con mano gli abiti-scultura mentre presentavo i vari modelli realizzati con la cartapesta, e ogni abito presentato era sempre accompagnato dallo stupore generale, perché non credevano possibile che la carta si potesse indossare».
Quando e come nasce  la vostra passione per la cartapesta? 
Stefania: «È nata all’età di 14 anni, ho sempre ammirato una bambola in cartapesta che mia nonna aveva sul letto e che non mi era permesso toccarla, così ho deciso di frequentare l’Istituto d’Arte per poter apprendere le tecniche per poterne realizzare una da me, questo è stato l’input per capire che l’arte sarebbe stata la passione della mia vita».
Antonella: «La passione per quest’arte antica è cresciuta con me, sin da bambina ammiravo mia madre creare delle sculture meravigliose con un semplice foglio di carta e mi sembrava quasi una magia. Crescendo, la curiosità mi ha spinta ad ampliare il mio bagaglio artistico e mi sono accorta che di pari passo alla passione per l’arte cresceva in me la passione per la moda e il costume teatrale. Ho frequentato un istituto professionale e dei corsi per la specializzazione delle tecniche di taglio e cucito e unendo le mie due passioni, nel 2008 ho creato il primo abito con corpetto in cartapesta».
 
Quali  sono le varie fasi per realizzare un manufatto  in cartapesta?
«Realizziamo prima la testa, modellando dei volti con fisionomia tipica salentina o con foto, modelliamo il ritratto di una soggetto in particolare, poi  vengono realizzate le mani e i piedi in terracotta. Successivamente i crea lo scheletro con fil di ferro e paglia e dopo aver fissato testa, mani e piedi realizzati in precedenza, si inizia  la vestizione che viene fatta con carta bagnata, con colla di farina (chiamata Ponnula). Dopo l’asciugatura, passiamo dei ferri arroventati per stirare il panneggio e rimuovere eventuali imperfezioni, dopo aver preparato la superficie della carta con un sottile strato di mestica terminiamo il pezzo colorandolo con colori ad olio».
 
I  vostri lavori sono delle vere e proprie opere d’arte. Vi sentite particolarmente legate ad una di queste?
Stefania: «Sono particolarmente legata ad una statua raffigurante mio padre, realizzata  un paio di anni fa, dopo la sua scomparsa, l’ho raffigurato mentre suona la fisarmonica che era solito suonare quando veniva a trovarmi al laboratorio e mi teneva compagnia interi pomeriggi».
 
Antonella: «Creo ogni volta modelli sempre più complessi per mettermi alla prova, per questo sono legata a ognuna delle mie creazioni, perché rappresentano un passo avanti nella mia crescita artistica».
Negli ultimi anni c’è stata  una forte rivalutazione di questa magnifica e antichissima arte, un tempo considerata minore. Lecce è annoverata tra le città dell’arte della cartapesta ed ha un mercato molto ampio. Come  vede il futuro di questa inestimabile arte? 
«L’industrializzazione ha rovinato l’artigianato, siamo abituati a delle produzioni rapide e numerose, cosa che l’artigianato non può offrire perché ha dei tempi di lavorazione da rispettare e ogni passaggio è interamente fatto a mano. La cartapesta, come altri tipi di artigianato sono ormai riservati a un pubblico di nicchia che cerca l’unicità nel pezzo che va ad acquistare. C’è bisogno di una maggiore informazione e promozione a livello nazionale del nostro artigianato, molto spesso il turista non conosce l’ artigianato tipico della città che sta visitando».
 
Ultimamente si assiste ad un avvicinamento  dei ragazzi a questa magnifica arte, è così? Ci sono dei corsi da seguire per chi volesse imparare a lavorare la cartapesta?
«Questa è un tipica arte che si impara “a bottega” perché è un vero e proprio mestiere e richiede molte ore di esperienza: io continuo a imparare ogni giorno pur lavorando da 25 anni questo materiale. Esistono comunque dei corsi per chi volesse avvicinarsi a quest’ arte antica, sia nelle scuole, che dei corsi organizzati da privati o associazioni. Per diversi anni sia io che mia figlia abbiamo insegnato a lavorare la cartapesta anche a dei ragazzi non vedenti e diversamente abili».
 


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