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FURFREE/Quanta sofferenza dietro quella pelliccia

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

26
SET
2014
Il mondo della  moda dice stop alle pellicce in passerella, ma da tempi non sospetti il fashion system pugliese lotta contro gli omicidi vanitosi grazie alla campagna di sensibilizzazione senza fronzoli di Elisabetta Berdori,  patron del  Lecce Fashion Week-end
La settimana della moda fa il giro del mondo e passa da Milano con quello che non ti aspetti. Il Fashion system dice sì alla moda senza pellicce aderendo alla coraggiosa battaglia della LAV (lega antivivisezione) grazie allo Standard Internazionale “Fur Free" (1.) permette in un click di visionare online le circa 300 aziende nel mondo che attraverso l’adesione delle case produttrici ad un programma certificato, hanno deciso di lasciare "fuori la pelliccia" dai loro capi di abbigliamento. Lungimirante e pioniera la stilista Elisabetta Franchi che nel 2012 abbraccia la causa, eliminando dalle sue collezioni anche la lana d’angora, ricavata dal pelo di coniglio che viene letteralmente trucidato per i nostri capricci. Di certo indossare una pelliccia non nasce dal fabbisogno di ripararci dal freddo e dal gelo. Ma senza andare troppo lontano ho raggiunto al telefono la più esperta e conosciuta organizzatrice e fashion talent scout della moda pugliese, Elisabetta Bedori, che ha dato vita all'evento "Lecce Fashion Weekend" (il prossimo tredicesimo appuntamento a fine novembre a Lecce) che, senza peli, è il caso di dirlo, sulla lingua dichiara: «Sono una animalista integralista e vegana. E' un vero orrore quello che l'uomo è capace di fare agli animali, assurdo come si continui ad assassinare gli animali senza tener conto dei loro sentimenti e della loro natura. La sofferenza che gli procura l'uomo è di una crudeltà inaudita. Oggi non è più una questione di sopravvivenza, è vanità, cattiveria, business. Chi indossa pellicce è totalmente indifferente alla sofferenza di un animale, chi allontana il pensiero e fa finta di nulla dimostra una profonda insensibilità, e non è molto diverso da chi spara a un orso o a chi mette delle trappole o a chi spara una dose letale di elettricità a una volpe per sottrarne la pelliccia. So che ciò che dichiaro provocherà in molti reazioni contrarie ma tant'é. Io ho la voce, gli animali innocenti no. Ogni giorno pubblico sui social video molti cruenti di come avvengono queste atrocità. Ho una rabbia dentro per la crudeltà che l'uomo esercita su esseri impossibilitati o incapaci di difendersi. Le persone devono vedere e conoscere come il modo in con cui vengono ammazzati queste povere bestie. La terra e tutta la vita che vi abita non è ad uso e consumo esclusivo dell'uomo. Nasce da qui anche la mia scelta di condurre un'alimentazione vegana, sposando in pieno la scelta del dott.Veronesi, a sua volta vegano (è ormai provato che la carne è cancerogena). Anche per la vita lavorativa ovviamente è coerente con la scelta, infatti, a Lecce Fashion Weekend sfilano collezioni fur free. E sono sempre di più - aggiunge Elisabetta Bedori - gli stilisti che scelgono questa linea etica. Per citarne alcuni: Lorenza Durante di Porto Cesareo, Michele Gaudiomonte di Castellaneta e Annarosa Cardignan di Lecce. Mi auguro che il numero cresca sempre di più».
Per aderire a questa campagna e per fare shopping in maniera consapevole cliccate il http://www.furfreeretailer.com/ e li troverete le aziende "FURFREE", inoltre se volete premiare e vestire il fatto in Puglia, salvate tra i vostri contatti preferiti di facebook Lecce fashion week, e ne vedrete delle belle e vegane.
 


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