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J´adore Italia/Mi chiamavano Lulu

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

3
OTT
2014
Che ci fa una parigina in Italia? Marie si è innamorata del nostro bel paese per caso, al netto dei soliti preconcetti da “pizza, mafia e mandolino”. Sentirla parlare di noi è un piacere. Soprattutto quando racconta una Taranto dimenticata
 
Lei è Marie, 22 anni di Parigi e lavora nella capitale francese in una azienda che si occupa di startup. Marie l’ho conosciuta in vacanza a Nardò (Le), comparsa dal nulla in tarda serata che cercava un posto per dormire; zaino in spalla, poca roba con sè, lo stretto indispensabile e tanto entusiasmo e curiosità. Lo so, è strano per noi italiani, del sud soprattutto, sapere che una ragazza di 22 anni viaggi da sola in tutta tranquillità, che da Parigi sia venuta in Italia a trascorrere le vacanze, visitando da Roma in giù, ostinandosi a imparare l’italiano e riuscendoci benissimo in pochissimo tempo. Marie ha una luce che ho visto in pochi ragazzi della sua età. 
 
Perchè ti piace l'Italia?
«Adoro viaggiare! Conservo sempre un po’ del mio tempo per viaggiare e imparare cose nuove. In Italia sono venuta per la prima volta lo scorso Natale per qualche giorno con mia mamma e me ne sono innamorata; poi ci sono stata due mesi durante l’estate appena trascorsa per apprendere l’italiano e ho già in programma un viaggio in barca a vela per il prossimo mese di dicembre (sorride contenta ndr)» 
 
Raccontami come hai trascorso l'estate, da Roma fino in Puglia. 
«Inizialmente ciò che mi ha spinto ad andare in Italia è stato un libro, il romanzo "Corto Maltese" di Hugo Pratt. Mi sono detta che avrei dovuto assolutamente leggerlo in lingua originale. Ho quindi comprato dei biglietti di aereo per Roma ed è stato come prendere un colpo in testa. Appena arrivata ho partecipato per due settimane a un corso di italiano, poi ho cominciato a cercare lavoro come cameriera per guadagnare un po’ di soldi; ho lavorato in una pizzeria a Trastevere (nella quale gli altri camerieri mi chiamavano Lulu!), poi in un ristorante nel centro di Roma gestito da quattro ragazzi pugliesi! Ricordo che loro avevano due argomenti di conversazione: le ragazze e la Puglia. A furia di parlarne, mi hanno convinta a fare un viaggio nella vostra splendida regione. Sono partita dall'oggi al domani e sono rimasta a Lecce tre giorni, prendendo parte a diverse sagre del luogo: adoro la pizzica! Sono andata in spiagge da sogno, in particolare Porto Selvaggio dove ho incontrato persone molto simpatiche e di là ho visitato una bella parte del Salento (Nardo, Gallipoli, Santa Maria di Leuca, Otranto, Punta Prosciutto e Taranto), oltre alla terra dei trulli (Locorotondo, Alberobello e Martina Franca). Ho terminato con una visita a Matera, uno spettacolo, per poi ritornare a Roma».  
 
E Taranto? Com’è la città dei due mari?
«Per me Taranto è uno dei gioielli della Puglia. Tuttavia la città non era menzionata in nessuno delle mie tre guide di viaggio che portavo con me. Viuzze tortuose che fanno risuonare il rumore dei piatti a mezzogiorno, la gente curiosa che contempla gli spettacoli della strada con benevolenza, i pescatori che aprono i ricci di mare dopo la pesca, Taranto é una felicità per il turista. E poi nell'aria c'è anche un soffio nostalgico, malinconico, di una città che era una volta molto fausta e oggi è abbastanza desertificata. Una miscela unica! Contrariamente alla maggioranza degli italiani, non avevo sentito parlare mai di Taranto, mi era sconosciuta e sono arrivata senza i tradizionali preconcetti legati all'ILVA ; questa è stata la mia fortuna».
 
Tornerai a trovarci quindi? 
«Certamente! Ho ancora tante cose da vedere, da assaggiare. L'Italia è un paese magnifico, diverso, voi italiani avete molta fortuna. Certo, io sono solamente una francese in più che si è innamorata dell'Italia. La mia prossima destinazione la Toscana e Firenze per il calcio historico!».
 
Se potessi rinascere, dove?
«In Andalusia, per imparare il flamenco da bambina».
 


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