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Tutto cambia/Oggi sono io

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

10
OTT
2014
Lui è un uomo intrappolato in un corpo di donna che non ha mai riconosciuto come suo fino a quando non ha deciso di  regalarsi una nuova stagione di vita;  questa è la storia di Michela, diventata Miki, una storia vera narrata nell’ultimo libro di Anna Paola Lacatena, “Resto umano”
 
A partire dalla sua fanciullezza e adolescenza, Michela vive un dramma interiore ed esistenziale  al quale non riesce a dare un nome, ma sente profondamente di non riconoscersi nel genere che la natura le ha attribuito e  questo la porta presto a imboccare strade sbagliate: compagnie pericolose, cocaina, eroina, il carcere e infine la contrazione dell’AIDS.
Le sue prime esperienze sentimentali e sessuali la inducono a respingere gli uomini, sentendo invece una grande attrazione nei confronti dello stesso sesso. Questo è il suo eterno malessere fino a quando le viene diagnosticato un carcinoma maligno all’utero curabile solo con la rimozione dell’organo: quasi una liberazione per Michela, che inizia così il suo percorso per diventare  Miki e, quindi, finalmente se stesso. Grazie all’incontro con una donna, Michela si ritrova ad affrontare un nuovo progetto di vita, infatti dopo anni di aggressività e distruttività nei confronti di se stesso e  degli altri, Miki  riesce, passando attraverso il cambio di identità di genere e un percorso di autoconsapevolezza, a regalarsi una nuova stagione di vita  con la sua compagna.
Oggi Miki è impegnato in ambito sociale e nel riconoscimento dei diritti civili, è Presidente di NPS Puglia, Network Persone Sieropositive.
Una storia vera, intensa, dai tratti forti e decisi, raccontata con la serenità che caratterizza chi è sopravvissuto al peggio e alle tenebre ed è riuscito a vedere la luce della verità e la gioia di essere finalmente se stesso. 
 
Dott.ssa Lacatena, i suoi libri affrontano tematiche sociali molto forti, dalle quali si evince una grande passione per la sua professione e la sua innata capacità di incontrare e conoscere l'Altro senza pregiudizi, stereotipi e bisogno di condannare e sentenziare, conferma?
«La sociologia in cui credo è ermeneutica sociologica; è conoscenza che dona voce a chi spesso non è ascoltato, nel pieno rispetto dell'importanza di elementi come la motivazione, il linguaggio, i significati.
Non si può pensare di studiare l'uomo e le relazioni sociali escludendo, quando non sacrificando del tutto, il fattore umano sull'altare di una presunta scientificità fatta solo di numeri e grafici.
Quanto i nostri interventi, poi, da operatori della sanità possano dirsi efficaci non sta a noi valutarlo ma a chi li riceve, per questo il racconto, la narrativa possono, in molti casi, dire più di tanti studi di coorte, di caso-controllo e trial clinici».
 
Parliamo del suo ultimo romanzo, “Resto Umano”. Miki è un uomo in un corpo di donna con una storia da raccontare: la storia di Michela, diventata Miki. Ci parli brevemente di questa storia, la toccante vicenda di chi riesce ad uscire dal buio interiore, ritrovando la luce.
«"Resto umano" è un'insieme, quasi con passo cinematografico, di sequenze di vita contese tra femminile e maschile. 
Michela non è una bambina dai vestitini colorati e i fermagli tra i capelli, la sua non è un'infanzia felice. Nell'adolescenza il dolore la spinge all'incontro con la droga e il carcere. Non si sente donna, vive come se non lo fosse,  sfidando il pregiudizio in maniera distruttiva nei propri confronti e nei confronti  degli altri.
Le vicende raccontate nel libro "Resto umano" sono la storia di un uomo che non si è rassegnato ad un corpo in cui da subito ha faticato a riconoscersi.
Miki non è un personaggio frutto di fantasia, dove quest'ultima rischierebbe di essere superata per drammaticità dalla realtà; è una persona che non ha saputo né voluto fare finta di niente, inizialmente con tutta la rabbia di cui Michela era capace e successivamente con la consapevolezza di non essere solo questo.
Cancellando il femminile, Miki finalmente può prendersi cura di Michela e di una vita in cui l'Altro non è più oggetto di offesa e predonerie.
Se la redenzione si fa fungibile, il dolore, però, rimane in tutta la sua non surrogabilità sino alla trasformazione in forza propulsiva, impegno civico, responsabilità,  perché i problemi dell'individuo non sono mai un fatto esclusivamente individuale».
 
Una frase che ha mi ha molto colpito è: “La vita è un dono di Dio e su questo nessuno, oggi, potrebbe mai farmi cambiare idea; ma non riesco a credere che quel Padre buono e onnipotente, tra il bianco e il nero non abbia previsto sfumature”. Può darci la sua interpretazione?
«Ascoltando la storia di Miki ho ritrovato nelle sue parole una profonda fede nella vita. Non c'è risentimento né facile autoassoluzione nel suo sentire. Ho ascoltato una persona che crede in un Dio Padre che nella Sua infinita bontà prescinde da categorie umane troppo standardizzate ed escludenti.
Ho condiviso la sua idea e la possibilità, attraverso la conoscenza e l'ascolto, di una società includente. Abbiamo scritto a Papa Francesco inviandogli copia del libro. La sua attenzione e il suo ringraziamento per il dono ricevuto ci ha davvero regalato un'emozione intensa».
 
Di grande importanza sono alcuni personaggi che hanno segnato la vita di Miki e che hanno contribuito alla costruzione di un nuovo progetto di vita: la madre, una suora, la direttrice di un carcere, la sua compagna. Tutte donne che attraverso le diverse sfaccettature dell’Amore e del Bene, hanno deciso di prendersi cura dell’anima di Miki, questo dimostra che nessuno si salva da solo, è così?
«E' straordinario come Miki realizzi la propria autenticità di uomo attraverso il sostegno e l'amore delle donne che hanno segnato la sua vita. Ciascuna a proprio modo ha posto nel suo essere qualcosa che al momento giusto è venuto fuori, consegnandogli la forza di essere se stesso profondamente. Bauman, tra le più importanti voci del panorama sociologico mondiale, ci dice che sarebbe difficile essere capaci d'amore senza che qualcuno ci abbia insegnato a farlo attraverso il suo amarci».
Dopo anni di aggressività e distruttività contro se stesso e con gli altri, Miki riesce, passando attraverso il cambio di identità di genere e un percorso di autoconsapevolezza, a regalarsi una nuova stagione di vita con la sua compagna che per lui ha detto addio a suo marito. 
Qual è lo scopo fondamentale del libro, quale messaggio vuole lasciare a quanti si trovano in condizioni di smarrimento interiore ed esistenziale?
«"Resto umano" non ha la pretesa di giungere a verità assolute. Anzi dalle stesse tenta di sottrarsi. Non ambisce alla formulazione di teorie scientifiche se non nella misura in cui la scienza è tale solo se suscettibile di smentita da parte dell'esperienza.
Non vuole indagare l'eziopatogenesi della tossicodipendenza o della transizione, le quali pur in presenza di centinaia di conferme non renderebbero mai del tutto certa una teoria. 
Vuole far passare l'idea che cambiare si può in qualsiasi situazione e per qualsiasi condotta. La scelta è ciò che ci rende liberi e nella libertà si può essere migliori.
L'augurio al lettore di "Resto umano" è quello di ritrovarsi a fare i conti con la contraddittorietà che sa essere più morale della rigida certezza, con una nuova verifica di alcuni giudizi di valore anche attraverso, come in questo caso, l'esperienza dell'Altro. In fondo non c'è altra via morale che nel continuo rinnovamento». 
 
 
 


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