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Martino Carrieri: Svezia, eccomi

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

16
MAR
2012

 

Parte dal Comune di Lizzano la proposta: è pugliese uno dei candidati al Premio Nobel per la pace 2012
 
Il Premio Nobel per il mantenimento della pace trae origine dal testamento di Alfred Nobel del 1895.  Il 1901 è l’anno della prima consegna ma è solo nel 1907 che viene assegnato all’italiano Ernesto Teodoro Moneta (Presidente dell’Unione Lombarda per la Pace) insieme al francese Louis Renault (professore di diritto internazionale alla Sorbona). Quest’anno candidato al Premio Nobel per la pace 2012 è il pugliese Martino Carrieri, classe 1951. Diplomato all’Istituto d’Arte di Grottaglie, dopo aver frequentato l’Accademia delle Belle Arti, si è dedicato all’insegnamento. Dal 1979 al 1990 è stato Direttore Artistico della Provincia di Taranto. Lo incontriamo per saperne di più…
Dottor Carrieri, da 30 anni si occupa di pace, ci racconti un po’…
«Abbiamo iniziato con l’”Associazione San Pietro sul Mar Piccolo” voluta da Gennaro Pasanisi, proprietario della Masseria omonima.  Morto Pasanisi ho continuato con altre due: “Fondo 1% per lo Sviluppo” interno alla FAO e “Terzo capitale” che poi è il titolo di un mio libro approvato dalla Banca d’Italia. Ho avuto grandi frequentazioni con Antonio Fazio quando era Governatore. Attualmente queste due realtà sono confluite in una grande fondazione di cui sono il Presidente, che è l’”Istituto Internazionale per la Cultura della Pace e il nuovo Sviluppo”. Ci inseriamo nel processo storico come istituto nuovo, che non ha precedenti. Possiamo dire che apparteniamo proprio ad una nuova dimensione.»
Tra l’altro lei ha scritto moltissimi libri, non solo “Il terzo capitale”…
«Sì, a titolo d’esempio cito due opere per la RAI: “Maria D’Enghien” ed “Isabella Morra”. Ho scritto anche un libro sul Beato Giovanni XXIII, che quest’anno potrebbe finalmente essere santificato.»
Tornando al Nobel, com’è arrivato a questo importante traguardo?
«Il comune di Lizzano sei anni fa volendo pubblicizzare il suo Museo della Paleontologia, ha pubblicato il mio libro “Sulla cultura della pace” che raccoglieva 24 anni di esperienza appunto nel settore della pace e dello sviluppo. E ha fatto una delibera comunale con cui proponeva la mia candidatura al Premio Nobel per la pace. Quest’anno la delibera è stata ufficializzata dal Centro Universitario Jonico e dal professor Pio Rasulo. Ed eccomi qui.»
Cosa pensa del fatto che l’Italia si sia distinta solo una volta in 110 anni di storia del Premio?
«Bisogna ammettere che siamo stati proprio sfortunati. Aldo Capitini per esempio lo meritava per la Marcia della Pace di Assisi. Danilo Dolci altrettanto. Ha combattuto la mafia costruendo le scuole. Ma poi accettò il premio “Lenin” che lo condizionò politicamente facendogli perdere appunto il premio Nobel.»
Nell’epoca attuale caratterizzata da guerre e conflitti internazionali di ogni tipo, secondo lei Professore, c’è ancora posto per la pace?
«Personalmente sono sempre in disaccordo con le iniziative internazionali finalizzate a dichiarare guerra. Bisognerebbe dar spazio al dialogo e intavolare sempre e comunque trattative di pace. Sono convinto comunque che in ciascuno di noi ci sia posto per la pace. Ogni volta che sta per scoppiare una guerra, le piazze di tutto il mondo si riempiono di centinaia di migliaia di persone che protestano. Ma che purtroppo non riescono a fermare la guerra. Sono condannate a perdere il braccio di ferro contro gli interessi economici che si celano dietro la guerra stessa (si pensi all’Iraq,  all’Afghanistan…). Bisognerà lottare perché in futuro il capitale finanziario della cultura e della pace sia nettamente superiore a quello della guerra. Cominciare a sottrarre fondi alla difesa in Italia per investire nel sociale è già comunque un primo passo avanti. Finora il Nobel è stato dato non solo ai missionari ma anche agli economisti, e questo proprio perché l’economia ha un ruolo importante nella costruzione della pace. E non dimentichiamo che fino allo scorso anno è stato fondamentale l’appoggio dei governi per arrivare al sospirato traguardo! Quest’anno però, per la prima volta, entra in gioco internet: al posto dell’appoggio dei governi, l’appoggio della gente comune.»
Entro il 31 marzo è possibile sostenere la sua nomination. Cosa si deve fare concretamente?
«Basta accedere al link creato da Annarita Faggioni  http://www.ilpiacerediscrivere.it/un-italiano-al-nobel-per-la-pace/. Dopo aver letto le informazioni relative alla mia candidatura, si spiega chiaramente come procedere per sostenerla. Occorrerà semplicemente inviare un’e-mail alla segreteria del Premio Nobel postmaster@nobel.no  con questo testo - in italiano o in inglese – “A “The Norwergian Nobel Commitee” - Io sottoscritto [Nome-Cognome] sostengo la nomination del Prof. Martino Carrieri (nato a Taranto nel 1951) al premio Nobel per la Pace 2012, per i suoi meriti innegabili acquisiti in 30 anni di attività, e per le sue teorie innovative, come è spiegato nel sito http://www.martinocarrieri.it/”.» 
E dopo il 31 marzo cosa accadrà?
«Mi auguro logicamente di rientrare nel gruppo ristrettissimo da cui uscirà il vincitore. Dal 1° aprile abbiamo bisogno di una cifra molto alta perché dobbiamo iniziare a costruire il “Centro Planetario Gennaro Pasanisi per la Cultura della Pace”,  dallo stesso Pasanisi fortemente voluto - di cui abbiamo già la piantina - che rappresenterà l’individuo e non gli Stati, e sorgerà nella zona della Masseria S. Pietro. E poi abbiamo in programma il “Museo Fero Carletti per la Cultura della Pace”. Porterà il nome di quest’uomo che va nelle zone di guerra a raccogliere il metallo che residua dalle azioni belliche e lo utilizza per ricavarne sculture di pace. Da aprile a novembre insomma, avremo otto mesi a disposizione per dimostrare con i fatti la concretizzazione dei nostri progetti.»
E tra i vostri obiettivi c’è addirittura l’abbattimento del debito pubblico italiano…
«Sì, esiste concretamente la possibilità di abbatterlo. Abbiamo redatto un progetto  di 16 pagine. La prima parte l’abbiamo inviata al Presidente Napolitano, ed è risultata interessante. Abbiamo in mente di puntare al turismo per il raggiungimento del benessere economico. D’altronde il turismo appartiene all’economia di pace. Dopo il 31 marzo realizzeremo a Castellaneta Marina gli “Stati Generali del Turismo Jonico”. Esistono già le strutture necessarie al decollo del progetto, ora dobbiamo preoccuparci di richiamare turisti. E intendiamo puntare non soltanto a quelli tradizionali. Siamo consapevoli dell’esistenza di un potenziale di 1 miliardo di turisti che provengono da un turismo giovane, non sfruttato, si pensi all’India, alla Cina… Manderemo lì i nostri manager proponendo loro offerte tali da garantirci un anno di turismo da sviluppare su più fronti: religioso, balneare e dei musei…» 



Commenti:

Luigi 12/MAG/2012

Mi auguro che il Nobel per la Pace torni in Italia.

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