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Analisi bioenergetica/ Il male oscuro non fa più paura

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

28
NOV
2014
Ci si sente «come un pneumatico sgonfio». È la depressione, malattia dall’altissimo costo sociale. Ne parliamo con la psicologa e psicoterapeuta specialista in analisi bioenergetica Maria Bruno
 
 
Per alcuni approcci psicologici è fondamentale puntare  l'attenzione sulla persona portatrice di disagio psico-emotivo in senso olistico (olos, dal greco “tutto intero”) ossia come integrità di psiche e corpo, perché è proprio lì, tra corpo e psiche, che la sofferenza cerca accoglienza e riconoscimento: questo dimostra che il rapporto armonico mente-corpo è fondamentale per il benessere psicofisico. Dottoressa Bruno, alla luce di tale considerazione, può dirci come la psiche è connessa con il corpo fisico?
 
 
«Tra il corpo e la psiche, come in un limbo, le emozioni cercano accoglienza e riconoscimento... queste parole incarnano bene la scoperta, o riscoperta, della persona nella sua totalità, l'essere anche corpo e non solo testa.  La patologia, la sofferenza, le emozioni sospese... restano incagliate, proprio come in un limbo, in attesa di essere accolte, riconosciute, espresse e "trasformate". La sospensione nel limbo psico-corporeo può comprendersi poichè il nostro corpo può esprimersi o reprimersi attraverso la sua muscolatura ed il tipo di movimento che compie, ma non solo attraverso questo. Le ricerche sullo stress ad opera di Selye nel 1936, hanno gradualmente condotto alle attuali ricerche in campo di neuroscienze e in particolare della PNEI (Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia). La ricercatrice del NIMH, scopritrice delle endorfine e dei neuropeptidi, Candace Pert, sostiene infatti che “bisogna parlare di mente-corpo come di un’unica entità integrata”. Oggi è scientificamente provato come occorre finalmente “abbandonare lo sguardo dell’anatomista che, da secoli, taglia e separa l’organismo umano in compartimenti, edificando discipline scientifiche e pratiche cliniche non comunicanti tra loro. […] Si sono identificati i collegamenti tra cervello, sistema endocrino e sistema immunitario […]. Adesso i canali di collegamento tra psiche e soma e le molecole mediatrici di questo rapporto (neuropeptidi) sono state identificate.” (tratto da Psiconeuroendocrinoimmunologia, Bottacioli F.). Pertanto, come ancora sostiene la ricercatrice Candace Pert: “I neuropeptidi sono come pensieri trasformati in materia.” (tratto da Molecole di Emozioni, Pert, C.). In tale ottica olistica, la PNEI si correla alla psicoterapia psico-corporea in qualità di integrazione tra medicina e psicologia, attraverso un modello mente-corpo in cui la persona è l'insieme dei suoi processi psichici, nervosi, endocrinologici, immunologici. I nostri pensieri, le nostre emozioni e i nostri comportamenti interagiscono continuamente con le cellule e i tessuti del nostro corpo, influenzando così il nostro sistema energetico e contribuendo al malessere o al benessere, contribuendo alla malattia o alla salute. 
L'esempio più immediato del rapporto corpo-psiche è dato dalle nostre emozioni. Quando ad esempio siamo arrabbiati o ci sentiamo feriti o ancora ci sentiamo ansiosi o impauriti, iniziamo a esprimere queste emozioni con tutta la nostra persona e la nostra modalità più immediata di espressione di tali emozioni è la contrazione muscolare di alcuni segmenti corporei. A volte, queste contrazioni possono cronicizzarsi nella persona e quindi la  contrazione muscolare può esprimere la non espressione di una emozione o comunque il vissuto della persona stessa. Ognuno di noi porta nel proprio corpo la propria storia di vita. 
L'Analisi Bioenergetica lavora sul rapporto corpo - personalità e pertanto sulla liberazione dell'energia imprigionata nelle tensioni muscolari come espressione di sentimenti repressi; per tal motivo ogni espressione fisica del proprio corpo assume un significato nella storia della  persona. La rigidità fisica va ad interferire e prevenire una risposta unitaria alle situazioni (De Marchi, Lo Iacono, Parsi, 2006). La quantità di energia che un individuo impiega e il modo in cui la impiega determina necessariamente la sua personalità e si riflette in essa. Questo rapporto è chiaro nella persona con disturbo depressivo, dato che la depressione si osserva e si sente a livello energetico. Studi cinematici dimostrano che la persona sofferente di depressione fa solo la metà dei movimenti spontanei eseguiti normalmente dall’individuo non depresso (Lowen, 1975). In genere la persona ha la sensazione che gli manchi l’energia per muoversi, accade che spesso si lamenta di sentirsi priva di forze senza tuttavia essere stanca. La depressione del livello di energia si manifesta nella diminuzione di tutte le funzioni energetiche della persona. Risultano depressi la respirazione, l’appetito, la pulsione sessuale. Come disse un uomo durante l'ultimo seminario sulla depressione: E' come essere un pneumatico sgonfio! Non si ha più l'energia per sviluppare interessi di alcun tipo».
 
Dottoressa, cos'è la depressione e che rapporto intercorre tra essa e gli eventi della vita? 
«La depressione, come disturbo depressivo primario, è una alterazione dell’umore caratterizzato da un insieme di sintomi cognitivi, comportamentali, somatici, affettivi e relazionali che, nell'insieme, inficiano in maniera lieve o grave il funzionamento individuale e sociale della persona. L'alterazione dell'umore può essere in senso depressivo (caduta del tono dell'umore) oppure in senso maniacale (umore esageratamente euforico), determinando così stati depressivi unipolari e bipolari. Nel seminario ho focalizzato l'attenzione sulla Depressione Unipolare e in particolare sull'Episodio Depressivo, sul Disturbo Depressivo Minore e Maggiore. Occore tener presenti alcuni  campanelli di allarme:
umore depresso per la maggior parte del giorno;
marcata diminuzione d'interesse per le attività quotidiane (alzarsi da letto, lavarsi, andare a lavoro ecc.);
significativa perdita o aumento di peso, oppure perdita dell'appetito;
insonnia o ipersonnia (difficoltà nell'addormentarsi, difficoltà nel riaddormentarsi, svegliarsi insolitamente presto al mattino ecc.)
agitazione o rallentamento psicomotorio;
riduzione dell'energia, faticabilità (ad es.è più faticoso svolgere attività quotidiane);
sentimenti di autosvalutazione o colpa eccessivi o inappropriati (a volte possono raggiungere anche dimensioni deliranti);
ridotta capacità di pensare e concentrarsi o indecisione (a volte possono esservi disturbi della memoria);
pensieri ricorrenti di morte, ideazione suicidaria o tentativi di suicidio.
A volte non si è consapevoli dell'umore depresso o triste e ci si può lamentare di diffuse algie, sintomi fisici e dolori corporei. La depressione mascherata infatti ha come canale espressivo il corpo. La persona può anche sperimentare maggiore  irritabilità per cose di poco conto. Questa alterazione dell'umore è in stretta connessione con alcuni eventi della vita che potrebbero comportare un significativo rischio di depressione: perdita di persone amate e significative, perdita del lavoro o trasferimenti, cambiamenti di ruolo e posizione (pensionamento o cambiamenti nel lavoro o in famiglia), conflitti, difficoltà economiche o  super-lavoro, mancanza di supporto sociale, professioni d'aiuto (ad es.: assistenza ai malati). Tuttavia tale correlazione con gli eventi della vita non è la sola a essere causa, o concausa, dello stato depressivo poichè le sue origini sono multifattoriali (fattori genetici, biologici, evolutivi, tratti caratteriali, stili di vita, eventi della vita precoci o prossimi)».
 
Come riconoscere una depressione vera rispetto a un semplice periodo 'no'?
«La depressione ha alcuni campanelli d'allarme specifici, i quali differenziano la depressione dal "periodo no" o dalla tristezza che possiamo vivere in seguito a un evento. La tristezza infatti è una emozione naturale, che noi tutti abbiamo il bisogno di vivere e di esprimere nella nostra vita. La differenza tra tristezza e depressione consiste nell'adeguatezza, nella durata e nell'intensità con cui si vive questa emozione. Se il periodo di tristezza si protrae per molti giorni e settimane, ci si ritira pian piano dalla vita sociale, si fanno le cose quotidiane con maggiore fatica e questo stato interferisce nella nostra vita in maniera significativa, allora la nostra tristezza sta divenendo disfunzionale. Questo stato potrebbe essere indicatore di un possibile episodio depressivo. Ma è bene non fare pseudodiagnosi fai-da-te, per evitare ulteriori complicanze. Occorre rivolgersi al proprio medico di fiducia o allo specialista esperto nella problematica».
Lo scatenarsi della sofferenza depressiva non ha quasi mai una sola causa: fattori psichici, emotivi, sociali concorrono alla nascita di questo malessere profondo, a volte difficile da riconoscere. Quali consigli darebbe a chi manifesta i primi sintomi?
«Nel momento in cui si riconoscono i primi campanelli d'allarme (in se stessi o in chi ci sta vicino) è bene rivolgersi al proprio medico di fiducia o direttamente agli specialisti ovvero psicologi, psicoterapeuti, psichiatri e neurologi. Spesso la società, soprattutto nei piccoli paesi, tende a giudicare "pazzo" chi si rivolge ad uno specialista della psiche. Ed è questo il motivo principale dei miei seminari e convegni che organizzo periodicamente nella nostra provincia jonica: informare e sensibilizzare. Perché informando e sensibilizzando gli animi e le menti è possibile anche poter prevenire alcuni disagi psico-emotivi. Le possibilità di recupero psico-socio-corporeo sono molto buone, soprattutto se lo stato depressivo è trattato sin dai primi campanelli d'allarme». 
Il "Male Oscuro" non conosce discriminazioni, tuttavia da ciò che  appare dalle statistiche, sono più numerose le donne che soffrono di depressione rispetto agli uomini, secondo lei è così?
«Sì, per le donne il rischio di sviluppare, nel corso della vita, il disturbo depressivo maggiore è più alto. Varia dal 10% al 25% per le donne e dal 5% al 12% per gli uomini, in campioni di comunità, mentre gli indici di prevalenza stimati negli adulti in campioni di comunità variano dal 5% al 9% per le donne e dal 2% al 3% per gli uomini, senza apparenti differenze per etnia, educazione, reddito o stato coniugale (APA, 2001). Le differenze di genere possono essere legate a fattori ormonali, basti pensare alla depressione adolescenziale o in menopausa, ma ritengo importante soffermarmi sulla fisiologica e culturale differenza tra uomo e donna. Tendenzialmente le donne, rispetto agli uomini, esprimono diversamente la sofferenza psico-emotiva, ricercando maggiormente aiuto. L'uomo invece tende a somatizzare maggiormente e ad esprimere la sofferenza psico-emotiva "scegliendo inconsapevolmente" altre vie (somatizzazione), forse maggiormente accettabili socialmente. Sarebbe interessante a tal proposito poter sentire l'opinione delle donne e degli uomini in relazione al loro rapporto con le proprie emozioni».
 
Ormai atavica, la polemica tra corpo e psiche anche quando si parla di guarigione dalla depressione. Alcuni sostengono che soprattutto attraverso i farmaci si possa trovare una reale via di guarigione, altri difendono a spade tratta l’utilità della psicoterapia e attaccano l’efficacia farmacologica, ma parlare di queste divisioni appare anacronistico.Quali sono i rimedi per chi soffre di depressione?
«Il Disturbo depressivo, essendo una alterazione dell’umore caratterizzato quindi da un insieme di sintomi cognitivi, comportamentali, somatici, affettivi e relazionali, può influenzare in maniera lieve o grave il funzionamento individuale e sociale della persona. Nelle depressioni lievi, la psicoterapia potrebbe esser sufficiente per risvegliare le energie vitali della persona. Ogni storia di vita è a sé, pertanto ciò che esprimo non sostituisce il parere del medico o specialista di fiducia di alcuna persona. Nella depressione moderata e grave invece ritengo sia importante l'integrazione tra psicoterapia e farmacoterapia, poichè la depressione è caratterizzata anche da una disregolazione neurotrasmettitoriale, la quale soprattutto nelle depressioni gravi deve essere necessariamente regolata per poter poi intraprendere un percorso di psicoterapia.  Il ristagno delle energie vitali del proprio corpo, come in una sorta di collasso energetico interno, necessita di essere ricanalizzato fluidamente in tutto il corpo, ed in tal senso il trattamento psicoterapico è orientato al sostegno psicologico e al successivo "sblocco" di quelle energie emotive profonde e ristagnate che limitano seriamente la possibilità di sperimentare il piacere e la gioia di vivere. Lavorando con la persona in senso olistico ed integrato, è possibile poter agire sia a livello verbale, sia a livello corporeo ed emotivo. E data la nostra neuroplasticità,  tutto in noi può cambiare perchè tutto è in trasformazione e in continuo divenire!».
 


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