MENU

Mamma e papà/Nel rispetto dei ruoli

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

5
DIC
2014
Nel momento storico di maggiore crisi  della struttura familiare tradizionale, lo psicologo Felice Tursi ci racconta la genitorialità dal concepimento fino alla fase di separazione-individuazione del bambino
 
 
La famiglia della società contemporanea è sempre più  distante ideologicamente e strutturalmente dalla tradizione culturale, comportando una trasformazione delle relazioni di genere, infatti  i ruoli materni e paterni, spesso non sono così distinti e caratterizzanti.Molto spesso chi opera nell’ambito della psicologia infantile e  adolescenziale, legge nel disagio dei bambini e dei ragazzi questa crisi dei ruoli. Risulta pertanto importante un intervento sul sistema famiglia che comprenda un sostegno alla genitorialità e una chiara distinzione dei ruoli.
 
Cosa succede quando la coppia si apre alla genitorialità e accoglie un figlio? Come cambiano le dinamiche interne? 
«Domanda molto importante.  Innanzi tutto per la crescita sana e sufficientemente serena del bambino e dell’intera famiglia bisogna spostare l’attenzione dal momento della nascita al momento del “concepimento”. Parlo del momento del concepimento perché le neuroscienze e le ricerche psicoanalitiche dimostrano che la psiche del bambino si forma nella “relazione”, e il feto in utero è già in relazione con la mamma e attraverso essa con il padre. Il periodo della gestazione non è una magia tutta fisiologica, ma anche psicologica. I nove mesi servono non solo per far crescere  l’embrione e trasformarlo in feto e poi neonato, ma anche a trasformare una coppia che si ama  in coppia genitoriale. Il grado di vitalità e di amore reciproco, la possibilità da parte della mamma di potersi “appoggiare” e sentirsi “protetta” dal proprio partner e liberata via via da una serie di incombenze materiali,  permettono alla mamma di “sintonizzarsi” sempre più sul figlio in grembo. “Sentirlo muovere” o “non sentirlo muovere”, per esempio muoverà nella mamma una serie di fantasie che la informeranno sul suo stato. L’umore della mamma stessa influirà sulla vitalità del piccolo attraverso il carico ormonale presente nel sangue materno che è in comune con la mamma, così come dal ritmo del cuore e dalle peristalsi dell’intestino. La mamma come il papà inevitabilmente cominceranno ad immaginarselo e se concepito in un momento propizio anche a desiderare di sentirlo crescere e progredire e di vederlo nascere per “ri-conoscerlo”. Mi  è capitato di raccogliere ascoltando le mamme dei miei piccoli pazienti, un collegamento  tra  questa curiosità di conoscerlo e un travaglio meno lungo e doloroso. Ci tengo a sottolineare l’importanza del parto naturale sul piano psicologico sia per la mamma che si vive il momento dello “svuotamento” potendolo collegare a un’esperienza reale, sia per  il nascituro che “sentendosi stretto comincerà a puntare i piedi per collaborare e uscire da quella situazione”.  Inoltre il passaggio attraverso il canale del parto attiverà fisiologicamente il respiro, gli darà aria, gli darà il soffio per entrare al mondo e gli farà vivere implicitamente un’esperienza sensoriale  profonda per cui da un cambiamento catastrofico e potenzialmente mortale si può ri-nascere a vita  nuova. Sarebbe interessante effettuare una ricerca sulla correlazione tra tratti passivi di personalità e nascita tramite parto cesareo». 
La nascita dicevamo è il momento del “ri-conoscimento”.  Sia la mamma che il papà hanno questo senso di riconoscerlo come proprio figlio. Lo si vede da come fanno la gara a cercare tratti somatici di appartenenza all’uno o all’altro. 
«La nascita e i primi momenti di vita sono un situazione emotiva fondante la psiche del bambino poiché pone le basi per la movimentazione spontanea delle parti del Sé e dell’Io. Per spiegarmi meglio dobbiamo assolutamente smontare la metafora del bambino vaso vuoto o del bambino computer che dobbiamo riempire di informazioni. Il bambino non nasce vuoto. Nasce con potenzialità, e potenzialità immediatamente sue creative, con  caratteristiche individuali che se “ri-conosciute” e sostenute si trasformeranno, sviluppandosi e integrandosi, in un senso fondamentale di “IO ESISTO”, “IO SONO”,  e di “FIDUCIA DI BASE” per cui la vita merita di essere vissuta. Questa  è una fase seria anche per la mamma e la coppia intera. La mamma non può farcela da sola, è spesso spossata e stanca per il parto, per lo sconvolgimento dato dal cambiamento fisico e psichico, la fase in cui la mamma soprattutto se primipara si  metterà alla prova. Questo è il momento in cui le mamme vanno sostenute a sentirsi naturalmente adeguate a riconoscere i bisogni vitali del loro figlioletto. Il sentire della mamma dovrebbe essere sostenuto e protetto, e non “sostituito” da chi già è mamma e presume di sapere, perché ogni relazione è una relazione a sè. 
Mi fermerei qui, perché l’argomento è ampio e affascinante, aggiungo solo che in questa fase si originano le basi serene o disturbate per la personalità e la mente dell’individuo». 
  
Essere genitore è un compito estremamente complesso, che coinvolge, oltre alle caratteristiche personali del genitore e le sue competenze relazionali e sociali, anche le sue capacità di rispondere ai bisogni del figlio in modo da garantire il suo sviluppo psichico, fisico, affettivo e sociale. Le figure genitoriali ricoprono pertanto un’importanza fondamentale per la crescita dei figli e per una loro sana e matura formazione sul piano psicologico, sociale ed emotivo. Quando la genitorialità  può definirsi "sana"? 
«Direi quando riesce a “vedere il figlio” portatore di una sua spontaneità e “potenzialità in crescita” e a non soffocarlo con i propri “sogni” e con i propri “bisogni”. 
I primi momenti di vita del neonato sono caratterizzati da una vita relazionale sensoriale e fantasmatica. Il neonato si muove in un tumulto indifferenziato da cui ogni tanto si accende un qualcosa che cerca un qualcos’altro,  è la mamma che da “senso” a quel movimento definendolo in un bisogno. E’ la mamma che ha l’arduo compito di comprendere perché il figlio piange, il perché non mangia, non dorme, perché non digerisce. 
La nostra cultura medicalizzata e iper-scientifica  non dà  valenza di “comunicazione” ai movimenti sensoriali del bambino e capacità recettive all’intuito e alla sensibilità della madre. Questo spesso spiazza la mamma e inficia il rapporto madre –bambino. Se la mamma  sarà  serena e possibilitata a identificarsi con il proprio “sentire”, intuirà i bisogni del bambino dando loro non solo risposta fisiologica, ma anche un nome in una modalità relazionale calda e accogliente. Questo abbraccio e contatto emotivo, mentre la mamma “sogna” e dà un nome agli accadimenti sensoriali e fantastici del bambino, pone le basi per il l’immaginazione, il linguaggio e il pensiero». 
 
Oggi possiamo   parlare di genitorialità in-competente, caratterizzata da soggetti incapaci di ricoprire tali ruoli, confusi, privi di sicurezza, inadeguati di fronte alle responsabilità dell'educare, incapaci di dire "NO"; caratteristiche che aggravano le fragilità delle nuove generazioni di bambini e adolescenti. Secondo lei, perché i genitori di oggi non sono più in grado di educare ed essere modello di riferimento per i propri figli? 
«Diciamo genitori offuscati da mille problematiche, che “non sanno di essere competenti”.  Innanzi tutto che per arrivare al “NO”, e soprattutto perché abbia effetto è necessario che ci sia stato un buon “SI” che lo preceda. Ovvero la sufficientemente  buona fase di “sintonizzazione e significazione “ ai movimenti sensoriali del bambino di cui parlavamo prima  forma le basi di una serenità di fondo e di una fiducia di base nella relazione con l’Altro, di un “credito” di base che  bambino grazie al loro aiuto ha costruito a vantaggio dei suoi  genitori. 
La fase di separazione-individuazione inizia con lo svezzamento. Solo se con il figlio si è costruito un buon rapporto di comunicazione e fiducia iniziale sarà  possibile cominciare a “svezzarlo”. Anche sul piano psicologico se prima non c’è il “dolce” , non si può passare al “salato” e men che mai “all’amaro”.  
La  mente del neonato e del bambino (e non solo a volte) non è particolarmente propensa al “salato”. Il neonato  è dominato, come ci ha insegnato Freud, dal principio di piacere, si aspetta ciò che  è piacere e lo vuole subito. Evita in genere ciò che  gli dà dispiacere, e solo in nome della fiducia costruita con la madre accetta la “legge del padre”, e solo se però tale legge contiene una frustrazione ottimale nel senso di  sopportabile e non traumatizzante. 
Va spesa però una parola per la cosiddetta fase del “NO” che in genera si sviluppo intorno ai 3-4  anni. È una fase delicata in cui il NO indica la “nascita psicologica” del bambino. La presa di consapevolezza di un sé differenziato da quello dell’Altro. In questa fase il No del bambino e le sfide che lancia svegliano il “No” del genitore, che in questa fase dovrebbe avere un ruolo “protettivo” ma non “castrante”. 
La nostra società spinge per l’individualismo feroce e competitivo e non vede di buon occhio le coppie e soprattutto le donne che “sottraggono” ore di lavoro all’azienda. Sul piano della “cultura degli affetti e della cultura della relazione umana e familiare” l’individuo è lasciato solo.  La coppia genitoriale  è lasciata sola. 
Da questa crisi ne usciamo se cresce la “domanda di consapevolezza”  e secondo me ci sono buoni segnali. Vedasi questa sua generosa intervista». 
 
Un tempo i padri, secondo una rappresentazione collettiva, venivano identificati in coloro che insegnavano a “vivere” e le madri ad “amare”. Oggi rimangono alcuni valori psicologici di base che non sono affatto cambiati per cui il padre è ancora il portatore del "logos" e la madre dell'"eros"? Oppure è cambiata anche la rappresentazione collettiva? 
«Diciamo che per fortuna le cose sono cambiate. Nel senso che sempre più padri si appropriamo, integrano e rivendicano la propria “paternità” e capacità di amare e sempre più madri sentono di doversi realizzare all’esterno della famiglia per stimoli creativi sul Fare solitamente prerogativa maschile. Freud ci ha insegnato che siamo portatori di una “bisessualità”, anche se ne esprimiamo una predominate, ma auspicando una sublimazione e integrazione della parte non espressa. E Winnicott ha parlato di femminilità come “sentire” e maschilità come il “fare”. Io in psicoterapia vedo uomini che vivono meglio recuperando la propria sensibilità e donne che integrando il proprio fare creativo aiutano la società in modo nuovo». 
 
La madre ed il padre, come individui e come immagine interna del bambino, sono le radici con cui ogni individuo dovrà confrontarsi nel suo percorso di vita. Perché i bambini di oggi possano essere uomini e donne "sani e sentimentali" di domani, cosa deve cambiare nel modello  genitoriale? Quali competenze e orientamenti per i genitori? 
«La consapevolezza di Sé, del proprio mondo interno e il riconoscimento e il dialogo con la diversità dell’altro. Questo tipo di assetto permette una vita sentimentale e affettiva ricca sia in famiglia che fuori». 
 
Fondamentale appare ricordare che ciò di cui hanno bisogno i bambini, al di là delle necessità vitali, è un quadro familiare  coerente, con dei modelli stabili e caratterizzato da un rapporto emotivamente significativo, il cui obiettivo sia lo sviluppo armonico della personalità, affinchè la psiche e il carattere dei bambini non subiscano   dei danni causati da un  modello familiare inadeguato, come prevenire tale rischio? 
«E’ necessario non sostituirsi ai figli. Non prevaricare le loro possibilità di risposta. Rispettare i loro tempi e i loro spazi interni ed esterni pur aspettandosi una crescita. I figli dovrebbero sentire una spinta dal basso piuttosto che un macigno morale sulla testa. Il senso del dovere e dell’impegno  è spesso prevaricante sul senso del Sé e del piacere, questo crea una personalità non in armonia con sé e con gli altri. I principi morali (genitori interni) dovrebbero essere da sostegno alla realizzazione ed espressione del Sé in relazione con l’Altro. In genere questo dona il senso a una vita di essere degna di essere vissuta». 
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor