MENU

A ognuno il suo/Fammi un fischio!

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

30
GEN
2015
Come ogni anno l’inizio del Carnevale coincide a Rutigliano con la tradizionale festa dedicata al fischietto, una tradizione viva in tutta la regione pugliese. Non solo  semplici giochini per bambini o graziosi souvenir per turisti, sono oggetti che legano le loro origini ai culti religiosi dell'antichità
 
 
I reperti archeologici ritrovati tra cimeli di civiltà lontane e diverse, come Egitto, Cina, India, Mesopotamia e America Centrale, avvalorano la supposizione che il fischio abbia rappresentato un passaggio obbligato dell'evoluzione culturale e che sia un linguaggio universale in grado di mettere l'uomo in contatto con la natura, poiché imita il canto degli uccelli. 
In Europa il fischietto sembra sia arrivato relativamente tardi, probabilmente con i Greci, i quali realizzavano piccoli oggetti in terracotta che poi sotterravano con le salme dei bambini. D'aspetto sempre più colorato e complesso, l'uso tradizionale del fischietto si associò nel tempo sempre più strettamente a festività e cerimonie, per approdare successivamente nell'ambito della satira. Un legame molto radicato in Puglia, dove è forte la tradizione dei fischietti che raffigurano personaggi ed elementi di vita quotidiana in forma ironica. Una produzione sostenuta dalla ricca presenza nella regione pugliese di cave di argilla rossa per la produzione di terracotta e diffusa soprattutto nei comuni di Grottaglie e Rutigliano.
Come ogni anno puntualmente l’inizio del Carnevale coincide a Rutigliano con la tradizionale festa che i cittadini preparano per il fischietto in terracotta che vanta circa 2500 anni di vita. 
A Grottaglie, la capitale della ceramica, i bravi artigiani ogni anno immettono sul mercato nazionale ed internazionale un elevato quantitativo di fischietti in terracotta che oggi, più che mai, sono ricercati un po’ da tutti per la loro bellezza estetica e perché quella del fischietto è una storia legata a riti e tradizioni che ci consentono di sentirci sempre più legati alle nostre terre.
Dunque, come dicevamo, tra Rutigliano e Grottaglie esiste questa comune passione per il fischetto in terracotta. 
A Taranto era usanza, ma rimane ancora oggi, in occasione della festa del Santo Patrono Cataldo, acquistare ai bimbi il carabiniere in terracotta con il fischietto, ma anche Pulcinella con il coppolone e l’indimenticabile personaggio tipico della Taranto degli anni ’50 “Marc Poll”.
Ma spostiamoci nuovamente a Rutigliano, città di quasi 20 mila abitanti, adagiata sui primi colli della Murgia barese, nota in Italia e nel mondo per la eccellente produzione di pregiati grappoli d’uva da tavola, e per la produzione dei fischetti in terracotta, cotti nelle fornaci e dipinti con colori vivaci. 
Si tratta di tipici manufatti variopinti che riproducono, spesso in forma caricaturale, uomini e animali. Il fischietto di Rutigliano ha il suo momento celebrativo più alto durante la festa di Sant’Antonio Abate che coincide con l’inizio del Carnevale. E’ antica e singolare tradizione in questo giorno donare il fischietto  in una cesta di frutta alla propria amata perché l’amore sia duraturo e prospero. 
La Fiera del fischietto in terracotta, unica nel suo genere in Italia, richiama a Rutigliano migliaia di turisti provenienti anche dall’estero. Sulle bancarelle, oltre ai fischietti, si possono acquistare anche prodotti eno-gastronimici ed assistere a spettacoli itineranti, concerti musicali, dimostrazioni della lavorazione artigianale dell’argilla, tramandata di padre in figlio e visitare il Museo del Fischietto in Terracotta che occupa un’ala di Palazzo San Domenico, un ex convento del XII secolo, ed b espone una collezione di oltre 500 fischietti presenti nelle annuali edizioni del concorso nazionale. 
 
Dal 1989 vi si svolge anche un Concorso nazionale che mette a confronto i migliori figuli delle diverse aree di produzione. In particolare, sempre nutrita e qualitativamente valida la presenza dei “cucari” veneti.
Il primo fischietto rutiglianese rappresentava un gallo, simbolo di virilità. Per questo motivo le ragazze da marito, nel giorno di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, speravano di ricevere un fischietto che aveva sempre la forma di un animale, veniva donato con un cesto di frutta, simbolo di abbondanza ma, soprattutto, prodotto dalla terra coltivata dall’aspirante sposo. Veniva regalato proprio il 17 gennaio perché Sant’Antonio Abate è protettore delle ragazze da marito e degli animali. Ancora oggi questa tradizione permane. 
Durante il Medioevo soltanto a Carnevale era consentito prendere in giro le autorità. E’ per questo motivo che nelle varie forme dei fischietti venivano rappresentati amministratori locali, carabinieri e alti prelati. 
Vedi che ti fa un fischietto.
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor