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Libri/Se i granai non si riempiono

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

13
FEB
2015
I recenti dati ISTAT sul progressivo calo dei lettori, soprattutto al Sud,  ci hanno suggerito di effettuare un’indagine presso la Biblioteca “Isidoro Chirulli” di Martina Franca. Esigui gli investimenti dell’amministrazione comunale sul fronte dell’acquisto, ma c’è un “pollicino sognante” che in silenzio semina libri come antidoto contro ogni apocalittica previsione
 
 
I risultati dell’indagine ISTAT sulla produzione di libri e sulla lettura in Italia, fotografano una realtà che merita riflessioni e proposte. La realtà è la seguente: aumenta la produzione di libri (in Italia si pubblicano 160 libri al giorno)  diminuisce il numero dei lettori.  Attenzione però: ritenere  i due fenomeni concatenati è un luogo comune che rischia di trasformarsi in stereotipo e nuocere all’uno e all’altro. Come stereotipo è considerare il libro e, quindi, la scrittura,  cartacea o digitale, al vertice nella piramide relativa alle forme di diffusione culturale. 
Oggi, comunque,  occupiamoci di libri e lettura. 
A livello nazionale i lettori sono scesi dal 43% del 2013 al 41,4% del 2014. Si è aggravato anche il dato geografico: al nord legge il 48% e al Sud il 29,4%. E fra le famiglie più sprovviste di libri vi sono quelle pugliesi. Nella nostra Regione, infatti, il 17,9% delle famiglie non possiede neppure un libro e il 70,8% nel 2014 non  ne ha letto alcuno. 
Sono stati questi dati a suggerirci di recarci nella Biblioteca “Isidoro Chirulli” di Martina Franca. Le biblioteche rappresentano una risorsa per il territorio, non solo perché “conservando” i  testi li rendono fruibili a un’utenza più ampia,  ma anche perché contribuiscono a delineare i contorni dell’immaginario degli utenti di quello spazio e la visione sul mondo. La biblioteca, infatti, intesa come luogo di raccolta di una pluralità di libri, ognuno dei quali con la sua verità e il suo valore, aiuta a fornire  il “profilo ideale” della comunità nella quale è ospitata, ed è espressione di scelte,  gusti, interessi, specifiche vocazioni territoriali. Parafrasando un noto proverbio, si potrebbe dire “dimmi che libri custodisci e ti dirò chi sei”. 
Grazie alla disponibilità e competenza dimostrate dalla direttrice della Biblioteca “Isidoro Chirulli”, Giuseppina Basile, abbiamo raccolto alcuni dati interessanti, che confermano quello che è il trend nazionale: il taglio degli investimenti sull’acquisto dei libri e un numero sempre più esiguo di lettori abituali. Nello scorso 2014 l’Amministrazione Comunale ha destinato all’acquisto dei libri la somma di 350 euro. Una cifra modesta, con la quale a mala pena si saranno potuti acquistare 50 testi. I criteri che hanno orientato le scelte per gli acquisti sono stati i seguenti:  da un lato assecondare i gusti di quanti  ricorrono ai prestiti in biblioteca, dall’altro tenere conto delle classifiche dei libri più venduti. «Allora potremo prendere qui in prestito le “50 sfumature”?», – chiediamo scherzosamente. «No, non le abbiamo acquistate» – ci risponde altrettanto scherzosamente la Direttrice. Meno scherzosamente chiediamo se possiamo trovare in biblioteca i romanzi di De Giovanni, o il bellissimo saggio “Un millimetro più in là” di Marino Sinibaldi, presentato un paio di mesi fa proprio a Martina, o “Zero, zero, zero” di Roberto Saviano.  «I tanti autori che vengono a Martina Franca – ci riferisce la Direttrice – non lasciano copia del loro libro. Le dirò di più: mentre ci arrivano molte copie di volumi di autori che risiedono in altre regioni, sono pochi gli autori locali che donano i loro testi». Questo aspetto, tuttavia, per  noi non rappresenta un limite, quanto piuttosto una provocazione, una scelta che ha un senso: sollecitare un concreto investimento (mediante acquisto da parte dell’ente pubblico) in campo culturale. Martina Franca annovera scrittori che si stanno affermando a livello nazionale, pensiamo a Donato Carrisi, Mario Desiati, Giancarlo Liviano D’Arcangelo, Daniele Semeraro (il cui ultimo romanzo “Na’ jé m’” è stato premiato dalla Rai e verrà pubblicato a marzo sempre per conto della Rai); pensiamo all’antologia  “A Sud del Sud dei Santi”, curata da Michelangelo Zizzi, che raccoglie cento anni di produzione letteraria pugliese in versi; pensiamo ad autori e autrici che puntano sulla scrittura come veicolo di espressione di idee e storie nelle quali credono e alle quali dedicano tempo, sforzo e impegno, operatori culturali sui quali si dovrebbe concretamente investire. I nomi sono tanti e non li indichiamo per non incorrere in qualche involontaria omissione. In tempi di magra come questi un segnale simbolico sarebbe proprio l’acquisto dei libri scritti da ciascuno e la creazione all’interno della biblioteca, di uno spazio riservato alle voci che il territorio di Martina Franca ha espresso, voci  che in futuro potrebbero diventare oggetto di studio e ricerca letteraria o sociologica. 
Alla direttrice chiediamo quali sono stati i libri acquistati. Questi alcuni titoli:  “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza” di Sepulveda;  “La Sirena” di Camilla Läckberg, “Diario di una schiappa” di Jeff Kinney , “Non volare via” di Sara Rattaro, “Inseguendo un’ombra” di Andrea Camilleri, “Libertà” di J. Franzen, “La casa sopra i portici” di C. Verdone,  “Effetto Bergoglio”  a cura di Padre Livio Fanzaga/Saverio Gaeta, “La voce invisibile del vento” di C. Sanchez,  “Finchè le stelle saranno in cielo” di K. Harmel,  “Il nuotatore” di J. Zander, “Non cambiare mai” di J. Sorensen,  “Tornati dall’aldilà” di A. Socci,  “Prigioniero del cielo” di C.R. Zafòn. 
Ed ora qualche dato. 
Nel 2014 gli iscritti alla biblioteca sono stati 650: un numero piuttosto basso,  sebbene rispetto al 2013 si sia registrato un incremento di 30 unità. (Si riporta – nella foto -  il grafico con numeri e percentuali distribuiti per fascia d’età) I libri prestati sono stati 2500; 800 tra DVD e CD.
Pertanto, considerando il numero degli iscritti (650) possiamo calcolare il numero dei libri presi in prestito nel corso del 2014  da ciascun utente: quasi quattro, un dato  che conferma il trend nazionale.  Significativo è il numero delle presenze che si sono registrate nello scorso anno: 16.200.  La Biblioteca di Martina Franca è, dunque, abbastanza frequentata (considerando 250 giorni annui, i frequentatori giornalieri nel 2014 sono stati 64); essa è soprattutto luogo di studio e consultazione,  a frequentarla sono in genere studenti di scuola e università. Si potrebbe pensare, ad esempio, di proporre ai frequentatori che abitualmente utilizzano la biblioteca come luogo di ricerca o di studio, delle rapidissime segnalazioni di libri (classici o contemporanei), con incursioni a sorpresa  in forma di creativi spot pubblicitari che alimentino il desiderio di leggere un determinato testo. 
Mentre la direttrice ci fornisce le informazioni, lo sguardo è catturato da una colonna di volumi in fase di catalogazione. Prendiamo il volume che è in alto: “La notte della cometa” di Sebastiano Vassalli: si tratta della biografia di Dino Campana. «Questi libri – ci informa la Direttrice, intuendo la nostra curiosità – sono il frutto di una donazione, del nostro più generoso donatore, il professore Alfonso Pozzi». Il nome immediatamente risveglia i ricordi: docente presso l’ex Istituto “Alfonso Motolese”, per anni referente della biblioteca scolastica, nonché  promotore e sostenitore convinto, insieme a Clara Redente, Donatella Rossi Marinosci (attuale Dirigente della Scuola Media “Amedeo d’Aosta”) ed altri docenti, della creazione della biblioteca “ULISSE” . Lo spazio nacque nel 2001 con un accordo di   rete fra la scuola elementare  "A.R. Chiarelli" , presso cui è ubicata, la Scuola Media "G. Battaglini" e l'Istituto Professionale di stato I.P.S.S "A.Motolese-Don Milani" e tra gli obiettivi prioritari vi era, appunto, la promozione della lettura. Il prof. Pozzi era ed è un lettore forte, un bibliofilo, fu lui a fornire un elenco ragionato dei testi da far acquistare dalla nascente Biblioteca “Ulisse”. 
Salutiamo e ringraziamo la direttrice della Biblioteca Comunale e contattiamo il prof. Pozzi,  per conoscere le ragioni del suo generoso gesto. «Donare libri alla biblioteca della città è un progetto che porto avanti da vari anni, è un gesto attraverso il quale lasciare la memoria dei nostri amori. In effetti la principale destinataria dei miei libri è stata la Biblioteca di Taranto, mia città d’origine, alla quale ho finora donato circa 2000 volumi, che sono stati raccolti in un vero e proprio albo a me dedicato. Sa, – ci spiega – con gli anni che passano il tempo, anche quello per leggere, si fa più prezioso. E così ho pensato di donare i libri che ho letto e amato ma che certamente non potrò più rileggere, tenendo per me i volumi sui quali tornare di tanto in tanto».  
Mentre il professor Pozzi ci parla del suo amore per i libri e la lettura, rileggiamo la breve nota (datata 5 maggio 1996) riportata sul volume “La notte della cometa” di Vassalli dedicato a Dino Campana e donato alla biblioteca di Martina: “E’ un’intensa biografia: con questo poeta stralunato che scrive versi e che è sempre in viaggio. Un Rimbaud italiano.” La nostra mente corre così al “pollicino sognante” del poeta francese e immagina che ad essere “sgranati” e lasciati dietro i suoi passi non siano i versi, ma i libri che un giorno verranno raccolti e amati da nuovi lettori, convinti, contro ogni apocalittica previsione, che in realtà per la lettura non ci sarà una fine, ma un clinamen, una deviazione casuale e imprevedibile della capacità mutante e migrante della lettura a farsi beffa dei suoi seppellitori.
 


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