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Lucrezia Maggi/L´arte che non ha prezzo

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

26
OTT
2012

 

La sua idea nasce dalla volontà di offrire uno spazio libero agli artisti. E insieme ad alcuni amici ha creato Zona Franca
 
Se si pensa al Decreto Sviluppo siglato lo scorso 5 ottobre, in cui compaiono le “zone franche urbane” istituite dal Governo Prodi e accantonate successivamente da Tremonti, tra cui rientra anche Taranto, che potrà godere di vantaggi fiscali per le piccole imprese, siamo proprio fuori strada! L’iniziativa Zona Franca nasce dalla volontà di offrire uno spazio total free agli artisti, in cui possano presentare le proprie opere. Si tratta di un progetto artistico culturale che, in collaborazione con caffetteria Dejà-Vù e Print Me editore, ospiterà ogni domenica installazioni fotografiche, pittoriche, incontri e reading letterari, in cui numerosi autori si alterneranno per dar vita a piacevoli dibattiti. Ma chi se non Lucrezia Maggi, colei che ha voluto la realizzazione di questa iniziativa, può soddisfare la mia voglia di saperne di più? Entusiasta della mia presenza al suo terzo appuntamento, riusciamo a condividere insieme qualche minuto.
Come nasce l'iniziativa? Ne sei tu l'artefice? E' noto che dopo tre anni adesso il nuovo Decreto per il Risanamento di Taranto ha ridato la possibilità di poter riconoscere la nostra città come zona Franca,  è da qui che parte l’idea?
«Prima di rispondere a questa sua prima domanda desidero fare una premessa: come autrice e operatrice culturale, spesso ho vissuto in prima persona la complessa situazione della “scelta” del luogo in cui presentare le mie opere o promuovere le mie iniziative. Inutile dire che non è mai stata cosa semplice. Proporre e promuovere l'Arte, ha “un costo”, è noto. Non tutti gli artisti possono permetterselo. Io, per prima, non ho remore di affermarlo. Dunque, “un giorno” ho deciso di mettermi al lavoro su un'idea che rimuginavo da tempo: la realizzazione di un vero e proprio caffé letterario in cui dare spazio a tutti gli artisti che, come me, desiderano far conoscere la propria arte nel proprio territorio e fuori dai soliti “contest espositivi a pagamento”. Da qui, il nome che ho voluto dare all'iniziativa, di cui, come avrai ben capito e rispondendo alla tua domanda, sono “l'artefice”, l'ideatrice. Il nuovo Decreto che citi non ha nulla a che vedere con gli “sgravi fiscali”, considerando che Zona Franca è ospitata in una location che non gode affatto di questi benefici! Né tanto meno ne gode l'associazione che rappresento».
 
Come mai la collaborazione e interazione tra vari sponsor, associazioni e artisti? Vi accomuna qualcosa? Come vi siete o siete stati scelti?
«Sponsor e compagni di viaggio in questa nostra avventura sono la Caffetteria Deja Vù e la Casa Editrice Print Me. La prima, ospita i nostri appuntamenti, tutte le domeniche pomeriggio dalle 18.00 in poi, la seconda, ci affianca nella scelta degli autori e della veste grafica di ognuno dei nostri appuntamenti. Dunque, nessuno ci ha scelti ma, direi che ci siamo scelti, semplicemente per affinità di intenti e per comune desiderio di fare. Gli artisti che hanno deciso di essere protagonisti di Zona Franca si sono semplicemente proposti. Io e le mie collaboratrici facciamo il resto, organizzando e promuovendo ognuno degli appuntamenti che ogni domenica mettiamo in scena. Nessuno di loro paga per questo. Chiunque può essere parte integrante del nostro progetto».
 
 
Come si articola l'iniziativa? Questo è il terzo appuntamento, quanti sono in totale? Esiste una logica nella loro sequenza?
«L'iniziativa prevede una prima programmazione che si concluderà il 23 dicembre 2012. Pausa natalizia, poi si riprende il 27 gennaio 2013 con una seconda programmazione a cui stiamo già lavorando. Oggi daremo vita al terzo appuntamento di Zona Franca, che prevede un recital di brani di narrativa e poesia dell'autrice tarantina Angela Ferilli, a cura di due bravi attori conterranei, Angelo Cardellicchio e Trizia Pulpito; nella stessa serata, vernissage dell'installazione fotografica “Soglie estive/reperti” a cura di Francesco Giusto. Ogni installazione fotografica sarà ospitata per ben quindici giorni e, tra un incontro letterario e l'altro, abbiamo pensato anche a dare spazio a estemporanee d'arte e d'artigianato locale. Tutto questo può sembrare ambizioso ed estremamente impegnativo, ma credo che dopo “fiumi di negatività”, propri di questo particolare periodo, un sano e serio lavoro di bella promozione territoriale a questa nostra sventurata città, non possa fare che bene, non credi?»
 
Qual è il più bello secondo te? Perchè?
«Mi chiedi quale tra tutti gli appuntamenti in programma considero “il più bello”? Chiederesti a Lucrezia, madre di Francesco e Gianluca, quale tra i due suoi figli ritiene sia più bello?».
Le sorrido con un gesto di comprensione.
 
Cosa fai nella vita? Parlami di te e di ciò che ti avvicina a questo mondo.
«Sono titolare di “L M Eventi”, organizzo eventi di ogni genere per professione, scrivo libri di poesia e narrativa per passione, sono responsabile legale e presidente dell'Associazione Culturale “Le Muse Project” per semplice voglia di fare, sono mamma per amore. Come puoi ben comprendere dall'elenco delle cose che faccio nella vita, credo che ogni cosa segua un filo logico: credo di essere semplicemente coerente, facendo quello che mi piace fare. Con coraggio, con caparbietà, con amore. Il sangue sano della progenie di Taras scorre nelle mie vene e, nonostante gli odierni tempi bui, io persevero e continuerò a farlo».
 
Che messaggio vuoi lanciare a chi verrà a trovarti e a chi alla fine rinuncerà a farlo?
«A chi verrà a trovarci a Zona Franca? Ti rispondo con una citazione: “La più piccola cosa, se fatta con amore, diventa arte”. Noi stiamo provando a realizzare una bella cosa, alla portata di tutti. Chi non verrà a trovarci, non avrà l'occasione “né di dire né di fare”, e si perderà comunque il piacere di
stare in un posto piacevole, di domenica pomeriggio quando, spesso, non si sa mai dove andare».
 
Il reading della serata, alquanto introspettivo, ritrae una donna e un uomo come protagonisti; il primo brano, “Diafane Presenze” analizza le paure interiori di ognuno di noi, spesso scaturite dal frutto dell’immaginazione. Il racconto, che si snoda fra presente e passato, è uno dei tanti modi dell'autrice di indagare fra fantasie e ricordi, sogni ed esperienze, paure e forza di volontà. Una sorta di viaggio all'interno delle percezioni interiori, con lo sforzo costante all'analisi da parte dell'osservatore, che è potenzialmente in ogni essere umano. Nel secondo, l’autrice scrive nei panni di un uomo di cui non si conosce il volto, il nome, dove come e con chi vive; si racconta alla donna che ha amato e che ha perduto per paura, per senso di inadeguatezza, per essersi convinto di essere portatore in-sano di un'anima nera. Il linguaggio appare fluido, è disseminato di concetti forti che hanno il compito di spaccare il consueto modo di percepire e vivere l'amore, quanto il modo di essere maschile e femminile. Cornice della serata l’istallazione fotografica “Soglie estive/reperti” di Francesco Giusto, che si concentra sul ricordo dell’estate in veste fanciullesca, che vissuta da bambini, riesce a donare quell’atmosfera spensierata. In contrapposizione a queste immagini, ci sono quelle di “Reperti”, che simboleggiano la consapevolezza, l’analisi e la mera realtà. Ad allietare la serata un buon bicchiere di vino e un’atmosfera familiare e accogliente.


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