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MARTINO MARINOSCI/Non solo botanico

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

20
FEB
2015
Precoce e eclettico, i suoi interessi furono svariati, dalla chimica all’archeologia, dalla medicina all’anatomia. Scrisse molto, ma pubblicò poco e la salute cagionevole non gli impedì di avere dieci figli
 
Martino Marinosci nacque a Martina Franca il 20 settembre 1786, da Giuseppe e Anna Irene Maggi. Dimostrando sin da piccolo ingegno e grande interesse per lo studio, fu mandato dai religiosi del luogo per avviarlo agli studi di aritmetica, geometria, filosofia e teologia. Verso i 15 anni iniziò ad interessarsi anche di botanica, fisica e chimica. A 19 anni, continuò studiando anatomia, fisiologia, medicina teorica e legale. Tra i 19 e i 23 anni, si trasferì a Napoli per seguire i corsi universitari di medicina, chirurgia, chimica e anatomia. Si interessò anche di botanica e della storia naturale, sotto la guida di Vincenzo Pategna (Napoli 1730/1800), Michele Tenore (Napoli 1780/1861) e Vincenzo Briganti (Napoli 1766/1836). Dimostrò interesse anche verso lo studio della teologia e della morale; studiò l’inglese e l’ebraico. 
Nel 1809, a 23 anni, tornò per un breve periodo a Martina Franca per intraprendere, con successo, la carriera di medico.
Nel 1809 fu nominato “Socio Corrispondente del Real Giardino delle Piante di Napoli”. Impegno che lo portò a fare delle ricerche ed escursioni nella provincia di Lecce, per oltre sei anni.
Nel 1811 divenne, da prima “Socio Onorario della Società Economica di Terra d’Otranto”, e nel 1820 socio Ordinario. Apprezzato per le sue doti anche nell’ambiente leccese, presto godette della stima e dell’amicizia di insigni naturalisti quali il conte M. Milano, Oronzo Gabriele Costa e Giuseppe Maria Giovene. Nel 1826 fu nominato presidente dell’Accademia Agraria di Lecce, carica che ricoprì per 10 anni.
La sua fama come botanico lo portò a pubblicare diversi saggi quali: “La flora Salentina” (1827), “Catechismo Agrario” (1831). “Scrisse molto, ma pubblicò poco”, come ebbe a dire Cosimo De Giorgi (1842/1922), curatore, dopo la sua morte, della pubblicazione delle sue opere sulla botanica, sottolineando che le opere di Marinosci: “ formano un monumento più duraturo del bronzo e che il suo nome merita di rimanere indelebile negli annali della storiografia botanica”. 
Si interessò anche di archeologia, diventando, nel 1842, Ispettore degli scavi “d’antichità” di Taranto.
Della sua vita privata conosciamo poco, quasi nulla. Sappiamo che dal suo matrimonio con Angela Maria Fischetti, celebrato nel 1822, nacquero 10 figli e che si dedicò personalmente e con assiduità alla loro educazione. Brevi note riportano anche che la sua vita fu attraversata da lutti, contrarietà, dispiaceri e dolori. Di salute sembra sia stato sempre cagionevole, tanto che le cronache dell’epoca riportano che già dal 1831 soffriva di malesseri e disturbi che lo costringevano a lunghi periodi di cure.
Ritiratosi stabilmente a Martina Franca, Martino Marinosci morì all’età di ottant’anni, l’11 novembre 1866, nella sua città natale. 
 
 


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