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Chiara Boni/Eliminare molto, aggiungere poco

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

27
FEB
2015
Ecco il segreto dell’eleganza per la stilista che ha inventato un nuovo concetto di vestibilità. In esclusiva per noi la nuova collezione presentata sulle passerelle della Grande Mela
 
Chiara Boni, una stilista innamorata della femminilità, ha sempre rappresentato una vera  icona di charme e stile, interpretando un nuovo concetto di vestibilità in grado di dare vita a un’eleganza senza tempo. Chiara Boni è sempre rimasta coerente e fedele a se stessa e alla sua idea di stile, i suoi abiti dall’elegante allure e dall’impareggiabile glamour, evidenziano davvero come pochi il concetto di bellezza,  vestendo perfettamente e comodamente  ogni donna, infatti ogni sua linea è pensata  per  la donna comune e moderna. Nei giorni appena trascorsi, la stilista fiorentina ha presentato la collezione autunno/inverno 2015-16 al Lincoln Center di New York, raccontando attraverso i suoi capi, un attento e appassionato studio della natura e del trionfo del bello, caratterizzato dalle linee delicate e sinuose in grado di conferire ai suoi abiti  una  classe, raffinatezza ed eleganza immune alla patina del tempo e questo è il risultato di una grande ricerca creativa e stilistica, di un'attenzione esclusiva alle forme, alla cura del dettaglio, alla qualità, alla precisione della lavorazione. 
 
L’eleganza è una risorsa dello spirito, è la giusta combinazione di distinzione, personalità, naturalezza, cura e semplicità. E come disse Honoré de Balzac: ricchi si diventa, eleganti si nasce. Lei è sempre stata una grande icona di eleganza. Cosa vuol dire per lei essere elegante e cosa ispira il suo stile?
«Essere elegante per me vuol dire avere sufficiente senso critico per eliminare il superfluo e aggiungere a ciò che si indossa una nota d’individualità. Mi ispira il mondo nella sua varietà e nei suoi continui cambiamenti, avverto forte la necessità di essere al passo con i tempi».
 
In questi giorni c'è sato il debutto americano del suo stile italiano, infatti ha scelto NY per il grande  ritorno in passerella con La Petite Robe. Al Lincoln Center di New York ha sfilato l'A/I 2015-2016 de La Petite Robe,  che racconta attraverso i suoi capi un attento e appassionato studio della natura e  della bellezza.  Qual è il processo creativo che c’è dietro questa  collezione?
«L’Autunno/Inverno 2015-2016 de La Petite Robe è una fotografia d’interno nella cornice di un’eleganza senza tempo. Lo stile, ispirato alla femminilità di tutte le epoche, è stato da me  tradotto nella contemporaneità delle donne moderne. Addentrandomi nel fitto giardino segreto della ricerca Couture, ho  seguito la curva lucida che fa il cappotto di alcuni insetti e ho scolpito tagli nuovi che modulano il movimento delle ali. Ho costruito piccole code anche per le gonne lunghe da sera e le ho presentate, in passerella, insieme a ‘strizzate’ giacche con godet. Ho simulato i silenzi dei coleotteri, avvolti nelle guaine dei loro gusci come gioielli iridescenti, scegliendo i lampi di luce del tessuto sparkle e lo scintillio delle lamine splendenti». 
Quali le parole chiave  essenziali e idonee per  sintetizzare  il suo stile?
«Elegante, flirty, comodo, versatile e, come direbbero gli americani, great fit. Donante per ogni tipo di fisicità e contemporaneo. Lo stile de La Petite Robe si adatta alle esigenze di una donna continuamente in movimento che avverte la necessità di un abito 24-hours-long, adatto ad ogni circostanza, dal mattino alla sera».
 
Lei si è sempre occupata con successo di moda. Come descriverebbe il suo percorso per arrivare a La Petite Robe?
 
«Un percorso di sperimentazioni. Sono state proprio le sperimentazioni sui materiali, comiciate  agli inizi della mia carriera stilista, a portarmi, nel 2007, alla risposta del ‘travel-chic’ de La Petite Robe. L’idea era che l’immancabile tubino passepartout  diventasse un capo ripiegabile, che non si stropicciasse e non avesse bisogno di essere stirato. Estremamente personalizzabile grazie al taglio vivo perchè accorciabile secondo volontà».
 
«La donna sicuramente elegante è quella che non concede nulla alla moda» predicava Diane Vreeland. Una donna elegante non si  si piega alle regole transitorie e fugaci della moda, ma stabilisce le proprie. Secondo lei è così?
«Assolutamente sì! Ciascuna donna ha il dovere di elaborare la moda a suo modo.  Confrontarsi con lo specchio e con i propri limiti aiuta a evitare errori e ad acquistire la consapevolezza dell’unicità della propria indiscutibile bellezza».
 
Cosa consiglierebbe a chi volesse intraprendere una carriera nel campo della moda? 
«Ai giovani che vogliono intraprendere una carriera nel campo della moda suggerisco molta pazienza, molto spirito di sacrificio e molta determinazione. Spesso quando si esce dalle scuole, dopo un buon saggio finale, si pensa di sapere già molto del mestiere ma la strada è lunga e a volte non ha un’unica direzione. Una dose di positività aiuta a proiettarsi nel futuro con una spinta maggiore e a non arrendersi facilmente».
 


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