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ANTONIO CURIA/ IL MIO NEO-IMPULSIVISMO

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

27
FEB
2015
Diviso fra Martina Franca e il Brasile, il pittore pugliese spazia fra una mostra a Torino e un’altra a Londra, facendo tappa a Roma. Nonostante sia abituato a girare il mondo, tuttavia, resta con un sogno: riaprire la masseria dei suoi nonni
 
È risaputo che il cervello umano è diviso in una parte logica e votata al raziocinio più assoluto, e un’altra più sognatrice, decisamente più libera da rigidità mentali e più propensa a lasciarsi andare all’immaginazione.
Logos e pathos sono dunque presenti in ognuno di noi. Un esempio in carne e ossa è Antonio Curia, martinese doc, ma trasferitosi in Brasile otto anni fa, il quale è riuscito magistralmente a coniugare e a far convivere i suoi studi in legge con la sua sfrenata passione per l’arte.
Di esempi così ne è pieno il mondo: moltissime sono le persone, infatti, che pur avendo dedicato buona parte della propria vita a uno specifico corso di studi, hanno poi optato per una professione che non solo si differenzia da ciò che hanno fatto fino a quel momento, ma ne è addirittura agli antipodi.
E il percorso di Antonio, pur non essendo stato “consueto” – come lui stesso ha dichiarato – lo ha portato dritto dritto a diventare un ottimo pittore e a esporre le sue opere nelle più importanti gallerie.
 
Laureato in Legge e pittore. Pragmatismo e arte. Come possono coesistere questi due aspetti così diversi in una persona?
«Il mio percorso accademico è assolutamente differente, o meglio inconsueto, rispetto a quello di un canonico artista è vero, ma forse anche no. Infatti sono laureato in legge e ho svolto un Master (MBA) in finanza, ma l’Arte è la mia passione e la vivo e accresco giornalmente ormai da otto anni, ovvero da quando ho cominciato a spennellare le prime tele. Dico sempre che i due mondi – razionale e pragmatico del professionista e irrazionale dell’artista – si alimentano l’un l’altro e non possono vivere l’uno senza l’altro, pertanto sono un ottimo connubio. Non penso che riuscirei a esprimere la mia arte senza il mio background razionale. La mia parte razionale è maggiormente presente nella mia quotidianità, e quindi la parte irrazionale artistica ne prende maggior forza ed espressività. Comunque sia ho anche sostenuto dei corsi di Arte in Brasile e in Italia, per apprendere le tecniche che poi sono divenute le mie preferite, ovvero acrilico, pastello e olio. Continuerò a imparare sempre finché sono in vita… diceva così anche mio nonno materno, martinese DOC, e aveva assolutamente ragione!».
  
Come definiresti la tua arte?
«La mia Arte è assolutamente ispirazione delle realtà che mi circondano e che vivo giornalmente, parte assoluta delle mie esperienze e delle mie speranze e dei miei stati d’animo. Tristezza, Felicità, Speranza, Amore, ecc. ovvero elementi della realtà di ognuno di noi e che io cerco di esprimere attraverso la pittura, il disegno usando forme geometriche, figure, colori, tutti elementi che sono parte integrante della nostra impulsività. MI sento “figlio” dell’espressionismo ma non diniego l’influenza di altre correnti pittoriche del passato ovvero il futurismo e l’impressionismo; ma adoro anche il cubismo: infatti nei miei ultimi lavori – i plastici e tutto il progetto che esporrò a Sao Paulo Brasile all’Istituto di Cultura dell’Italia – è molto presente. Mi definirei un “neo impulsivista” (ride, ndr), “nuova corrente artistica” del neo espressionismo astratto. Mescolanza di colore, forme, figure, espressività di parole, tutti assieme racchiusi, tentando di dare una certa armonia, su tele e plastici di medie grandi dimensioni. Datemi una parete e le darò vita!!!».  
 
E qual è invece la caratteristica che definisce te stesso?
«Ambizione e voglia di imparare e crescere sempre, cercando di mantenere i valori saldi, che la mia famiglia mi ha insegnato!».
 
L’arte moderna, per la sua capacità di spaziare da un genere all’altro e per la sua mancanza di regole, viene spesso equivocata, essendo definita come un’arte semplice, alla  portata di tutti. Come risponderesti ad accuse come questa?
«Accuse!!!??? Non mi sembra assolutamente questa sia una accusa all’Arte, anzi la definirei un supporto: tutti vorrebbero essere Pollock ma ve ne è solo uno! Leonardo DaVinci era un vero artista! Suggerisco vivamente a tutti di prendere pennelli, spatole, rulli, matite e di disegnare, esprimere, realizzare. Io dipingo per me stesso, spero che piaccia a qualcuno. Il mondo attuale ha bisogno di molta più cultura!». 
 
Quale e quanto spazio hanno l’arte e la cultura nella nostra società?
«Siamo nati e respiriamo arte in ogni angolo del nostro Paese, anche se non lo valorizziamo come dovremmo. Ahimè ce ne rendiamo conto, e parlo in primis per me stesso per esperienza personale, solo ed esclusivamente se andiamo a vivere all’estero; allora sì che ci accorgiamo di quanto siamo fortunati in Italia e/o Europa a poter vivere e crescere giornalmente con tanta splendida arte intorno. Martina Franca è un grande esempio di ciò che dico, solo camminando nel centro storico del paese si respira arte barocca, bisognerebbe solo valorizzarla più e creare maggiori centri di scambio culturale. Spero un giorno di riuscire a dipingere anche a Martina, cosa che non ho ancora fatto! 
In Brasile, essendo un continente giovane, la cultura non è sviluppata agli stessi livelli della nostra nazione ma stanno facendo un ottimo lavoro di integrazione con i tanti stranieri che ci vivono – come me – o vengono a trascorrere un certo periodo di tempo, creando così un importantissimo scambio di differenti culture, con reciproca crescita». 
 
Hai usato molte belle parole su Martina Franca, allora perché l’hai lasciata?
«Non vivo più a Martina Franca da ormai diciotto anni ovvero da quando mi sono trasferito, prima a Milano per motivi di studio e poi sette anni fa in Brasile per motivi lavorativi, ma la mia famiglia vive tuttora a Martina pertanto quando posso e con grande piacere ci ritorno volentieri, per riabbracciare le mie radici. Mi fa ritornare con la memoria a quando passavo le estati nella residenza estiva a pieno contatto con la natura e l’aria pura della Valle d’Itria. Vorrei ritornarci in pianta stabile per realizzare il mio sogno nel cassetto, ovvero riattivare la masseria dei miei nonni, ormai in gran parte ceduta».
 
Quali sono i tuoi impegni o progetti futuri?
«Quest’anno è cominciato in gran fermento soprattutto in Italia e Europa, infatti a gennaio ho esposto al Teatro dei Dioscuri ai Giardini del Quirinale a Roma aggiudicandomi il premio della critica tecnica del Presidente della Commissione Cultura del Campidoglio, del Direttore stesso del Museo dei Dioscuri e della Galleria Margutta, un bellissimo spazio espositivo in una straordinaria location; poi a febbraio ho esposto al MUSEO MIIT di Arte Moderna a Torino, un importante centro per l’arte contemporanea in Italia; a marzo esporrò alla Bricklane Gallery di Londra sino a giungere a due importantissimi eventi per me, ovvero dal 23 aprile sino all’8 maggio esporrò il mio nuovo progetto “Classico Caos” composto da quindici composizioni su larga scala presso l’Istituto di Cultura dell’Italia a Sao Paulo Brasile con il supporto e invito del Consolato dell’Italia e successivamente sono stato invitato dal Prof. Gregorio Rossi Curatore del Padiglione Costa Rica a esporre uno dei miei pezzi alla Biennale di Venezia, assolutamente un ottimo semestre speriamo prosegua così. L’Arte è per tutti! Io non mi fermo!». 
 



Commenti:

Antonio Curia 28/FEB/2015

E' stato tutto mio il piacere!grazie

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