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Mario Ruggeri e Marisa Caliandro/Quando il sorriso diventa terapia

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

9
NOV
2012

 

La clownterapia rappresenta un metodo efficace per aiutare i bambini ad affrontare un ricovero ospedaliero. Basta poco per diventare dei bravi volontari, ma è fondamentale tirare fuori il clown che c’è in ognuno di noi
 
«Ridere non è solo contagioso,
 ma è anche la migliore medicina!»
Hunter Patch Adams
 
Mentre mi incammino per l’intervista non ho nessun pensiero per la testa, il mio cavillo è solo la puntualità che stenta a spaccare il minuto. Ad accogliermi c’è una coppia, marito e moglie, che già dalle presentazioni presagisce una piacevole compagnia: ci penseranno loro ad affollare la mia mente sgombra, con riflessioni e osservazioni che accompagnano il mio ritorno a casa e non solo. Mario Ruggeri e Marisa Caliandro sono i fondatori dell’Università Popolare Contemporanea Le Grazie, un ente di formazione culturale che si rivolge a tutte le età, noto in particolar modo per il servizio di clownterapia. Muniti di un camice bianco e un naso rosso, quando scendono in campo catturano sempre il sorriso di tutti, compresi i bambini più ritrosi, conquistati dall’allegria e dalla vivacità di tanti simpatici ‘dottori’. Sì, perché a loro modo questi volontari guariscono i più piccoli dalla malinconia di una camera di ospedale, attraverso una terapia efficientissima: quella del sorriso. Il dottor Hunter Patch Adams docet: fu lui, negli anni ’70, a formulare una teoria sulla felicità, partendo da un’esperienza negativa alle prese con la depressione, quando era ancora un adolescente. Dopo una laurea in medicina, iniziò a visitare i suoi pazienti travestito da clown, dissacrando ogni concezione del sapere tollerata ai quei tempi. È con lui che nasce la clownterapia, fondata esclusivamente su un rapporto di fiducia e buon umore tra paziente e dottori: una prerogativa indispensabile che costituisce il leitmotiv dei volontari dell’Università Popolare, coadiuvati dall’esempio di Mario e Marisa. Sono loro la roccaforte di questo entourage di colori e spensieratezza: lui ironico e simpaticissimo, lei sempre composta e gentilissima sono la dimostrazione che la semplicità e una sana allegria sono la miglior terapia che ci sia. 
 
La vostra associazione ha un nome molto lungo e significativo: “Università Popolare Contemporanea Le Grazie”, quando ha inizio la sua storia?
Marisa: «L’Università nasce nel 1992 e a crearla siamo io e mio marito, Mario Ruggeri. Inizialmente il nostro intento è quello di fondare un’associazione culturale e artistica, anche perché mio marito è sempre stato un artista, mentre il discorso del volontariato è nato in seguito man mano che cresceva la nostra organizzazione. Ad oggi siamo un ente di formazione a tutti gli effetti, accreditato dalla Regione Puglia presso il Ministero dell’istruzione ». 
Mario: «Sì, il nostro è sempre stato un centro di studi e ricerche culturali, infatti, da qui deriva il nome di Università Popolare. Quando abbiamo iniziato a svolgere attività di volontariato, queste si tenevano per lo più presso le scuole elementari, dove cercavamo di mandare avanti dei veri e propri progetti, tutti gratuiti. Diciamo che una legge che regolarizzasse il volontariato era stata già tracciata nel 1991, ma come la politica spesso insegna, è stata effettivamente approvata e riconosciuta solo nel 2002: non appena venne definito il Registro per le Associazioni di Volontariato, noi decidemmo di iscriverci e da allora siamo regolarmente riconosciuti presso questo albo».
Essendo un ente di formazione, nello specifico di cosa vi occupate?
Mario: «Offriamo un’offerta formativa molto ampia, anche perché nel nome stesso della nostra Università sono espresse le due principali caratteristiche che la contraddistinguono e quindi il fatto che sia popolare e contemporanea offrendo la possibilità di formarsi da più prospettive. A questo proposito si rivela emblematico il dipartimento di ‘Educazione continua’: si tratta di un servizio educativo che va da zero a più di cento anni, cercando di coprire l’intero arco della vita e di rivalutare e sostenere le fasce sociali più anziane che altrimenti non avrebbero ulteriori possibilità per esprimersi. Cerchiamo di creare alcuni progetti servendoci della collaborazione di docenti professionisti sia esterni che provenienti dalla nostra città. A seconda della tipologia delle varie discipline svolte ci avvaliamo di figure competenti come avvocati, pediatri, psicologi che si mettono a disposizione gratuitamente».
Marisa: «A volte può capitare di vincere alcuni bandi messi a disposizione dalla Regione che in questo modo ci aiuta nel finanziamento di alcuni progetti. Fatta eccezione per questi casi, il nostro volontariato si inserisce nella legge 266, e quindi è completamente gratuito. Un po’ di tempo fa, grazie alla vittoria di un bando, abbiamo avuto la possibilità di partecipare a un progetto europeo che si poneva l’obiettivo di realizzare un confronto e uno scambio di idee e metodologie. Questo progetto si intitolava “L’Europa vuole anziani attivi”: i partecipanti dovevano impegnarsi nell’apprendimento di almeno cento parole di ogni nazionalità, dimostrando come anche loro potessero avere un ruolo importante nella società, trasmettendo il loro sapere».
L’Educazione Continua rappresenta una valida opportunità di riscatto sociale per le fasce più anziane, ma da sempre, il fiore all’occhiello della vostra Università è la Clownterapia.
Mario:«Sì la clownterapia è la punta di diamante della nostra associazione, perché è la più conosciuta e la più affascinante. Svolgiamo questo servizio dal 1996 e ogni settimana ci rechiamo in ospedale per offrire qualche ora di svago e spensieratezza, non solo ai bambini ricoverati, ma anche alle loro mamme. Si tratta di un’attività di notevole rilievo, infatti, da un po’ di tempo abbiamo costituito la “Corporazione dei Giullari dell’oblio” che fa sempre parte dell’Università popolare, ma svolge esclusivamente clownterapia e l’auspicio è quello di vederla crescere a tal punto da diventare completamente autonoma».
Marisa:«Per poter entrare nell’organizzazione, i volontari devono prima intraprendere un corso di formazione che ha la durata di quaranta ore; dopodiché per il primo anno sono sempre affiancati da clown più esperti che talvolta svolgono anche qualche lezione del corso. Attualmente siamo circa 52 volontari: considerando che ogni domenica, almeno tre di noi prestano servizio in ospedale, abbiamo anche molta flessibilità nel gestire i nostri impegni e renderci disponibili». 
Attualmente il servizio di clownterapia è svolto solo a Martina Franca?
Mario: «La nostra Associazione ha un protocollo d’intesa con l’Asl di Taranto, perciò potremmo svolgere il nostro servizio in tutte le strutture della provincia di Taranto, ma operiamo solo nel reparto di pediatria a Martina e a volte organizziamo altre attività di clown sociale negli altri paesi del nostro territorio. Il volontariato sociale è molto importante perché apre le menti al buon senso richiedendo solo un po’ di partecipazione. Ci tengo a dire che tra le varie attività, abbiamo anche svolto dei corsi da tre crediti di clown terapia, per gli studenti di infermeria e di medicina e chirurgia dell’Università di Bari».
Quindi la clownterapia in questo modo si rivela una pratica efficace e utile per tutte le figure che operano in ospedale. Rappresenta un atteggiamento da adottare per un miglior approccio col paziente?
Marisa: «Sì. Patch Adams affermava la valenza di questo tipo di approccio, perché è stato constatato che i bambini affrontano in maniera più positiva il loro ricovero, sono più motivati e vengono rilasciati qualche giorno prima. Per fare qualche esempio: se il bambino deve sottoporsi a una trasfusione o a qualche esame più particolare, la presenza del clown lo aiuta a distrarsi dal dolore. Tuttavia è anche vero che fortunatamente nel reparto di pediatria non sono ricoverati bambini con patologie molto gravi, perciò la loro permanenza non dura più di una settimana, sarebbe diverso recarsi in reparti di oncologia pediatrica, dove si incontrano situazioni più difficili e delicate: in quel caso sarebbe indispensabile svolgere altri corsi specifici di clownterapia». 
Lei ha parlato dell’importanza di un atteggiamento più disponibile e cordiale, il che è molto più facile da adottare con dei bambini, perché il più delle volte è la loro innocenza a generarlo; ma forse, in situazioni come queste sarebbe importante una sorta di clownterapia, che con modalità differenti si apra anche ai pazienti più adulti.
Marisa: «Certamente, ciò che è importante è l’adozione di un atteggiamento più amichevole, cordiale, una vera e propria umanizzazione dei rapporti. Naturalmente nel momento in cui si avesse a che fare con anziani o persone più adulte, cambierebbero le modalità del nostro servizio, ma comunque resterebbe indispensabile mantenere una propensione al dialogo e la disponibilità ad ascoltare lo sfogo di un paziente o l’angoscia di un parente a lui vicino». 
Come entra in azione il vostro clown?
Mario: «Il nostro è un clown origamista, magico, cerca sempre di lasciare un bel ricordo di sé attraverso qualche elemento che lo caratterizzi come origami o palloncini colorati che portano colore e allegria nel reparto, non a caso i nostri clown sono definiti operatori ludico-socio-educativi. La nostra Università, infatti, è costituita anche dal Dipartimento di origami dove ci dilettiamo con idee sempre nuove».
Le reazioni dei bambini al vostro arrivo sono sempre positive o a volte si presentano dei casi in cui hanno difficoltà a interagire con voi?
Marisa: «Ci sono bambini che ci accolgono in maniera gioiosa e fremono per il nostro arrivo, mentre altri sono più restii e a volte capita che anche le mamme siano un po’ scettiche, ma si tratta di una situazione momentanea, perché poi si fanno coinvolgere anche loro, ci cercano e apprezzano il nostro operato. Noi non siamo clown che si travestono o si truccano, anche perché può capitare che il bambino si spaventi, ma ci caratterizza solo un naso rosso con il quale i bambini imparano a familiarizzare e a prendere confidenza». 
A volte è facile pensare che per fare clownterapia sia una prerogativa necessaria quella di avere un carattere di per sé estroverso e socievole: c’è un fondo di verità in questo o si tratta di un mito da sfatare?
Mario: «Ognuno di noi ha un proprio clown e con i nostri corsi si cerca solo di tirarlo fuori. È come se ci fosse un percorso grazie al quale riusciamo a far emergere il bambino che c’è in noi, il lato più spensierato e divertente della nostra personalità. Da noi ci sono persone che per il lavoro che svolgono, nascondono una giocosità e un’ironia insospettabili, eppure quando sono in servizio danno il meglio di sé. Certo quando si è adulti diventa più difficile scoprire questa parte della nostra personalità, ma posso assicurare che la presenza dei bambini rende tutto molto naturale e spontaneo».
Educazione continua, clownterapia, volontariato sociale, diffusione origami, ma all’appello manca un’ultima sezione della vostra Università: il Dipartimento di educazione Ambientale e sviluppo.
Marisa: «Diciamo che ci mettiamo in gioco partecipando a tutte le iniziative indotte da enti ambientalistici. Quando il WWF apre le porte dell’oasi, noi garantiamo la nostra presenza, per esempio, con il laboratorio di aquiloni: li realizziamo con carta riciclata e poi ci prepariamo a lanciarli in aria, in modo tale da avviare il discorso del riciclo della carta. In tutte le circostanze proposte da Legambiente o altre associazioni, che hanno a che fare con l’ecosostenibilità, noi cerchiamo di esserci in maniera caratterizzante portando colore e gioia alla manifestazione».
 



Commenti:

SOLITO CIRA 9/NOV/2012

Il mio commento e' scritto con le lacrime,nell'Universita' sono CANDY CANDY una delle tante volontarie, che nasce dall'esigenza di regalare un sorriso in piu' a chi ne ha stretta necessita' per affrontare con piu' leggerezza ogni difficoltà a cui la vita lo costrigge a vivere.....E' un ambiente a dir poco idilliaco,dove in ogni occasione non si puo' far a meno di sentire una vibrazione positiva sulla pelle,dove due persone fantastiche come MARIO e MARISA sono in grado di reggere tale energia e "infettarla" a tutti...... .A tutti coloro che hanno un cuore e tanta voglia di regalarlo al prossimo, invito a conoscere questo gruppo di meravigliose persone, a partire dai nostri dirigenti ,a tutti coloro che hanno scelto di dedicare il loro tempo alla semplice e pura opera di volontariato per disegnare sul viso di tutti coloro che hanno bisogno, un piccolo sorriso....... Siate in tanti a gridare insieme a noi: SIAMO LUCE NEL BUIO E VOCE NEL SILENZIO........ ..A voi Mario e Mairsa, GRAZIE DI ESISTERE...

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