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Antonella Chionna / SONO YO - YOTICA

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

3
APR
2015
Originale, irriverente e anticonformista, ma legata anche alle tradizioni dei tempi andati. Dai gesti galanti, ormai rari da vedere, ai dolci che non ama poi così tanto: la giovanissima cantante – e scrittrice – vive sempre sopra le righe, cercando di godersi intensamente ogni emozione
 
A come Antonella: il mio nome, mi ricorda che è fondamentale essere se stessi. A qualunque costo.
 
B come Baciamano: mi fa pensare alla delicatezza d’animo, a un modo di essere gentili in tempi molto dilatati, certosini; all’artigianato del cuore e del gesto, qualsivoglia denominarlo.
 
C come Curiosità: dire che io sia curiosa è retorico eufemisticamente parlando: ascoltare, sedimentare, maturare; creare una coscienza dunque un “conflitto” implica la vita. Vivere è bellissimo; purché si viva.
 
D come Dado: il dado mi affascina, simbolicamente, perché lascia molto spazio al processo “casuale”; la trovo una metafora efficace.
 
E come Emozione: ho bisogno costante di emozioni; essere con, nelle, delle persone che trasmettano emozioni. Faccio un lavoro in cui la componente emotiva è fondamentale; abbiamo bisogno di persone che ci emozionino. Che falliscano. Abbiamo bisogno di innamorarci follemente, non di demolire l’aspettativa: di annullare il rischio di essere vivi. 
 
F come Forcine: ne uso quantità industriali: le smarrisco con altrettanta industriosità. Ho dei capelli impossibili…
 
G come Gadda: uno dei miei scrittori preferiti… mi piace, moltissimo. Mi emoziona.
 
H come Muta: mi spiego, alle elementari la lettera “h” la chiamano “mutina”. Mi ricorda che dovrei tacere spesso e volentieri, e respirare di più: troppe parole, pochi silenzi… sono logorroica. Spesso.
 
I come Intraprendenza: fa parte del mio lavoro, al massimo grado; è una roba che mi riesce con una certa difficoltà. L’intraprendenza mi annoia… brucia le tappe, non mi rispetta.
 
L come Libro: sono (quasi) seppellita dai libri; li compravo compulsivamente, poi ho smesso: mia madre minacciava lo sfratto. 
 
M come Melodia: bisogna cantare tutto, orizzontalizzare. Melodie a go go.
 
N come Nipote: sono zia di un bel bimbo. Ha una bella voce e dei bei capelli. Fa sperimentazioni vocali dalle quali imparo molto: un piccolo Stratos. Bravissimo. Gli voglio molto, molto bene.
 
O come Ovvero: congiunzione disgiuntiva. Ricorda alla lingua che i livellamenti portano a niente; toccare il punto estremo di ogni cosa è “cosa buona e giusta”, farlo presuppone o vivere di tuttologie ovvero ponderare una scelta etica.
 
P come Pound: il mio poeta preferito. Mi emoziona moltissimo. Leggetelo, perché a scuola non lo consigliano. Dove ho fatto io il liceo erano quasi tutti comunisti con patrimoni familiari molto “borghesi”, tuttavia Pound faceva molto destra “addentrata”; stranamente, molto stranamente. Immenso.
 
Q come Quaresima: digiuno spesso, a intermittenza. Per periodi che oscillano dai quaranta giorni ai due anni e poi, il contrario. Sono yo-yotica. (Te l’avevo detto che mi piaceva Gadda).
 
R come Respiro: è importante prendere fiato. È facile, (lo garantisco), dire-fare molte cose velocissimamente, vale lo stesso per la musica o il canto; la velocità disorienta l’ascoltatore, non ti permette di approfondire. Io voglio soffermarmi, approfondire. Deepness: sounds better to me.
 
S come Strayhorn: un compositore che amo molto, che sta occupando gran parte del mio tempo. Compie cento anni quest’anno. La sua musica è poesia. Mi emoziona: cantarlo, leggerlo, approfondirlo, amarlo. Bella storia. Ho letto la sua vita in una lingua non mia, credo di aver compreso buona parte del testo biografico empaticamente, lo sento affine.
 
T come Tentativo: tentare, coscienziosamente, implica il fallimento, la piacevole scoperta che da un tentativo per cercare qualcosa si possa giungere a scoperte inaspettate. Serendipità, più o meno: m’intrippa. Di brutto. 
 
U come Uomini: mi piacciono gli uomini, prevalentemente. Non li capisco, a volte. Di valore, ne incontro pochi e sono o gay o ossessionati dalla figa. Non conciliano.
 
V come Vestiti: ne ho tantissimi, bizzarri. E non so mai che mettere… mi piace vestire creativa. Cioè “bene” nel senso che mi devo divertire quando lo faccio, altrimenti preferisco “uscire” in pigiama: l’ho fatto un paio di volte. Stavo bene.
 
Z come Zeppola: è l’unico dolce che mangio. Non mi piacciono molto i dolci; è il salato che mi frega.
 


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