MENU

Cocci d´autore/Passeggiando tra forme e colori

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

17
APR
2015
Un misto di forme e colori attirano lo sguardo appena si percorrono le viuzze costellate da botteghe nel quartiere delle ceramiche di Grottaglie. Laboratori che hanno il sapore di storia, di arte e di Puglia: un marchio ormai inconfondibile e riconosciuto in tutto il mondo
 
Il Quartiere delle Ceramiche sorge lungo la Gravina di San Giorgio, ai piedi del medievale Castello Episcopio. La caratteristica che rende unico questo Quartiere, risiede nell’insieme delle numerose botteghe artigiane nelle quali, sin dal Medioevo, si lavora e si produce la ceramica.
Le numerose botteghe sono testimonianza della struttura rupestre  del territorio, perché ognuna di loro era scavata nella roccia in alcune delle quali si conservano ancora antiche fornaci; in ciascuna bottega è possibile osservare le diverse fasi di lavorazione dell’oggetto ceramico e, contemporaneamente, acquistare il prodotto finito. 
La tradizione della lavorazione della ceramica parte da tempi lontanissimi: risalgono infatti al medioevo i primi manufatti ritrovati e, salvo qualche intermezzo storico, in cui la città di Grottaglie è stata evacuata, la produzione si è protratta fino ad oggi.
Dal settecento esiste una produzione ceramica nota come “arte faenzara”che viene influenzata fin dal sorgere dalla prestigiosa ceramica di Faenza.
Ad accogliere i clienti o anche soltanto i visitatori, in una bottega, vi è la parte espositiva con una miriade di manufatti di varie forme e colori. In passato, nel retrobottega vi era il fornaciaio che trascorreva intere giornate a infornare le crete, seguendo un criterio che imponeva di disporre prima le più grandi e poi quelle di piccole dimensioni. Ora quei camini sono stati sostituiti da forni elettrici o a gas.
A parte moderni macchinari e l’introduzione della tecnologia, i metodi di lavorazione e i prodotti finali sono rimasti abbastanza invariati. Vi si trovano i classici recipienti rustici come i capasoni, i pitali, i trimmoni, le capase, di uso contadino e domestico; una produzione vascolare più raffinata con vasi decorati, zuppiere, piatti, brocche, le acquasantiere, i fischietti, le maschere e suppellettili vari. Un posto rilevante occupa la produzione vascolare di tradizione greca e apula, ossia una perfetta imitazione della ceramica prodotta nel periodo magnogreco in Puglia, quando si raggiunsero livelli eccellenti di artigianato artistico. Dalla tradizione classica deriva anche la realizzazione delle maschere fliaciche, un’ interessante imitazione delle grottesche maschere greche utilizzate nel teatro di mimica e pantomima. Un posto di rilievo occupa la produzione del cosiddetto Pumo, oggetto portafortuna, simbolo di prosperità che adorna balconi ed abitazioni nel segno della speranza e della buona sorte, oggetto molto richiesto, tanto da essere scelto come bomboniera di matrimonio della figlia del magnate dell’acciaio indiano, Pramod Agarwal, col particolare dello sfarzo: ogni pumo è stato completamente placcato in oro.
Non manca una produzione più contemporanea che segue tendenze più attuali volte a soddisfare un pubblico più ampio.
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor