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San Cataldo/ La città festeggia il suo Patrono

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

8
MAG
2015
E’ avvincente la storia plurisecolare dei festeggiamenti in onore del Santo, che da alcuni decenni hanno assunto a Taranto una valenza non soltanto religiosa e civile, ma anche di grande spessore culturale. Dopo anni di festeggiamenti in tono minore, i tarantini riservano a questa festa la stessa accoglienza che ogni anno rinnovano per i Riti della Settimana Santa
 
 
Monsignor Santoro, nel dare l’annuncio dei festeggiamenti, ha invitato l’Arcidiocesi a partecipare alla festa in cui la Chiesa di Taranto chiede al Santo Vescovo Cataldo di allontanare le ombre che ancora gravitano sulla nostra terra.
E’ avvincente la storia plurisecolare dei festeggiamenti in onore del Santo, che da alcuni decenni hanno assunto a Taranto una valenza non soltanto religiosa e civile, ma anche di grande spessore culturale con il coinvolgimento della Scuola ionica. Tutto ciò ha portato ad un risveglio, dopo anni di festeggiamenti in tono minore, a questa festa alla quale i tarantini riservano la stessa accoglienza che ogni anno rinnovano per i Riti della Settimana Santa.  
Anche per questa occasione abbiamo attinto informazioni dallo storico tarantino Antonio Fornaro che ci ha tracciato la storia interessante delle varie statue che hanno rappresentato il simbolo intorno al quale i tarantini hanno tributato l’omaggio nel corso dei secoli al loro Santo Patrono.
L’attuale statua è l’ultima rispetto al mezzo busto del 1346. L’attuale icona in argento, è stata realizzata dall’artista scultore Virgilio Mortet ad Oriolo Romano. La tradizionale processione a mare si svolge dal 1933. Grandi sono i miracoli attribuiti al Patrono dell’Arcidiocesi tarantina come l’allontanamento della peste a Taranto e quello di ben 2 terremoti, uno nel 1456 e l’altro nel 1627.
Un detto vuole che San Cataldo sia amante dei forestieri e di ciò i tarantini non sono gelosi perché sta a significare che il senso dell’ospitalità è presente nel capoluogo ionico.
La cerimonia di consegna della Statua al Sindaco viene indicata con il nome dialettale tarantino “Pregge” che significa privilegio concesso alla città di tenere in consegna fino al 10 maggio la statua del Santo Patrono.
Anticamente ai lati esterni della Cattedrale si svolgeva la Fiera delle stoviglie in ceramica e dei pupi in ceramica rappresentanti statuine di San Cataldo e altri oggetti del folklore.
Fino ad un decennio fa il dolce tipico tarantino era la copeta alla quale si è affiancato da alcuni anni il dolce di San Cataldo del maestro pasticciere Giovanni Doro.
Le nostre nonne si rivolgevano nelle loro preghiere al Santo invitandolo a tenere lontane da Taranto le minacce di peste, fame e terremoti.
Numerose sono le attestazioni e le presenze di statue e dipinti nel capoluogo ionico ma manca una strada intitolata al Santo, infatti nella toponomastica cittadina l’unico riferimento è a via Anello di San Cataldo che si trova nel periferico quartiere di San Vito.
Si chiama Anello di San Cataldo il citro che si può vedere in Mar Piccolo e che secondo la tradizione sembra sia stato introdotto dal lancio dell’anello episcopale in quel posto da parte del vescovo Cataldo.
E’ ancora viva la polemica sulla nazionalità d’origine del Santo; i più lo vogliono irlandese ma alcuni studiosi ipotizzano che possa essere stato longobardo.
I tarantini della nostra generazione non potranno dimenticare il furto sacrilego della statua del Santo avvenuta la notte del 2 dicembre 1983. Il primo Ponte Girevole di Taranto era intitolato a San Cataldo e al re Umberto I. Una statua in marmo di otto tonnellate e alta 5 metri è presente nel Porto Mercantile della città. 
Anticamente erano quattro le feste dedicate al Santo che comunque morì l’8 marzo. Molto diffuso è in Italia e nel mondo il culto per Cataldo, con la presenza anche di un lebbrosario nel Burundi e di un Centro Medico Sociale in India.
Anche ex voto importanti attestano i miracoli operati dal Santo. Di lui hanno scritto il poeta Tommaso Nicolò d’Aquino e il D’Annunzio nella “Canzone dei Dardanelli”.
Quelli di Taranto in onore del Santo Patrono sono festeggiamenti destinati a svilupparsi nell’immediato futuro in maniera interessante, se si pensa che si è passato dal tradizionale consumo dell’ultimo “sannacchiudere”, trasmessoci dai nostri padri, alle grandi aperture sociali e culturali, ma soprattutto verso i giovani della Scuola ai quali è affidato il compito di non far morire questa grande festa.
Intanto, onoriamola noi con la nostra presenza.
 
IL CRISTO VELATO
I festeggiamenti in onore di Cataldo, il Santo Patrono di Taranto e della Diocesi del capoluogo ionico, targati 2015, quest’anno si impreziosiscono della presenza di una copia perfetta del “Cristo Velato” del grande scultore Giuseppe Sanmartino del 1700, realizzata nel 2010 dallo scultore casertano Pietro Santamaria.
Il capolavoro del “Cristo Velato” sarà visitabile nel Cappellone di San Cataldo fino al prossimo 15 maggio dalle 8 alle 13 e dalle 15 alle 20.
La importantissima opera è arrivata a Taranto grazie all’intesa tra Vera Corbelli, Commissario Straordinario per le bonifiche, e l’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro.
Il “Cristo Velato” è una delle più belle opere del mondo. Fu realizzata nel 1752 dal Sanmartino (tre sue opere marmoree sono presenti nel Cappellone di San Cataldo della città ionica) su incarico di Raimondo Di Sangro, Principe di San Severo. L’opera, realizzata in un unico blocco di marmo, è perennemente esposta nella Cappella San Severo di Napoli. Il velo scolpito sulla pietra è trasparente e tanto reale che ci fu chi ritenne che esso fosse stato il frutto di un processo di marmorizzazione del tessuto compiuto dal Principe di San Severo che aveva fama di alchimista e di audace sperimentatore.
L’opera ha attirato visitatori da tutto il mondo già dal 1700. Tra i moltissimi estimatori anche il grande scultore Antonio Canova che tentò invano di acquistare l’opera.
Matilde Serao se ne servì per citarla in un suo lavoro letterario. Il maestro Riccardo Muti ha scelto questo volto del Cristo per la copertina del suo “Requiem” di Mozart. Lo scrittore argentino Hector Bianciotti ha parlato di “Sindrome di Stendhal” al cospetto del velo marmoreo che si presenta “piegato, spiegato, riassorbito nelle cavità di un corpo prigioniero sottile come garza sui rilievi nelle vene”. Adonis, uno dei più grandi poeti contemporanei, ha definito il Cristo velato “più bello delle sculture di Michelangelo”.
 
I FESTEGGIAMENTI
Caratterizzano i festeggiamenti cerimonie religiose, processioni, per terra e per mare, manifestazioni civili, la diciottesima Giornata Cataldiana della Scuola, il Palio di Taranto e il Premio “Cataldanium”, a cura del Comitato per la Qualità della Vita, che si è svolto ieri nell’Hotel Akropolis, in vico Seminario. Il premio è stato assegnato alla Confraternita tarantina di San Cataldo in Santa Caterina. Inoltre è stata assegnata una targa all’organizzazione dei festeggiamenti in onore di San Cataldo che si svolgono a Corato.
Altro premio, molto ambito, è quello che sarà assegnato domani sera, sabato 9 maggio, e che ha per titolo “Cataldus d’Argento”, consistente in una statua in argento del Santo e che viene assegnata a varie categorie sociali che si distinguono nell’ambito cittadino.
Per quanto attiene l’aspetto processionale, domenica scorsa 3 maggio, si è svolto il tradizionale raduno delle Confraternite dell’Arcidiocesi di Taranto con il pellegrinaggio alla tomba di San Cataldo.
Grande attesa c’è per questa sera alle 18,45 per la consegna della Statua del Santo dal Capitolo Metropolitano al sindaco di Taranto per la tradizionale Processione a Mare. L’argento simulacreo sarà imbarcato alla banchina Sant’Eligio al Porto Mercantile sulla nave “Cheradi” per la processione a mare. La fanfara della Marina Militare effettuerà un servizio musicale in prossimità del Monumento del Marinaio. Al passaggio del Canale Navigabile ci sarà la tradizionale fiaccolata a pioggia d’argento e la benedizione di mons. Santoro al mare, alle navi e alle barche dei pescatori.
La processione farà rientro in Cattedrale. Domenica 10 maggio, solennità di San Cataldo, dopo il solenne pontificale delle 17 nel Duomo, alle 18,30 ci sarà la processione della Statua del Santo nelle strade della Città Antica e nel Borgo Umbertino. Dal bancone della Chiesa del Carmine l’Arcivescovo rivolgerà il saluto alla Città e all’Arcidiocesi e impartirà la solenne benedizione. La processione sarà accompagnata da due Bande musicali.
Fino al 10 maggio sarà possibile visitare il  Museo Diocesano e una importante mostra unitamente al XV Concorso del Manifesto indetto nella XVIII Giornata Cataldiana della Scuola.
Oggi pomeriggio si svolgerà il Palio di Taranto. Domani mattina ci saranno nel Palazzo Arcivescovile le premiazioni dei vincitori del Concorso sul Manifesto e delle gare sportive. Sarà possibile anche visitare il Castello Aragonese.
 
 
 


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