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Grace Hall/Burlesque libera tutti

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

22
MAG
2015
Non chiamatelo siparietto erotico: lo spettacolo in scena all’Orfeo ha incantato il pubblico, ricordando i fasti di una grande tarantina, Anna Fougez
 
 
Non è facile per il cronista introdurre un personaggio della portata di Grace Hall, al secolo Emma Nitti, artista poliedrica, attrice, cantante, regista, produttrice, presentatrice, trainer e direttrice artistica de “Il tempio del burlesque” e dello spettacolo “Grace ‘s Tricks Revue”, ma soprattutto regina italiana del “burlesque”.
A noi tarantini torna alla mente un grande personaggio femminile, la concittadina Anna Fougez, vissuta tra la fine del 1800 e morta nel 1966. Artista poliedrica anche lei, attrice, cantante soprattutto della canzone classica napoletana,  cabarettista di grande valore, la cui fama varcò i confini nazionali e che morì con il desiderio di tenere una tournèe nelle più grandi città europee e americane.
Si tratta, tuttavia, con riferimento a Grace Hall e alla Fougez, di due personaggi che esprimono il loro tempo e che alla storia passano come innovatrici.
Incontriamo Grace nel suo camerino, all’interno del Teatro Orfeo, durante le prove del suo spettacolo qualche ora prima di calcare le scene.
Non è affatto emozionata, anzi ci accoglie affabilmente mettendoci a nostro agio. 
 
Chi ti ha parlato per la prima volta del “burlesque”?
«Sono sempre stata molto curiosa. Stavo mettendo in scena uno spettacolo omaggio al nostro Teatro di Varietà , ho iniziato a documentarmi su testi del teatro di Rivista dei primi del Novecento e nelle varie ricerche, ho voluto vedere cosa succedeva in altre Nazioni contemporaneamente ed ho scoperto il Burlesque. Fu amore a prima vista!».
A che età hai esordito sul palcoscenico e quale ricordo conservi?
«Ho esordito come attrice  a 19 anni con l’ “Ippolito” di Euripide accanto ad Antonio Pierfederici e Riccardo Polizzi Carbonelli. Un ottimo inizio. E’ stata un’esperienza bellissima dalla quale ho imparato moltissimo, il debutto è stato all’Anfiteatro di Ostia Antica davanti a 4.000 persone! La mia prima esibizione Burlesque risale invece al  2009. Mi ha spinto la voglia di essere indipendente. Da attrice dipendevo da troppe dinamiche che non potevo controllare. Nel burlesque sono io ad inventare il mio mondo,  il mio spettacolo e a gestire la mia carriera a tutto tondo».
Cosa ha di particolare per te il “varietà”?
«La possibilità che offre di esprimermi a 360 gradi. Inoltre  essere  impresaria ed imprenditrice di me stessa senza dover dipendere da nessuno». 
Quali sacrifici richiede una professione già di per sé così impegnativa?
«Si viaggia molto e curo tutto da sola nel minimo dettaglio: ci vuole molta dedizione, volontà  e passione».
Qual è l’età migliore per incominciare a muovere i primi passi nel mondo del “burlesque”, ops varietà?
«Non credo ci sia un’età specifica, sicuramente se si è troppo giovani si ha meno consapevolezza dell’esser donna…si risulta un po’ naif, i modelli poi oggigiorno sono quelli delle veline o stereotipi … è difficile trovare la propria identità e l’espressione di una femminilità consapevole. Quando si è un po’ più “mature” forse si è più a proprio agio con se stesse ma non è detto…».
Riesci a conciliare la vita privata con quella professionale che ti vede impegnata non soltanto sul palcoscenico ma anche nella regia di spettacoli?
«Cerco di fare il mio meglio e di preservare la mia vita privata il più possibile. Spesso non è facile, si viaggia molto e tra prove, lezioni , spettacoli ed eventi che produco, il tempo è poco ma cerco di renderlo di qualità…Non sempre ci riesco ma le mie scelte sono dettate dalla voglia di condividere più tempo con la mia famiglia».
Quale è fino ad oggi il tuo ricordo più bello nel tuo giro tra i palcoscenici del mondo?
«Non ce n’è uno in particolare, ogni esperienza mi lascia un tesoro e quello che mi piace di questo lavoro è la condivisione con altri artisti ed altri mondi che non avrei mai conosciuto se non ne fossi entrata in contatto grazie a questo spettacolo. Il burlesque mi fa viaggiare moltissimo e ho la preziosa possibilità di entrare in contatto con culture diverse e di vedere posti che non avrei mai conosciuto… Viaggiare è un arricchimento incredibile! Mi sento una privilegiata in questo senso».
Perché hai pensato di istituire la scuola di “burlesque”? Ce ne vuoi parlare?
«La mia scuola vuole essere un omaggio alle donne, aiutarle nell’accettazione di sé, del proprio corpo, offrire degli strumenti, apparentemente leggeri, per amarsi,  riconoscere il proprio potenziale e imparare un linguaggio del corpo più consapevole».
Secondo te lo spettatore che per la prima volta si affaccia al mondo del “burlesque” ne resta subito affascinato, incuriosito o cos’altro?
«Senz’altro affascinato. Soprattutto il pubblico femminile che viene incantato dai costumi e dalle atmosfere che esaltano  l’essere donna. C’è un’identificazione o un desiderio di identificarsi con la “Diva “ che è sul palco».
Quali sono i tuoi prossimi impegni per l’imminente stagione estiva?
«Nel mese di maggio sarò  in Francia per il  ‘Strasburgo Burlesque Festival’; poi sarò in scena con il mio ‘Grace’s Tricks Revue’ con la partecipazione di Meka La Creme direttamente dal North Carolina, negli Stati Uniti d’America, e continuerò il tour per l’Italia  fino a metà giugno. Dopo partirò per una tournee americana per circa un mese e mezzo. 
Continuerò a lavorare a un documentario come regista sulla scena del ‘Burlesque internazionale’. Sento la necessità di raccontare, da dentro, questa meravigliosa forma artistica per svelarne il fascino, tutt’oggi, occulto a molti. In Italia, per fare un esempio, vige una visione distorta del  burlesque troppo spesso, ahimè, identificato come uno squallido siparietto erotico: alcuni, con estrema inconsapevolezza, hanno addirittura parlato di burlesque come di un “Bunga Bunga”. Il documentario intende sgretolare ogni pregiudizio nato intorno a questo ballo, offrendone gli aspetti più brillanti e variegati e abbandonando ogni sorta di clichè o stereotipo. 
Sul palco, infatti, ogni performer esprime se stesso in piena libertà, afferma l’unicità del proprio corpo e compie un’esperienza meravigliosa. Il progetto, inoltre, riflette sulla società odierna, soffermandosi, naturalmente, sulla figura femminile, troppo e spesso stereotipata».  
Cosa pensi del pubblico tarantino, anche se la tua esperienza fino a oggi è stata limitata a un solo spettacolo?
«Fantastico! Si è lasciato travolgere ed ha partecipato con un entusiasmo unico… Non vedo l’ora di ritornare in Puglia! Vedere tutto il pubblico del Teatro Orfeo (che era sold out) in piedi a ballare mi ha commosso profondamente!».
Per il “burlesque” quanto è importante l’essere attrice e cantante?
«Beh, credo sia un valore aggiunto… Gypsy Rose Lee, Mea West, le grandi icone di una volta,  erano attrici e cantanti…».
Come avviene la preparazione di uno spettacolo e quanto tempo porta via?
«Dietro un numero di pochi minuti c’è un lavoro enorme su  musica, ideazione e creazione dei costumi funzionali alla performance, trucco, coreografie».
Se dovessi iniziare oggi questa straordinaria, ma anche molto difficile e impegnativa attività, la rifaresti volentieri?
«Certo, il burlesque mi sta dando moltissimo ed  io lo sceglierei sempre. Se non c’è sforzo ed impegno non si ottengono dei risultati; o prendi tutto il pacchetto o niente. Lo rifarei di nuovo… assolutamente».
Quale messaggio vorresti lanciare ai giovani che si apprestano a calcare le tue stesse orme? 
«Posso solo invitarli ad impegnarsi molto, fare ricerca, avere dei riferimenti iconografici, stilistici per poi trovare il proprio stile personale, onorare il teatro ed essere generosi sul palco e nella vita. Sono ovviamente necessari background di palcoscenico, confidenza con il proprio corpo, molta disciplina, volontà  ed una vena imprenditoriale. Puoi essere la più brava al mondo ma se non hai testa per gestirti, meglio lasciare stare.
E' un mondo per donne intraprendenti che sanno prendere in mano la propria vita».
 
Fin qui l’intervista.
Noi che abbiamo conosciuto da vicino la protagonista, ne abbiamo ricevuto un’ottima impressione come donna, professionista e manager del suo non facile impegno artistico.
Nelle scorse settimane ha prima calamitato e poi incantato il pubblico tarantino accorso numeroso nel prestigioso e centenario teatro “Orfeo”, come nelle grandi occasioni.
Un pubblico perlopiù al femminile formato da poche giovani e da donne che trascorsero la loro giovinezza a contatto con l’avanspettacolo.
Va bene lo stesso perché per i giovani e le giovani tarantini ci saranno certamente altre occasioni, importanti come quella proposta dalla Grace per conoscere e soprattutto innamorarsi del “burlesque”.
Uscendo dal teatro abbiamo a volo captato qualche commento che gli spettatori si scambiavano reciprocamente del tipo: “certo che uno spettacolo va prima visto e poi criticato”. “Sono entrato avendo qualche pregiudizio sul ‘burlesque’, ma la scena, la musica, i balli, la scenografia e i protagonisti mi hanno sonoramente smentito’. 
E noi aggiungiamo, a conclusione: “Credeteci, ne vale la pena innamorarsi del ‘burlesque’ perché è un mondo che affascina e che trasporta”.
 


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