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Martina Franca - Annagrazia Cecere/ Una promessa della scienza medica

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

29
MAG
2015
Un altro fiore all'occhiello per Il corpo docente del Liceo Classico "Tito Livio"di Martina Franca attualmente presieduto dal professor Giovangualberto Carducci;
questa volta parliamo di Annagrazia Cecere che in meno del previsto, a soli 25 anni e con il massimo dei voti, ha raggiunto la Laurea il medicina e chirurgia, quindi già dottoressa, e senza alcuna esitazione si avvia verso il conseguimento di una formazione specialistica post-laurea.
La sua vocazione è rivolta verso gli studi delle malattia cardiache pensando di offrire ai suoi futuri pazienti non solo il meglio delle sue competenze professionali,ma soprattutto quel supporto umano del quale oggi più che mai il paziente ha bisogno.
La dott.ssa Annagrazia Cecere è già stata individuata e accolta dal prof. Marco Matteo Ciccone, Direttore della scuola di specializzazione in Malattia dell’apparato cardiovascolare presso l’Università di Bari, insieme al dott. Pasquale Palmiero. I due sono soci fondatori e presidenti della nota Società Scientifica  e da anni seguono con impegno e tanta dedizione la formazione dei giovani medici sul territorio pugliese.
Nel corso del XIV° congresso Nazionale ICISCU (Italian Chapter Interanational Society Cardiovascolar Ultrasound) svolto a Bari il 14 e 15 maggio presso l’Aula Magna “G.De Benedictis Università di Bari tra i tanti giovani medici, relatori di ognuno il suo caso, la dott.ssa Annagrazia Cecere si è distinta  per la seconda volta, dopo lo scorso anno a Brindisi, esponendo un particolare caso da lei seguito: un linfoma sconfitto vent’anni fa ad una signora, ha sviluppato attualmente un raro tumore cardiaco.
La stessa dottoresa Annagrazia Cecere s’è sentita talmente impegnata che ha profuso particolare attenzione e  dedizione fino ad acquisirne profonda conoscenza del raro caso. Utilissima la collaborazione tra L’Università di Bari e Lrcss Ospedale “Casa di sollievo della Sofferenza di S:Giovanni Rotondo” che le ha consentito con l’uso di sofisticati strumenti all’avanguardia di approfondire la patologia della Signora, fino a trarne con la Sua meticolosa determinazione che la presenza di un gene può contribuire alla crescita di cellule tumorali malate.
Lo stile, la chiarezza, l’esposizione cosi compendiosa, insieme alla scrupolosa ricerca che da una semplice intuizione diventa realtà oltre ad aver suscitato interesse ed applausi da parte dei tanti colleghi partecipanti, e l’orgoglio da parte dei suoi “insegnanti”, arricchisce il patrimonio culturale della ricerca scientifica.
 


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