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ALBERTO LUINI/La cura delle parole

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

12
GIU
2015
Parlare di sofferenza e cancro è sempre complesso. Quando arriva una diagnosi di tumore tutto cambia, perché  il cancro del corpo inizia ad estendersi e contagiare anche l'anima e la mente. È  quindi  fondamentale curare la persona prima ancora di “distruggere la malattia". Ne parliamo con uno dei massimi chirurghi a livello internazionale
 
 
“Quando nel dolore si hanno compagni che lo condividono, 
l'animo può superare molte sofferenze"  
William Shakespeare
 
Per il tumore, male oscuro della nostra epoca, si sono aperti squarci nel buio che inducono a dare più credito alla scienza, alla ricerca, alla cultura della prevenzione e all'importanza di un sano e positivo dialogo con se stessi e con ogni cellula del proprio corpo che risponde a ogni singolo pensiero e parola che pronunciamo, tenendo conto della  dimensione emotiva e psicologica, ma anche del contatto con  il mondo esterno.  A tal propostito, insieme al Prof. Luini, chirurgo senologo e Co-Direttore del Programma Senologia di IEO entreremo nel  complesso  e  doloroso  mondo del male oscuro.
 
Gentile Prof. Luini, cosa può dirci circa l' incidenza dei tumori al seno, sono in aumento o in diminuzione? Le donne affette da questo tipo di tumore sono più curabili rispetto al passato?
«Le statistiche ci rappresentano solo fino a un certo punto. Ecco perché non userò numeri: siamo persone, ogni persona ha propria specificità che va rispettata senza entrare in enormi gruppi senza volto rappresentati da percentuali. Quando una donna mi chiede quale probabilità di ammalarsi abbia oppure su quale percentuale di guarigione possa contare provo a spiegare che il tumore al seno è un po' in aumento, è vero, ma è anche una malattia la cui guaribilità sta aumentando molto per due ragioni: la diagnosi precoce permette di scoprire lesioni mammarie sempre più piccole e inziali e le cure di eccellenza hanno un'efficacia notevole. 
I tumori al seno sono quindi in aumento ma la guaribilità è superiore rispetto al passato (grazie alla diagnosi precoce e alle cure di eccellenza)».
 
Parlando di tumore al seno, la parola d'ordine è  cultura della prevenzione. La mammografia rappresenta l’esame più  utilizzato per la ricerca dei tumori ma non basta, considerando le riscontrate situazioni  di falsi positivi che  inducono  a trattamenti non necessari e al rischio ancora più grave  di falsi negativi, che portano a non rilevare un cancro in atto.  Cosa può dirci in merito? A quale età è consigliabile iniziare a fare una mammografia? 
 
«Mammografia ed ecografia mammaria sono i due esami da usare nella maggioranza della vita della donna: ecografia e mammografia sono entrambe necessarie una volta all'anno. Ogni situazione va valutata da un senologo/a ma nei casi di rischio personale non aumentato per forte familiarità l'ecografia mammaria si può iniziare ai 30 anni e la mammografia ai 40 (senza abbandonare l'ecografia). Prima dei 40 anni si usa di solito solo l'ecografia mammaria, salvo eccezioni di particolare rischio familiare. Si usa  la mammografia solo a età più avanzate, a giudizio del radiologo. I controlli sono annuali. Eviterei di addentrarmi nel discorso dei falsi positivi e falsi negativi: esistono e si sa, nessuno l'ha mai nascosto, ma trovo che siano discussioni pretestuose in una necessità di informare con chiarezza e onestà le donne senza generare allarmismo ma anche sottovalutazione. Gli studi che sottolineano che la diagnosi precoce riduca il rischio di morte per tumore sono ormai tantissimi, è ingiusto nei confronti delle donne essere ancora qui a discutere dei "se" e dei "ma". Iniziamo a fare controlli seri in centri che sanno eseguire bene ecografia e mammografia: questa è la cultura della prevenzione. Esistono altri esami che si aggiungono a mammografia ed ecografia mammaria solo in caso di necessità e a giudizio del senologo/a (come la risonanza magnetica mammaria e l'agoaspirato): suggerisco la lettura dell'ebook #SENONLOSAI e il sito di IEO (Istituto Europeo di Oncologia www.ieo.it) ha una lunga e dettagliata parte curata da me e dal Prof. Aron Goldhirsch (con lui dirigo il Programma Senologia di IEO)». 
 
Anche nella terapia l'obiettivo è l'attenzione alle persone nella loro identità completa, un esempio è rappresentato dal caschetto per salvare i capelli dalla caduta dovuta dalla chemioterapia.Cosa può dirci in merito?
«L'uso della cuffia ghiacciata per ridurre il rischio di caduta dei capelli è in studio in IEO (ma è noto da anni, senza una sperimentazione specifica) sono fiducioso, mi auguro davvero che si possa ridurre il rischio di alopecia nella maggioranza dei pazienti anche se mi auguro ancora di più che si arrivi a scoprire farmaci non alopecizzanti per tutte le patologie oncologiche. Idealmente spero che si arrivi a farmaci così mirati da non provocare effetti collaterali, compresa la perdita dei capelli». 
 
Parlando di Mastectomia e di alcune cure come il blocco ormonale che si prescrive in tanti casi di tumore al seno dopo la chirurgia, cosa può dirci in merito?
«Il blocco ormonale si prescrive quando un tumore asportato era sensibile agli ormoni estrogeni e/o al progesterone, a prescindere dal tipo di intervento (che non è necessariamente una mastectomia, può essere anche una quadrantectomia). Il blocco ormonale di fatto simula una menopausa: in #SENONLOSAI si trovano tutte le indicazioni specifiche per affrontare il problema, comunque qui in estrema sintesi possiamo dire che bloccare l'effetto o la produzione di estrogeni e pregesterone può causare sintomi e segni tipo menopausa. Vampate, gonfiore, insonnia, secchezza vaginale... Le donne con una vita attiva e un livello culturale medio-alto (che implica avere tanti interessi, tanti impegni mentali) di solito non soffrono molto per questi ipotetici effetti collaterali soprattutto perché hanno cura di sé e ascoltano il suggerimento più importante in assoluto: fanno attività fisica almeno tre volte ogni settimana. Un'attività fisica che fa fare fatica contribuisce ad alleviare tutti i fastidi del blocco ormonale: chissà perché, questa verità piace poco alle donne che cercano da tutte le parti inutili integratori invece di fare esercizio regolare.Consiglio sempre alle donne che ricevono la prescrizione di terapia ormonale di vivere questa cura come un aiuto e non un nemico: il blocco ormonale ha una capacità protettiva altissima e gli effetti collaterali si possono affrontare e risolvere bene. La mastectomia è un intervento che si esegue nel 30% circa dei casi di tumore al seno e prevede l'asportazione del seno con ricostruzione immediata con diverse tecniche di chirurgia plastica. E' un intervento certo traumatico perché prevede l'asportazione di tutta la ghiandola mammaria, ma in alcuni casi è necessario: la ricostruzione immediata secondo noi dovrebbe essere garantita in tutti i casi (come accade in IEO). La tecnica di ricostruzione mammaria è decisa dai chirurgi plastici che lavorano in stretta collaborazione con i senologi». 
 
 
Il professor Umberto Veronesi ha scoperto il linfonodo sentinella e ha proposto la quadrantectomia come sistema per salvare la vita delle donne preservandone il seno il più possibile, a queste scoperte ne sono seguite altre. Lei è uno dei due ideatori della tecnica Roll (Radioguided Occult Lesion Localization), ossia la tecnica più usata  per l’asportazione chirurgica delle lesioni non palpabili della mammella. Come avviene l'esportazione?
«La ROLL usa un tracciante radioattivo iniettato nel luogo della lesione mammaria da asportare: il tracciante serve per arrivare con precisione assoluta nel punto da operare, senza errori e risparmiando il tessuto sano intorno. Con la diffusione della diagnosi precoce la necessità di operare tumori non ancora palpabili è molto aumentata: ecco perché la ROLL è una tecnica così importante e ha preso piede in tutto il mondo. Bisogna togliere la lesione sospetta in modo esatto senza pregiudicare l'integrità corporea della donna. Se un nodulo (o un gruppo di microcalcificazioni) non si può palpare con le dita, va identificato e tracciato con un mezzo debolmente radioattivo.Provate a immaginare di togliere un granello di polvere di pochi millimetri da un seno senza sentirlo con le dita: ecco il senso della centratura con ROLL». 
 
 
Per Emma Books ha pubblicato #SENONLOSAI. Domande e risposte sulla salute del seno. Diventerà presto cartaceo?
«La richiesta effettivamente è molto alta, posso solo rispondere: vedremo. Il prezzo di 99 centesimi è stato voluto da me per una ragione molto precisa: questo ebook serve per informare e non è uno strumento di marketing».
 
Secondo le indicazioni  presenti  nell’ebook e spiegate da Lucilla Titta, la  prevenzione primaria, cioè quella che permette di rendere massima la probabilità di salute, si basa sullo stile di vita e sull’alimentazione equilibrata di stampo  mediterraneo. Quali altri consigli si sente di dare per  un sano "equilibrio" tra mente e corpo?
«L'equilibrio tra mente e corpo è fondamentale, ecco perché esercito cautela ogni volta che si parla di statistiche, rischi e stile dei vita. Attenzione alle parole, grande attenzione: prevenzione è anche non terrorizzare la gente, prevenzione è consentire alla popolazione di vivere da sana amando e aiutando se stessa e mettendo in atto procedure utili a ridurre il rischio di malattia senza terrorismo comunicativo. Terrorismo comunicativo è anche quello di chi afferma con certezza che tra pochi anni i malati di cancro saranno un numero inaudito: chi aiuta sapere una cosa del genere che – tra l'altro – non è nemmeno possibile da prevedere in modo realistico?La paura non ha mai aiutato nessuno, la serenità invece permette di diventare consapevoli senza nevrosi. Essere consapevoli non è essere terrorizzati e c'è anche un'altra questione: i medici e i ricercatori che vogliano essere davvero credibili dovrebbero porsi con una certa sobrietà, pesando le parole e le loro conseguenze. Equilibrio tra corpo e mente per la popolazione è anche avere interlocutori credibili e equilibrati. I consigli di prevenzione primaria si trovano nell'ebook. Lo stile di vita è molto importante anche se – per onestà va detto – finora non abbiamo ancora chiaro quale sia l'impatto concreto e reale sulla riduzione del rischio di ammalarsi di tumore al seno. Sappiamo che serve avere uno stile di vita sano, ma non possiamo onestamente affermare che sia una garanzia: non lo è. Lo stile di vita comprende attività fisica, astensione totale dal fumo di sigaretta (la donna ha un DNA particolarmente fragile ai danni da fumo), lo stile alimentare. Diciamo che una donna che fuma secondo me non ha calcolato che il rischio di sviluppare malattie fatali al cuore e alla circolazione oppure alcuni tumori per lei è altissimo. Andando al di fuori e al di là della prevenzione del tumore al seno, vorrei ricordare alle donne il rischio di tumore dell'utero da Papillomavirus: non è contesto qui, ma mi auguro che ormai tutte le donne sappiamo che esiste la vaccinazione contro le forme più pericolose di Papillomavirus. Questa è prevenzione primaria». 
 
Lei  attribuisce estremo valore al dialogo con i suoi pazienti. Anche le parole possono essere usate per curare?
«Sempre. Le porto un esempio che sembrerà sciocco tanto per divagare un momento: mi capita di vedere alcuni social network come Facebook e resto stupefatto da quanta gente non abbia la minima idea di farsi leggere la vita e creare danni relazionali con semplici frasi che ritengono innocue. Frasi che credono costruite egregiamente, veri e propri esempi di allusione e che invece sono palesi danni a chi le scrive e a gente intorno. Perché tanta gente fa così? Perché non ha la minima idea di cosa siano le parole, non ha mai vissuto le conseguenze delle parole. Ma andiamo ad altre parole: ho sposato una senologa scrittrice, MariaGiovanna Luini, che ha fatto delle parole una cura e concordo del tutto con lei nel trattare con estremo rispetto le parole date e ricevute. Con le parole si può uccidere, letteralmente, ma si può anche curare: i medici sanno benissimo quanto sia importante usare le parole giuste con il tono giusto, e lo sanno anche gli scrittori. Saperlo qualche volta non equivale ad agire di conseguenza, purtroppo: i danni comunicativi esistono ancora, spero che si arrivi presto a una piena comprensione della necessità di imparare a comunicare. Tutti dovremmo avere molta più cura delle parole, in ogni contesto. E guardi che alludo prima di tutto a noi medici e infermieri: dobbiamo essere più preparati e attenti alle parole. Voi giornalisti siete alleati preziosissimi dei medici e a me piace molto lavorare con i giornalisti in un reciproco scambio di pofessionalità e competenze. Un esempio di grande giornalismo scientifico è Nicoletta Carbone di radio24 ("Cuore e denari", "Essere e benessere")».
 
Quanto conta la speranza nella lotta contro il cancro e soprattutto che ruolo hanno le emozioni nella salute e nella malattia del corpo? La malattia insegna che le emozioni sono capaci di guarire o farci ammalare, è così?
«Le emozioni hanno un ruolo, il rispetto di chi sta male chiede che i medici trattino con molta cautela l'argomento perché la verità è solo una: sappiamo che le emozioni hanno un ruolo ma ancora non sappiamo con esattezza come gestire le emozioni per aiutare le persone a guarire. Una cosa mi sembra certa: alcune forti emozioni negative (dolore, rabbia) rimosse o non vissute a tempo debito possono generare danni fisici. E non alludo solo al cancro: pensiamo al crepacuore, che è stato identificato e riconosciuto come entità fisiopatologica. Dire che un lutto provochi malattia è sbagliato: non è il lutto a creare le condizioni per la malattia fisica (salvo alcune eccezioni che riguardano la funzione cardiaca), ma l'accumulo interiore di una quantità enorme di dolore non espressa, non tirata fuori, non manifestata. Ecco perché mi inquieta sempre notare che tante donne si ritengono "fragili" se piangono e "forti" se chiudono dentro di sé il dolore, la rabbia, la disperazione. Le emozioni vanno espresse, vissute: il dolore si gestisce molto meglio se quando arriva si vive, si accetta. Piangere non è debolezza, è forza. Tanti approcci terapeutici della psiche durante una malattia tumorale invitano a esprimere le emozioni con vari metodi: le emozioni sono dannose se chiuse dentro di sé, bloccate, ferme.
La speranza DEVE esistere sempre. Ogni informazione anche negativa può essere comunicata senza togliere dignità e speranza, e guardi che alludo anche a contesti non medici: pensiamo a chi si vede togliere un lavoro magari con un pretesto o perché mancano fondi. Le parole che riceve quando ha un trauma di questo genere qualificano le persone che le usano e segnano la psiche di chi si trova vittima delle circostanze. Parole cioè emozioni, emozioni da gestire ed esprimere per non stare male anche nel corpo». 
 
Abbandonando per un attimo il camice, la sala operatoria, la corsia dell'ospedale, il suo brillante CV , puà raccontarci chi è  Alberto Luini uomo. Quali sono le sue passioni?
«Parolo poco di me stesso, chi mi intervista lo sa. Sono nato con l'amore e la passione per la chirurgia: al liceo marinavo la scuola per andare a vedere gli interventi chirurgici. Stare in sala operatoria è la mia vita e quando non sono lì amo stare in mare. Amo fotografare e stare all'aria aperta camminando. Avere sposato una scrittrice aiuta: condividiamo lo stesso amore per la pace ritirata del mare e per gli spazi aperti e silenziosi». 
 



Commenti:

Graziella Bizzi 17/GIU/2015

Caro Prof. Luini, dopo aver letto il testo e anche se non la conosco personalmente, sono una paziente IEO dal 2012 perchè operata al seno dal Prof. Umberto Veronesi, mi sento ONORATA di condividere l'amicizia con Lei perchè le sue riflessioni mi danno ogni volta forza, gioia e tanto calore umano. Grazie,grazie,grazie! DI ESISTERE.

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