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Un film/Per conoscersi meglio

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

21
DIC
2012

 

Tudorita Grigore, mediatrice interculturale, introduce una serie di film in lingua originale albanese, rumena, polacca e cinese, nell’ambito di un progetto di integrazione. La visione è gratuita e tranquilli: ci sono i sottotitoli
 
Sono rimasta piacevolmente sorpresa e contenta di avervi partecipato, quando un amico mi ha invitato a una proiezione in lingua rumena presso Palazzo Galeota di Taranto; il film aveva i sottotitoli in italiano e fa parte di un progetto, molto bello e interessante, il BU.VI.S.C. - Buena Vision Social Club. Il progetto intende sviluppare una visione del cinema intesa come strumento amplificatore culturale, veicolo di proposte e attività ricreative e propositive, a servizio di obiettivi e azioni per migliorare i processi di interculturalità, integrazione ed intergenerazione. Tra i partners  di questo progetto, oltre all’associazione “Il Serraglio” che ne è responsabile, anche  “Simbiosi Moderne”, l' associazione multietnica di mediazione interculturale che ha come scopo la solidarietà sociale, umana, individuale o collettiva, per l'integrazione e il reinserimento di soggetti immigrati e svantaggiati, e la valorizzazione delle diversità etniche e culturali. Prima della proiezione del film Tudorita Grigore, mediatrice interculturale, ha spiegato in sintesi la trama, creando un breve dibattito scaturito da possibili interessi che il genere di film avrebbe potuto suscitare. Mi ha colpito molto la sua facilità di comunicare, così spigliata e disinvolta, oltremodo emotiva e passionale. Si intravedeva la sua enfasi nel parlare in italiano a tutto il pubblico, rumeno per la maggior parte, quanto le piacesse intervenire attraverso il film, su due culture diverse. Non ho potuto fare a meno di fermarla al termine della serata. 
 Quanti anni hai  e di dove sei? 
«Ho 54 anni, sono di nazionalità romena». 
Da quanto tempo sei in Italia? E a Taranto? 
«Sono in Italia e a Taranto dal 2006». 
Perché ti sei trasferita qui? 
«Per il lavoro, dovendo sostenere mio figlio all’Università». 
Raccontami il tuo percorso: che lavoro fai? Da quanto tempo lo svolgi?
«Inizialmente, come buona parte delle donne romene, ho svolto la mansione di badante. Ho frequentato presso Il CIFIR Sacro Costato di Taranto un corso per Mediatori Interculturali. Attualmente svolgo attività di interprete e traduttrice, iscritta presso il Tribunale di Taranto. Da qualche anno inoltre, la Dirigente della Statale” A. R. Chiarelli”, quale Scuola coordinatrice, mi chiama, in qualità di mediatrice interculturale, per il sostegno a scolari e studenti romeni». 
Fai parte anche di un’associazione, di che si tratta? Come si chiama? 
«La mia associazione si chiama “Simbiosi Moderne”, di cui è presidente la dott.ssa Olimpia Chereches. E’ un’associazione multietnica di promozione sociale e culturale, che si impegna  per il sostegno degli immigrati in tutti i modi possibili, dalla consulenza legale all’orientamento professionale, dal disbrigo delle pratiche burocratiche al sostegno morale, dalla condivisione delle situazioni spesso insostenibili, sino alla più concreta solidarietà». 
E la collaborazione per la proiezione di film a Palazzo Galeota come nasce? È un progetto? In che consiste?                                                                                          «La proiezione di 25 film a Palazzo Galeota è iniziata nel mese di luglio di quest’anno, con la proiezione settimanale di 5 film in lingua araba.  A seguire c’è stata la proiezione di 5 film in lingua albanese e domenica scorsa, 16 dicembre, c’è stata la proiezione dell’ultimo film in lingua romena: “Love Sick” di Tudor Giurgiu. La programmazione continua con la proiezione di 5 film polacchi e 5 film cinesi, tutti sottotitolati. L’associazione “Simbiosi moderne”,   per la sua natura di associazione multietnica, è stata inclusa, quale partner, nel progetto “BUVISC” Buena vision social club . La proiezione in lingua originale di queste proiezioni, che ha interessato la nostra associazione, è solamente uno degli aspetti del progetto che si articola in diversi altri ambiti che ho appena menzionato». 
Ti piace vivere qui? 
«Non mi dispiace, soprattutto perché con voi italiani ci accomuna la cultura e l’eredità della grande civiltà romana». 
La tua famiglia? 
«La mia è estesa, è una grande famiglia: l’Italia e la Romania». 
Ti piacerebbe restare o tornare in Romania? 
«Quando mi è possibile, torno volentieri in Romania dai miei familiari e da i miei amici».
 


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