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Tiziana Schiavone/Tutti insieme appassionatamente

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

28
DIC
2012

 

Saliamo a bordo dell’associazione Arcallegra e proviamo a svelare, insieme alla sua Direttrice, i segreti di questa allegra brigata che colora di solidarietà e cooperazione intergenerazionale un popolare quartiere martinese
 
C’era una volta la Nonna, albero maestro dell’Arcallegra, ulivo secolare della nostra terra che allunga i suoi rami in un abbraccio generoso e materno raccontando una storia, “L’albero che non dice mai di no”. Si alzi il sipario, lo spettacolo ha inizio. E  nel tempo si evolve, si trasforma, e pian piano, passo dopo passo, arriva lontano. E giunge  alla vetta. Siamo a Roma, il 4 dicembre. E’ solenne la cerimonia. Dinanzi al premier Mario Monti e al Ministro per gli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi,  Andrea Riccardi – Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione – premia il progetto “L’albero che non dice mai di no” dell’Arcallegra - Circolo “Salvador Allende” di Martina Franca-  distintosi  “per aver promosso la partecipazione degli anziani martinesi in attività teatrali e per la notevole capacità di coinvolgimento dei beneficiari sia come attori che come produttori nella realizzazione di opere di sartoria e scenografia”. 
Erano 114 i progetti sull’invecchiamento attivo presentati e ne sono stati premiati solo 11. A ritirare la targa di riconoscimento e il “Premio per l’anno europeo dell’invecchiamento attivo e la solidarietà tra le generazioni 2012” è stata Angelica Schiavone, attrice e promotrice del laboratorio teatrale per anziani e diversamente abili, nonché referente del progetto. «Questo premio -sostiene Tiziana Schiavone, direttrice e responsabile dell’Arcallegra- è stato un riconoscimento ufficiale, una presa di coscienza dell’impegno profuso in tanti anni nell’ambito sociale». 
Tiziana, vi aspettavate questa vittoria?
«Non ci aspettavamo nulla del genere. Avevamo candidato il nostro progetto senza pretese e aspettative. Addirittura la mail che ci comunicava la vittoria, Angelica l’aveva cestinata pensando fosse altro. Ma poi l’inattesa e ulteriore conferma arriva con una telefonata. Ed è festa all’Arcallegra, una festa nella festa».
Quali emozioni ha provato durante la cerimonia di premiazione?
«Un’emozione indescrivibile! Non ci sono parole per spiegare. Mi hanno emozionata molto gli interventi del Premier Monti e del Ministro Riccardi che si sono espressi più dal punto di vista umano che istituzionale. Hanno elogiato gli anziani come colonne portanti della società. Riccardi ha puntualizzato che il 25% della popolazione è formata da anziani, spesso e volentieri considerati il peso della società, ma che  allo stato attuale mantengono economicamente figli e nipoti. Mentre Monti ha espresso il suo rammarico circa il suo essere un nonno visto dai nipoti solo attraverso uno schermo».
Come nasce questo progetto e da cosa prende nome?
«Questo progetto ha origine dal laboratorio di attività teatrale avviato nel 2007 in collaborazione con l’associazione martinese “Pasquale Nessa”. Il primo spettacolo “L’Arcallegra in Halloween” fu allestito all’interno della sede  dell’Associazione. In questa esperienza si videro all’opera persone di ogni età, scambio reciproco di entusiasmo, idee e cooperazione. Ma si volle dare un proseguo più notevole. E proprio da una storia raccontata da un’anziana durante questi laboratori nasce “L’albero che non dice mai di no”. Raccontava della sua vita da bidella, dei ricordi di infanzia, delle abitudini quotidiane, della sua gioventù tanto diversa da quella odierna. Insomma la storia di questa nonna crea il canovaccio dello spettacolo che nel 2008 fu rappresentato al Teatro Verdi con la collaborazione della scuola di Rossella Brescia, con la coreografia di Antonella Chirulli, il tutto diretto da Angelica Schiavone (mia sorella) promotrice del laboratorio, in cui parte attiva e protagonista furono anziani e diversamente abili. Dunque il progetto premiato prende nome da questo spettacolo il cui ricavato fu devoluto in beneficienza per un giovane, Giovanni Battista, vittima di un grave incidente stradale per il quale l’intera Martina si mobilitò. L’obiettivo era in quello spettacolo (rimasto tale anche nel progetto), il protagonismo di persone di qualunque età al fine di stimolare lo scambio intergenerazionale e culturale. Quindi il coinvolgimento attivo e compartecipazione di gruppi di anziani che si sono prodigati a realizzare tutto, dalle scenografie ai costumi, alle letture, alla recitazione».
Quali cambiamenti ha portato questo progetto e la sua premiazione nella coscienza urbana e sociale di Martina?
«Tutti ora sanno ufficialmente che l’Arcallegra è un punto di riferimento per tutti, uno spazio aperto alle iniziative e alle proposte, uno spazio in cui persone di ogni età e genere hanno la possibilità di esprimersi attraverso diverse attività. Tutti sono protagonisti di sé stessi. Tutti hanno un ruolo e un posto, un’identità. E noi come operatrici e operatori dell’Associazione abbiamo acquisito una diversa consapevolezza del nostro compito, del nostro lavoro, del nostro ruolo. E ancora “L’albero che non dice mai di no” ha contribuito al sollevamento di un quartiere della città un po’ emarginato un fine raggiunto già dall’opera ultratrentenne del Circolo».
Durante  l’intervista hai sempre parlato di “diversamente abili” e mai di “disabili”, qual è la differenza?
«La differenza è di carattere etico. Non sono disabili, ma abili in maniera diversa. E noi non siamo uno spazio di terapia, ma di accoglienza e di attività. Tutto si basa sul rispetto reciproco. Anche l’associazione stessa prende il nome da Salvador Allende proprio perché è stato simbolo di giustizia e rispetto per i più deboli. Un circolo associativo  che nasce dall’iniziativa di un gruppo di operai per il sostegno e il rispetto dalla classe operaia». 
Qual è stata la costante, il filo conduttore dell’Associazione dalla sua nascita fino ad oggi?
«Ribadisco: il rispetto! Con lo stesso obiettivo, ossia quello di  rendere protagonisti tutti senza nessuna differenza di età, sesso o altro. Uno spazio, quello della nostra Associazione, che funge da ponte, legame, unione». 
E avrebbe continuato per ore e ore Tiziana a parlare dei suoi ragazzi, delle iniziative, delle idee, con voce pacata, sorriso sereno,  entusiasmo negli occhi e una saggia dose di umiltà. 
 


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