MENU

Maria Giovanna Luini/ Reiki, l'energia che riequilibra

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

25
SET
2015
Esiste la medicina tradizionale, ma c’è anche altro. Ne parliamo con MariaGiovanna Luini, scrittore, divulgatore scientifico, medico all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano
 
Il mistero e l'energia che riequilibra anima, corpo, mente e le naturali difese psicofisiche, attraverso l'uso della cosiddetta "energia universale". Sappiamo bene che il rapporto armonico mente-corpo- anima è fondamentale per il benessere psicofisico. È proprio lì, tra corpo, anima e psiche, che la sofferenza cerca accoglienza e riconoscimento perché le emozioni sospese restano incagliate proprio come in un limbo, in attesa di essere accolte, riconosciute, espresse e "trasformate". I nostri pensieri, le nostre emozioni e i nostri comportamenti, interagiscono continuamente con il nostro sistema energetico, contribuendo al nostro malessere o al benessere, ecco allora che il Reiki, un metodo di connessione spirituale con l'Esistenza e di trasmissione dell'Enegia Universale, può venire in nostro aiuto. Ne parliamo con MariaGiovanna Luini, scrittore, divulgatore scientifico, medico (senologa) all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano (IEO); Master Reiki (diverse tecniche Reiki) e Foundational Practitioner di Reconnective Healing.
 
MariaGiovanna Luini, lei unisce alle specializzazioni come radioterapia e chirurgia generale , il Master Reiki e la pratica di Reconnection. Cosa può dirci della medicina integrata?
«Ognuno ha un modo proprio di prendersi cura degli altri. Per me, per la mia pratica medica quotidiana, integrare significa mettere insieme avendo consapevolezza. La medicina integrata, che io uso, si basa prima su uno studio accurato e approfondito di tecniche e approcci che possono aiutare la gente, poi sulla loro adozione nei casi che ritengo adatti. Integrare cioè mettere insieme, mai separare o escludere a priori: chiunque escluda a priori la medicina tradizionale a favore delle cosiddette “alternative”, per esempio, compie errori madornali, e lo stesso accade a quei medici che, nel nome di un presunto approccio scientifico che in fondo è solo una boa per la propria insicurezza, rifiutano di informarsi, di aprire la mente al dubbio e al mistero. Allargare la mente, il cuore, allargare le braccia per aiutare cercando per ogni singola persona l’insieme delle possibili soluzioni. La medicina integrata richiede studio, costante impegno per non essere approssimativi: avere cura delle persone è questione di amore e coscienza, approssimazione e faciloneria sono bandite. Con la medicina integrata si guarda TUTTA la persona, non la si frammenta in modo eccessivo».
 
Da varie valutazioni emerge che il Reiki ha diversi benefici: è coadiuvante nella terapia del dolore, stimola l’autoguarigione naturale e l’armonia psichica, favorisce il flusso energetico in tutto il corpo, genera un profondo rilassamento ed è complementare ad altri trattamenti medici. In alcuni ospedali del mondo emerge come il Reiki sia efficace nelle terapie del dolore, nell'assistenza pre e post operatoria, durante i trattamenti chemio e radioterapici del malato oncologico. Cosa può dirci in merito?
«Esiste anche in alcuni ospedali italiani, sta prendendo piede e ne sono felice. A lungo ho insistito perché anche in IEO (Istituto Europeo di Oncologia) Reiki fosse adottato, ho fiducia che accadrà perché ho colleghi molto sensibili e attenti. Sono studiosa di Energia da anni e Grand Master Reiki, cioè Master in numerose tecniche Reiki, e ho conseguito le certificazioni di Practitioner in Reconnective Healing (la tecnica che uso al di fuori di IEO): metto insieme le terapie energetiche alle specializzazioni mediche e al Master in chirurgia senologica, ovviamente separando luoghi e contesti. Conosco anche la Pranic Healing, Theta Healing e via così: per chi non conosce sono nomi, di fatto si tratta di processi meravigliosi di interazione tra noi e l’Energia universale. Per semplificare si parla di pranoterapia: la cura con l’imposizione delle mani. Sono tante tecniche che, partendo da punti di vista simili ma non uguali, si basano sull’enorme intelligenza dell’Energia Universale, un’energia meravigliosa a disposizione di tutti, tangibile e presente.
I risultati delle terapie energetiche insieme alle cure di medicina tradizionale a volte sono sorprendenti, e non solo nell’alleviare il dolore».
 
Chiunque può praticarlo anche in abbinamento ad altre tecniche naturali o mediche?
«A tutti è dato di esplorare l’Energia Universale, certo. A tutti è dato di studiarne gli effetti e i metodi di interazione con gli esseri viventi. Le tecniche di cura con l’Energia prevedono anche l’autotrattamento e questo è meraviglioso: lo stesso vale per i fiori di Bach, scoperti dal medico Edward Bach e concepiti proprio per l’automedicazione. Quando tratto le persone che si rivolgono a me per ricevere una o più sessioni energetiche spendo sempre un po’ di tempo per invitare all’autotrattamento: è bellissima esplorare i benefici dell’Energia con calma, da sé».
 
È utile anche a livello professionale  perché fortifica la mente, aiuta a sciogliere le ansie da prestazione e la capacità di  gestire situazioni di stress e di conflitto, quindi elimina le tensioni creando un ambiente aziendale sereno tra i collaboratori. Può essere utile inserirlo in azienda?
«Secondo me più utile sarebbe la meditazione, ma in un mondo ideale sarebbe bello avere anche Reiki o una tecnica simile. Non ho dubbi che il personale di un’azienda, dai vertici fino alla base, possa avere migliori relazioni reciproche e risultati molto più alti con l’equilibrio della meditazione e l’intelligenza dell’Energia Universale. Per non parlare del miglioramento dell’atmosfera globale: in alcune aziende ormai il clima è giunto a livelli prossimi alla rottura perché non si è badato alla qualità della comunicazione e dei rapporti interni. Come è noto,  alcune grandi aziende orientali impongono ai top manager meditazione e tecniche di rilassamento o autotrattamento Reiki».
 
La malattia insegna che le emozioni sono capaci di guarire o farci ammalare. Emozioni rimosse o non riconosciute,  incapacità di tirare fuori la rabbia e di perdonare,  energie bloccate nel campo energetico, prima o poi creano danno al corpo, ecco perché  il perdono è una cura fondamentale, è così?
«Le emozioni hanno un ruolo forte nella malattia e nella guarigione, è vero, anche se affermare con certezza che si conoscano i meccanismi è un errore: esistono forti ipotesi e osservazioni con un certo significato. In tanti anni di professione medica in ambito oncologico ho potuto constatare che emozioni e cancro o malattia cardiaca siano correlati, ma con una variabilità tra individui che deve essere tenuta in considerazione. Ho scritto di recente in uno dei miei blog che il perdono è fondamentale, e lo ribadisco: chi accumula dolore e/o rabbia e non muove queste emozioni, non le lascia andare rischia seriamente di ammalarsi. Perdonare significa fare un grande passo verso la salute, allontanare il rischio di malattia oppure iniziare a guarire. Forti emozioni bloccate nel nostro campo energetico (nella psiche) fanno male: il lutto, per esempio, va vissuto e non rimosso, e il rancore non va trattenuto dentro di sé. Il perdono è un concetto laico che non richiede necessariamente una pacificazione e un grande lirico abbraccio tra persone che hanno avuto liti o problemi: perdonare significa prendere coscienza della rabbia e del dolore e decidere di smettere di trattenerli, lasciarli andare. Lasciare andare, lasciare andare: le emozioni devono fluire, muoversi, mai bloccarsi. Non vogliamo avvicinarci a chi ci ha fatto soffrire? Pazienza, niente ci impedisce di perdonare nel nostro cuore e basta: vale lo stesso».
 
Il filosofo tedesco Friedrich Nietzche scrisse: "Tutto ciò che non mi distrugge mi rende più forte". La resilienza è la forza interiore che aiuta la mente a superare i traumi, una sorta di sistema immunitario della psiche. Aiutare a capire come tifare fuori la forza che è dentro di noi  è fondamentale anche per la dura lotta contro  il cancro. Cosa può dirci in merito?
«La resilienza ci è necessaria, ma anche una certa dose di ribellione è del tutto sana. Ritorniamo al discorso già fatto sulle emozioni: vanno mosse, fatte fluire e vivere prima di lasciarle andare. La resilienza è un enorme dono del nostro essere, a patto che se ne capisca il significato: non implica il mutismo, la rassegnazione passiva, l’accettazione senza protestare. Alcuni eventi ci provocano dolore, e allora il dolore va vissuto e urlato se serve e bisogna piangere e disperarsi il tempo che serve, altri eventi ci fanno arrabbiare e allora la rabbia va espressa e lasciata andare: fa parte del processo positivo di guarigione e di preservazione della salute. È vero, ciò che non ci uccide spesso ci rende più forti anche se non sempre accade questo: prendiamo l’esempio del dolore. Non per tutti è un’esperienza che diventa poi costruttiva. È  l’amore a fare la differenza. Amiamo noi stessi grazie alla resilienza: è sempre una questione di amore. Affronteremmo meglio le emozioni facendo prevenzione anche fisica se solo ci fermassimo un attimo ad amarci di più. Amarci sul serio, con un sorriso e con pazienza: ognuno di noi è il più grande, eterno, forte amico e compagno di se stesso».
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor