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ROSA MARIA VINCI/ SULLA FUNE DELLA VITA

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

23
OTT
2015
Il titolo in inglese, l’opera di Rosa Maria Vinci è infatti un testo bilingue, cita: Keeping the Balance. Mantenere l’equilibrio, tenerlo per mano, o tenere per mano sé stessi sulla fune vibrante e incerta della vita… Ma che panorama da lì! Avere il coraggio di vivere osservando dall’alto, senza temere le vertigini degli eventi, ignorando il vento invidioso del tuo coraggio nel voler continuare a camminare. E si cammina, tra le pagine di In bilico… , scoprendo a poco a poco cosa c’è al di là della fune.
L’opera dell’autrice martinese, abbraccia un po’ tutti i temi universali che dal macrocosmo generale, possono essere cuciti addosso al microcosmo di ognuno di noi: la natura, con evidenti influenze, almeno a livello tematico se non compositivo, whitmaniane; la maternità, vista dal proprio punto di vista e da quello di figlia o figli; la prostituzione. Tenendo conto delle proprie origini non poteva non trattare la ferita mai cauterizzata, della Taranto degli altiforni, che inesorabile avvolge nella malattia corpi e vegetazione.
Si passa poi alla nazionalità, ma non al nazionalismo, quando la scrittrice descrive impressioni sincere e prive di ipocriti slanci alla globalizzazione, nel tema dell’integrazione: un senso iniziale di affetto nei confronti dell’immigrato, sensibilità ancestrale dell’essere umano, che si confronta però con la paura che il proprio territorio possa essere minacciato da una diversa cultura in entrata. La risposta è comunque una: il tempo sostiene la poetessa e ognuno di noi, a scindere il buono dal cattivo, riuscendo alla fine, ad accettare la ricchezza morale che viene dall’aiutare il prossimo e dal rispettare nuove usanze e costumi.
Lo sguardo sensibile di Rosa Maria Vinci, che ha scelto intenzionalmente illustrazioni a pastello di Enza Zizzi che collimassero “con la spontaneità degli scritti, proiezione del mio sentire”, si posa sulla Donna: donna madre, donna amante, donna figlia, donna amata o maltrattata. Scrive:
«…A volte siamo il fiore,
gettato via quando 
il suo profumo
appena meno effonde».
Donne forti invece, che profumano di coraggio e creatività. Buona lettura!
 


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