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Giovanni Di Lonardo/ Io e le tre donne in cerca di guai

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

12
FEB
2016
Arriva anche a Taranto lo spettacolo che sta spopolando in tutta Italia, “Tre Donne in cerca di guai”, interpretato, oltre che da Iva Zanicchi, Barbara Bouchet e Corinne Clery, anche da Giovanni Di Lonardo. Perché andare a vederlo? Perché c’è questo attore tarantino nel cast e poi perché oggi ridere fa bene
 
Arriva anche a Taranto lo spettacolo che sta spopolando in tutta Italia, “Tre Donne in cerca di guai”, interpretato, oltre che da Iva Zanicchi, Barbara Bouchet e Corinne Clery, anche da Giovanni Di Lonardo, tarantino e già intervistato da Extra Magazine per Dr Jekyll e Mr Hyde al Teatro Verdi a Martina Franca. Giovanni è molto entusiasta dello spettacolo e soprattutto contento che sia giunto anche qui giù in Puglia. E’ tutto pronto, gli attori si esibiranno al Teatro Orfeo nella rassegna di Renato Forte, venerdì 12 febbraio alle ore 21.00.
 
Un pièce teatrale che sta riscuotendo successo in tutti i teatri italiani , qual è il segreto?.
‹‹Sì, lo spettacolo sta ottenendo favorevoli riscontri del pubblico ovunque! E’ il caso di dirlo, dopo oltre cento repliche: questo è uno spettacolo di grande successo, con sold out in ogni piazza, spettatori che vogliono fotografarsi con noi, che ci scrivono, vogliono parlarci dopo lo spettacolo. Pensa che ci sono teatri come il Gioiello di Torino in cui torniamo per la terza volta in due stagioni teatrali! Un ottimo risultato che, evidentemente, nasce dall’alchimia di ingredienti necessari affinché il pubblico si diverta per due ore. Tre donne notissime del mondo della musica, del cinema e della televisione affiancate da due attori di teatro scalmanati ed entusiasti, un testo di un autore francese di enorme successo in Francia (dove è in scena da 5 anni), una regia scoppiettante e pungente di un regista, Nicasio Anzelmo, che ha saputo gestire al meglio le dinamiche comiche tra i cinque protagonisti, l’adattamento italiano di Mario Scaletta (autore di Enrico Brignano) ricco di equivoci meravigliosi, musiche originali bellissime, scenografia efficace e funzionale, una squadra di tecnici competenti e sempre pronti….insomma non potevo chiedere di meglio! Entrare in una squadra vincente. Lo spettacolo riesce a parlare con grande ironia di solitudine, amicizia e amore››. 
Com’è lavorare con tre donne così carismatiche? Cosa ti aspettavi? 
‹‹Lavorare con tre donne di questo tipo è semplice e complicato allo stesso tempo. Semplice perché sono realmente donne e madri come molte altre e per me è fondamentale approcciarmi alle persone, prima che a quello che rappresentano o fanno, in questo caso le attrici. Complicato perché chiaramente essendo più grandi, con dei percorsi pazzeschi alle spalle hanno esigenze e tempi diversi dai miei. Sono carismatiche secondo me proprio perché in loro è ben integrato l’aspetto sia della donna che quello dell’artista. I capricci non mancano, inutile nasconderlo! Ma sinceramente sono di poco conto perché hanno una cosa in comune nonostante siano diversissime: sono molto brillanti e con loro non ci si annoia mai! Non avevo chissà quali aspettative prima di incontrarle, ma emozione sì. Il primo giorno di prove ero un po’ teso, ma subito ho percepito la loro accoglienza per giunta con il sorriso e molte battute. Di certo poi, all’inizio mai avrei immaginato di viaggiare in macchina abbracciato alla Bouchet, di cucinare un piatto tarantino a casa della Zanicchi o di trovarmi la Clery addosso sul divano nello spettacolo…ma non voglio anticipare troppo. Sono donne che sanno il fatto loro, con passati importanti, ma che a volte basta poco per rincuorare dalle fatiche della tournée e con cui è facile parlare un po’ di tutto››. 
 Secondo te questi tre ruoli sarebbero potuti essere interpretati da altre attrici? Perché? 
‹‹E’ chiaro che avrebbero potuto essere interpretati da altre attrici, ma o perché lavoro con loro da un anno e mi sono abituato o forse perché vedo ogni giorno come il pubblico reagisce bene a questi tre caratteri così diversi, credo che sia tutto perfettamente equilibrato. Se ci fossero altre attrici sarebbe un altro spettacolo e le alchimie e le relazioni in scena che ci sono oggi non potrebbero esserci…e fidatevi funzionano eccome!››. 
 Chi sono queste tre donne in cerca di guai? Cosa rappresentano? 
‹‹Sono tre tipiche donne di oggi: una che fa parte della tipica famiglia tradizionale con tanto di delusione amorosa, abbandonata dal marito per una donna più giovane (Zanicchi), un’altra presa in modo ossessivo dalla carriera che si convince di non aver bisogno dell’amore perché è meglio star da sola senza padroni, ma alla fine finisce per soffrire (Bouchet) e la terza, che non lascia scampo a nessun essere di sesso maschile: cerca di colmare la sua solitudine conoscendo e amando ogni 10 minuti un uomo diverso, ma anche in questo caso senza risultati positivi. A mio parere rappresentano l’incapacità moderna delle persone di fermarsi e amare una persona, donandosi nel tentativo concreto di costruire una relazione. Sono deluse senza dubbio dagli uomini, ma forse hanno anche in sé stesse un aspetto su cui lavorare». 
“Uno spettacolo divertente ma con un sottofondo amaro, la solitudine”, è stato il commento di qualcuno; sei d’accordo? 
‹‹Sì la solitudine è il perno centrale su cui ruotano tutte le storie dei cinque personaggi. Sono cinque solitudini molto diverse che incontrandosi creano meccanismi divertentissimi e sorprendenti. E’ sì una commedia ma, come riescono a fare bene i francesi e nel nostro caso anche l’adattatore, nasconde l’amaro in bocca della vita di tutti i giorni, offrendo agli spettatori la possibilità di riderci su. E questo si sa, crea un effetto catartico››.
 Qual è il tuo ruolo?
‹‹Interpreto Mirò un trentenne studente fuoricorso in scenografia, originario di Poitiers trasferito a Parigi. E’ un giovane uomo determinato, arguto e spesso cinico. Ha sempre la parola pronta su tutto: punzecchia, stuzzica e provoca appena gli è possibile. E’ single perché ha da poco chiuso una storia con il suo ex, ha incontri occasionali per non sentirsi solo ed esattamente come i tre ruoli femminili, perde la testa per l’altro personaggio maschile che arriva nel II atto, ma non per le motivazioni banali che lo spettatore può immaginare; trova davvero in questo ragazzo sexy, di provincia come lui, la dolcezza e l’intesa che cerca. Trova in Guillaume la possibilità di costruire qualcosa di interessante. E la cosa simpatica è che proprio con lui all’inizio sfoggia tutta la sagacia e l’arguzia di cui è capace, prendendolo parecchio in giro››. 
Perché bisogna andare a vedere questo spettacolo? 
‹‹Perché Taranto può vantarsi di avere anche un attore tarantino nel cast, che porta con fierezza alto il nome della città in tutta Italia e poi perché oggi ridere fa bene, il mondo è pieno di brutture e si rimane sempre più sconvolti dall’orrore che ci circonda. A volte il teatro riesce a rendere, con una serata, più leggera la vita. Ridere, come è noto, predispone alla migliore visione delle cose ed io sono orgoglioso di far parte di uno spettacolo teatrale in grado di creare tutto questo››.
 


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