MENU

Paola Folli/ Vi dico io chi ha l´X Factor

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

25
FEB
2016
Ha collaborato con i più grandi artisti pop italiani, ed è sua la voce del brano “Domani” con gli Articolo 31. Ospite a Martina Franca per una master class, ora che è di casa nel talent show di Sky, fa da vocal coach ai grandi che verranno
 
Lo scorso week end, Mousikè,  Centro di Attività e Formazione Musicale di Martina Franca, ha ospitato un seminario intensivo di due giorni con la cantante  Paola Folli la cui formazione artistica è davvero impressionante. Basta digitare su un motore di ricerca  il suo nome e si aprono le pagine della  sua vita,  incentrate su una voce famosa e amatissima da artisti anche internazionali.  L’abbiamo incontrata per Extra Magazine, a cui ha aperto il suo cuore musicale, pieno di vitalità.
Paola Folli  come si articola  una master class  di  “vocal coaching”?
«Noi  lavoriamo con alcuni ragazzi che già conosco dall’anno scorso sull’interpretazione di alcuni brani che mi portano e io ho già preparato  a casa.  Lavoriamo sulla parte testuale, la ritmica,  la parte interpretativa e posturale perché il grosso problema, di molti cantanti, è proprio l’esibizione.  Ci sono, ad esempio,  cantanti che cantano molto bene ma poi quando sono su un palco sono un tronco,  allora io lavoro anche tanto sulla rilassatezza muscolare.  Poi sulla dizione,  la pronuncia in inglese e,  su richiesta di Connie e Ferdinando  (Connie Valentini e Ferdinando Carella, rispettivamente insegnante di canto e direttore di Mousikè n.d.r),  sulla parte corale perché i ragazzi,  spesso e volentieri,  non riescono a mantenere la  linea melodica che in quel momento gli è stata assegnata. E’  un po’ difficile ma, come in ogni cosa,  c’è bisogno di esercizio  e costanza e i risultati arrivano».
La voce, uno strumento potente:  parliamone.
«Quello che ho fatto in questi anni è essere curiosa,  andare ad ascoltare tutto ciò che esce di nuovo anche se non è del mio genere musicale. Lavorare sulla mia voce e conservarla.  La voce è qualcosa che abbiamo all’interno del nostro corpo e le corde vocali sono dei muscoli e,  come tali,  vanno allenati.  Se uno non lavora sulla tecnica e facendo un certo tipo di esercizi,  a lungo andare la voce ne risente.  Ai giovani consiglio di avere curiosità, di essere motivati,  di  capire la propria dimensione, cosa serve fare per la propria voce e farlo». 
Hai collaborato con i più grandi artisti pop italiani, tra cui:  Mina, Renato Zero, Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Celentano, Jovanotti,  Elio e le Storie Tese. Scegline uno…
«Sicuramente negli ultimi otto  anni lavorando  con “Elio  e le storie tese”  ho capito il perché della grandezza  e longevità di questo gruppo. Oltre a essere dei geni,  sono anche dei musicisti stratosferici e  personaggi abbastanza atipici.  Io sono cresciuta tantissimo sul palco con loro quindi devo dirti “Elio e le storie Tese”.  Se penso agli altri artisti che hai citato ti rispondo Renato Zero.  Ha un alone di magia che lo circonda, un carisma ed  una luce che emana quando canta. Ed è un grandissimo cantante,  con  una tecnica naturale incredibile anche se spesso si pensa  a lui solo come a un  grande cantautore». 
 
Da vocal coach di “X Factor” chi hai incontrato che l’X factor lo ha per davvero?
«Secondo me,  in Francesca Michielin c’è.  Io dal primo giorno che l’ho vista ho detto: “Questa ragazza è forte!”.  Per me lei è davvero un talento,  è una musicista polistrumentista e una persona di cultura.  Ci siamo scambiate dei messaggi in questi giorni di Sanremo.  Quando è stata premiata da Conti ha detto,  citando Jovanotti , “Sono una ragazza fortunata perché mi hanno regalato un sogno”.   Io le ho scritto una frase di Seneca: “La fortuna non esiste, la fortuna è quando il talento incontra una possibilità”.  Lei sul palco di Sanremo era al posto giusto, al momento giusto e  il fatto che gli Stadio abbiano  rinunciato all’Eurofestival e ci andrà lei,   mi fa troppo piacere perché veramente lo merita.  Quando è stata ad “X Factor”  abbiamo lavorato per tre mesi, tutti i giorni per almeno un paio d’ore e tra tutti i talenti che ho incontrato, di sicuro, lei è quella che sta facendo il percorso più interessante ed è cresciuta maggiormente». 
Talent show:   pro o contro?  Gaetano Curreri degli Stadio ha dedicato la vittoria  a chi, come loro,  proviene dalle cantine…
«Io sono pro talent se si riesce  a trovare gente come Francesca Michielin   che ha il fuoco dentro.  Spesso e  volentieri non capisco alcune scelte che vengono fatte dagli autori. Vorrei che si lavorasse più sul livello musicale e che venisse fuori più la personalità artistica.  Il fatto che si canti un po’ poco in italiano mi manca. E’ vero che stiamo diventando globali in tutto ma mi manca dentro qualche pezzo in più in italiano». 
All’ultima edizione di Sanremo chi avresti votato?
«Sicuramente Francesca ma non sono di parte, mi è piaciuta davvero tanto. Mi è piaciuta Dolcenera tantissimo,  non capisco perché non si è piazzata. Non avrei sicuramente fatto vincere  Caccamo e  Iurato,  il terzo posto non esiste! Brave  Arisa e Noemi  che aveva un pezzo che mi piaceva molto. Patty  Pravo ma anche no!».
E gli Stadio?
«Sicuramente,  anche solo per la carriera che hanno fatto.  Il pezzo mi è piaciuto molto e,  Gaetano Curreri,   ha davvero dato tutto se stesso. Diciamo che la classifica non mi dispiace,  a parte il terzo posto che avrei dato a uno degli artisti che ho citato». 
Hai scordato gli Elii, com’è possibile?
«Gli Elii  naturalmente ma loro partecipano non per vincere… Non te li ho citati  perché sono proprio di parte,  però  un terzo posto lo meritavano».
In versione Kiss ?
«Assolutamente  sì!».
Quel palco dell’Ariston lo hai calcato anche tu, la prima volta,  nel 1997.  Che ricordi hai?
«Me lo sono goduto un po’ poco perché c’era un’aspettativa di un certo tipo e io l’avevo disattesa.  Dopo il successo di  “Domani”  degli Art. 31 tutti si aspettavano che facessi una cosa simile e invece la mia anima è fondamentalmente pop.  Me lo sono goduto poco perché ero sotto pressione,  avevo tutti gli occhi addosso.  Ero stata anni prima nei cori ma ero impreparata  a certi meccanismi che accadono lì.  Sanremo però mi ha dato una bellissima occasione di far sentire un’altra mia vocalità».
Presentavi “Dimmi chi sei”. Se te lo chiedo oggi, chi è Paola Folli?
«Bella domanda. Io sono una donna  che ha raggiunto,  in questo momento della vita,  una serenità ed equilibrio dal punto di vista sia personale che artistico dopo anni di confusione,  cercando di capire cosa avrei voluto fare. Ho scoperto che il vocal coaching è un lavoro che penso di riuscire a far bene, perché riesco  a far uscire dai ragazzi tante belle cose.  Il vocal coaching serve per  esaltare i pregi di un cantante e cercare di mettere più in disparte i difetti,  non nascondendoli». 
 
Serve anche per chi cantante non lo è, come nel caso di Claudio Bisio e i presentatori di Zelig che hai seguito magistralmente.
«Bisio è un grandissimo professionista, con lui ho messo in evidenza la sua teatralità,  la simpatia, la capacità di stare sul palco. Vanessa Incontrada ad esempio  era molto più  musicale,  con lei su certe cose facevo meno fatica,  su altre lavoravo di  più.  Quella coppia Bisio Incontrada è stata il top.  Quando segui cantanti come Malika Ayane  invece è diverso. Quello che ci tengo a far emergere è che il vocal coach si occupa  anche di  produzione vocale,  editing e lavora sulla parte interpretativa». 
Prendo in prestito il titolo di una canzone che ti ha portato alla ribalta nazionale e ti chiedo,  che farai “Domani”?
«Domani si studia,  si lavora,  si cerca di migliorare sempre di più e di stare con i giovani. Farò dei live e non solo con Elio e le storie tese! Il 26 febbraio,  con gli  Iguazù,  sarò  al Blue Note di Milano».
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor