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FULVIO FIORI/ La scrittura che cura e crea Ben- Essere

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

3
MAR
2016
Un metodo grazie al quale la potenza creativa della parola scritta viene messa al servizio del benessere psicofisico profondo, per contenere l'Ego, sviluppare l'Io e riconoscerlo nelle altre persone, partendo da un dato di fatto: ne uccide – e ne crea - più la penna che la spada
 
La parola è espressione dell’umano.
Un modo di riflettere sul mondo, sul tempo, sul senso del nostro esserci e passare sulla Terra, ecco perché la comunicazione insita nella scrittura rappresenta uno strumento privilegiato per intervenire e tentare di rimuovere il male che tende ad insinuarsi nei meandri dell'anima e nelle pieghe della nostra vita, perché la  potenza creativa della parola scritta rende liberi, riaccende emozioni sopite, ne crea di nuove e  insegna a conoscersi e  volersi bene permettendo ad ognuno di diventare  finalmente autore della propria vita. Da questo presupposto nasce Healing Writing, la parola scritta che cura facendo leva su scrittura istintiva, scrittura creativa e visualizzazioni immaginative.
Un metodo olistico ideato dallo scrittore Fulvio Fiori, esperto in benessere psicofisico.
Un metodo grazie al quale la potenza creativa della parola scritta viene messa al servizio del benessere psicofisico profondo, per contenere l'Ego, sviluppare l'Io e riconoscerlo nelle altre persone, partendo da un dato di fatto: ne uccide più la penna che la spada. Ma, per fortuna, è altrettanto vero che ne salva!Anzi, ne crea.
Ne parliamo con Fulvio Fiori.
 
"Curarsi con la scrittura" è un manuale che integra le tecniche di scrittura creativa  con i benefici psicofisici di alcune discipline olistiche (meditazioni, respirazioni, yoga, Qi Gong, visualizzazioni guidate) partendo dal presupposto che la parola scritta ha una potenza rigenerativa profonda perché aiuta ad esprire  la propria identità in divenire, utilizzando la parola per creare un cammino di autoconoscenza  e crescita personale, è così?
«Sì, è così. Healing Writing significa “scrittura che guarisce”, letteralmente sarebbe “guarendo scrivendo”, formulazione che amo molto, perché il gerundio è il tempo del divenire, è dinamico, non statico e indica evoluzione, mutamento. E il mutamento è l'elemento primario di ogni guarigione. Ad esempio, nel caso di un disturbo fisico, occorre mutare abitudini di vita, alimentazione, assumere nuove sostanze. Per un disturbo psicologico, occorre cambiare pensiero, opinione, punto di vista. La scrittura ci può aiutare in entrambi i casi, perché cambiando la “narrazione del mondo”, cambia il nostro mondo interiore. E il mondo esterno cambia di conseguenza. È quello che ho sperimentato personalmente e che mi ha condotto a elaborare il metodo Healing Writing, che nasce da due cammini fortunati: uno di scrittore (sono copywriter, autore di teatro, libri di aFIORIsmi, racconti, romanzi...) e uno di professionista del benessere (sono insegnante di Tai Chi Chuan, Qi Gong, Training Autogeno, Master Reiki). Grazie all'esperienza di una vita intera dedicata a questi due mondi, ho potuto studiare la profonda relazione fra la potente energia creativa delle parole e gli straordinari effetti generati sul corpo e sulla mente. La sintesi è Healing Writing, che comprende esercizi di scrittura istintiva, scrittura creativa e visualizzazioni immaginative».
Healing Writing, la scrittura che cura, è un  metodo messo a punto da lei  attraverso studi, approfondimenti, sperimentazioni, seminari, corsi e laboratori.Ci parli della fondamentale importanza di questo metodo in vari contesti lavorativi e settori. 
«Il mio cammino di Healing Writing è partito tenendo seminari per "abitanti di questo pianeta", cioè persone comuni, con mestieri comuni, senza particolari talenti e competenze creative o letterarie: semplicemente uomini e donne di varia età ed esperienza, interessati alla crescita personale attraverso la scrittura, con cui alcuni avevano addirittura scarsa familiarità. Poi, sono passato attraverso gli scrittori: professionisti della parola, narratori, giornalisti, copywriters che hanno trovato nuovi stimoli per approfondore la loro tecnica narrativa e la capacità di autoascolto. Infine, i professionisti nelle relazioni d'aiuto: psicologi, counselor, psicoterapeuti, medici che hanno perfezionato la loro capacità di relazione verbale e di intervento linguistico sui pazienti e sui clienti. Per tutti, Healing Writing ha prodotto trasformazione ed evoluzione, ovviamente secondo la disponibilità dei partecipanti a mettersi in gioco. Il prossimo territorio che avrei piacere di esplorare sono le aziende: il narrative coaching al servizio della comunicazione interpersonale, fusioni societarie, trasmissione dell'informazione».
 
Con le parole si può uccidere, letteralmente, ma si può anche curare  e curarsi  tornando al "vecchio sistema del diario terapeutico", antico strumento di autoanalisi. Come iniziare a prendersi cura di sé e conoscersi attraverso le proprie parole?
«Quando sei in giro, porta nella borsa un taccuino e una penna. E prendi nota di tutto ciò che accende la tua immaginazione, che colpisce la tua sensibilità: la frase di uno sconosciuto, un gatto che attraversa la strada, un bimbo che piange, la telefonata di un'amica oppure prendi un appunto sul tuo smartphone. Per gli improvvisi pensieri notturni, block-notes e matita sul comodino. E poi, qualunque altro mezzo tu preferisca: tablet, pc, vecchia macchina per scrivere, carta pergamena e penna stilografica ma anche bic e tovagliolo di carta in pizzeria, pennarello e post-it in ufficio se il diario lo scrivi a fine giornata, ti può aiutare scrivere gli eventi significativi, "correggendo" le situazioni spiacevoli: se ad esempio, la portinaia ti ha trattata male, puoi riscrivere la scena immaginando un fatto o un pensiero che le ha guastato l'umore, rendendola antipatica, ma incolpevole, perché non ce l'aveva con te; oppure riscrivi il vostro incontro in versione "positiva", cioè la portinaia ti ha riempito di complimenti,  in ogni caso, più scrivi, più scriverai, più starai bene».
 
La malattia insegna che le emozioni sono capaci di guarire o farci ammalare perché hanno un ruolo nella salute e nella malattia del corpo e della mente. Può darci un consiglio per diventare autore della propria storia e guarire ferite antiche  riaccendendo la capacità di provare emozioni sopite?
«La parola autore deriva dal verbo latino augere, che significa “accrescere, aumentare” ed è alla base del mio metodo, perché consente di costruire il parallelismo fra la creazione di storie e la creazione della propria vita. Durante i miei corsi di scrittura, chiedo sempre ai partecipanti “Cos'è un autore? Cos'è che fa di una persona un autore?”. Fra le infinite risposte corrette (crea, inventa, sviluppa...), a volte emergono i due elementi fondanti: l'autore sceglie e l'autore è responsabile. Sceglie i personaggi e i fatti: chi muore e chi vive, chi ama e chi odia, chi parte e chi resta, dopodiché, è responsabile di tutte quelle scelte e delle parole che ha usato per esprimerle. Pensiamo a Galilei, a Salman Rushdie, Charlie Hebdo. La stessa cosa accade se voglio essere “autore della mia storia”: devo effettuare io le scelte della mia vita, non mio padre, mia madre, il capoufficio, mio marito, i figli  e poi devo assumere la responsabilità delle scelte che ho fatto: non posso dare la “colpa” al mio fidanzato se non sono andata a studiare lingue in America, perché lui non voleva; non è “colpa” di mio marito se non esco più con le mie amiche, perché a lui da fastidio,  io scelgo, io rispondo. Ora, concretamente: fai un respiro profondo, un sorriso fiducioso e preparati a svegliare lo scrittore che è in te. Prima esperienza, istintiva: prendi una penna e appoggiala su un foglio (oppure metti le dita sulla tastiera del pc, o sui tasti della macchina per scrivere); ora scrivi subito, di getto, senza capire, senza sapere. Lascia che la penna scriva per te. Non preoccuparti che le parole abbiano senso, lascia che scorrano. Se non esce niente, accendi una bella musica, abbandonati all'ascolto e aspetta che la penna cominci da sola la sua danza di parole sul foglio bianco. Seconda esperienza, riflessiva: scrivi la tua carta d'identità, breve, ma indicativa di chi sei. Come se volessi presentarti a persone sconosciute. Non ci sono limiti: scrivi le tue caratteristiche fisiche, anagrafiche, fiscali, oppure emotive, psicologiche. Ma anche i tuoi ideali, sensazioni, interessi, un episodio della tua storia, una battuta, un racconto. Va bene ogni cosa, purché esprima in modo sintetico la “tua identità” . Così la scrittura comincia subito a farti del bene, perché ti aiuta a leggere chi sei, oggi».
 
Corpo e mente, desideri e volontà, sogni e realtà spesso non sono in perfetta  sintonia. Può darci un suggerimento per creare salute e armonia in noi, imparando ad utilizzare tutti i nostri sensi per conoscere il mondo e la parte più vera di sé?
«La scrittura sa prendersi cura di noi, a patto che noi impariamo a prenderci cura di lei.
Ad esempio, “la nuova narrazione di un evento” può cambiare l'evento stesso. Non in senso oggettivo (se mio fratello è morto quando ero piccolo, non posso riportarlo in vita), ma soggettivo, cioè posso modificare l'energia emotiva che quell'evento ha per me: dolore, disagio, paura, rimorso, rancore. Ormai, abbiamo prove documentate sui benefici effetti della scrittura: varie Università americane hanno misurato su un campione significativo di studenti, i risultati positivi di “scrivere i propri disagi di inserimento nel college”; “mettere per iscritto i futuri progetti di lavoro”  e su molte coppie nel “descrivere una lite con il partner, come un osservatore esterno”. E oggi conosciamo i vantaggiosi risultati della medicina narrativa, nel rapporto medico/paziente e decorso terapeutico mentre, Healing Writing ci può aiutare in modo nuovo, personalizzato, perché si basa su un principio finora inesplorato, sia in termini di terapia che di cammino di evoluzione personale: i sensi. Per una quindicina d'anni, sono stato socio di una comunità per minori in affido, COMIN e ho avuto a che fare con i casi estremi che si leggono sul giornale. Così, ho potuto osservare che il trauma di una bimba che vede la madre morire di overdose, nel silenzio fumoso di un’auto, si deposita nella VISTA; mentre le urla di un padre che insulta la madre nella stanza accanto si memorizzano nell'UDITO; e le botte ricevute, sul TATTO  più ovviamente tutti i mix possibili. I sensi sono i nostri “media” di comunicazione col mondo, ognuno ha un proprio linguaggio, ricettività ed espressività. La somma unitaria (olistica!) dei messaggi veicolati da tutti questi media, costituisce la nostra comunicazione quotidiana. Come accade nella pubblicità (mia esperienza di copywriter), che per veicolare un messaggio, usa tecniche diverse su ogni media: sintesi nei poster, emozione in TV, informazione sulla stampa e un viaggio attraverso la scrittura in questo territorio, come provano i risultati dei miei corsi, è estremamente benefico».
 
Lei punta l'attenzione anche  sul Teatro Olistico perché integra le potenti arti espressive del teatro con le più efficaci discipline per il benessere psicofisico: yoga, qi gong, visualizzazioni guidate, scrittura creativa.Cosa può dirci in merito?
«Teastro Olistico è il fratello naturale di Healing Writing: la mia esperienza professionale come autore, attore e regista, mi ha permesso di sviluppare il metodo di autoterapia che ho ideato per la parola scritta (Healing Writing), anche nell'ambito teatrale. Cioè utilizzando le tecniche proprie della comunicazione umana: testo, voce e gesto, strumenti elettivi del teatro. In altre parole, Teatro Olistico dona voce e corpo alla tua capacità espressiva verbale, permettendoti di rappresentare la tua vita, i tuoi sogni, i tuoi dolori e di interpretare profondamente te stesso. Scoprendo attraverso "l'acting olistico", chi sei, come sei e soprattutto quanti sei! Creando la messa in scena più armonica della tua vita, dove sei tu l'autore, il protagonista e il regista».
 


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