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Il convegno Oltre le religioni, un'etica condivisa

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

1
GIU
2016
Un incontro organizzato dalla loggia massonica Mazzini ha visto insieme «relatori con posizioni di confine, quasi eretici con un piede nel futuro». Cattolicesimo, ebraismo e islamismo diventano così un mezzo di ricerca che porta verso il bene
«Un ponte per unire diversità», così Gianfranco Favia, maestro venerabile della loggia Mazzini, organizzatrice del convegno, ha definito l’incontro di studi teologici e filosofici dedicato alla ricerca di un’etica sociale, oltre le distinzioni religiose, che si è tenuto sabato scorso nella sede tarantina dell’università in via Duomo. «Nata il 30 maggio di dieci anni fa e intitolata a Giuseppe Mazzini, la nostra loggia è impostata su un lavoro di dialogo con la società civile attraverso lo strumento culturale: la promozione di eventi, senza pretesa di proselitismo, dedicati alla cultura contemporanea e ai valori civili, primo tra tutti quello della laicità», racconta l’avvocato Francesco Guida, anima del convegno. Dopo aver organizzato conferenze sul pensiero di Hannah Arendt, di Guido Calogero, sulla laicità delle istituzioni, sul ruolo di Taranto come avamposto di pace nel Mediterraneo, per celebrare il decennale la loggia Mazzini ha offerto alla città una riflessione corale incentrata sulla domanda di senso e di limite delle odierne strutture di mediazione col sacro in relazione ad una necessità sempre più evidente di un’etica condivisa, un’etica mondiale appunto. Convegno al quale hanno partecipato, per dirla con Francesco Guida che ne è stato moderatore, «relatori con posizioni di confine, quasi eretici con un piede nel futuro, di cui a Taranto siamo avidi». Passando da Primavera araba e Isis, Sergio Yahya Pallavicini, Imam della moschea al-Wahid di Milano e vice presidente del Coreis (comunità religiosa islamica italiana), nel suo intervento ha preso le distanze dalla «lettura esasperata e dogmatica delle sacre scritture che porta a una distorsione del messaggio. Il Corano – ha spiegato - invita i fedeli a cambiare noi stessi e poi il mondo, invece l’ideologia islamista, giustifica eticamente la violenza per convertire il mondo senza cambiare se stessi». Per il teologo Vito Mancuso, già allievo del cardinal Carlo Maria Martini, la via religiosa e quella laica hanno fallito nel cercare una risposta alla semplice domanda: «perché perseguire il bene?» Per superare la questione, Mancuso si affida a una filosofia di natura la cui parola chiave è “relazione armoniosa”. Tutto, secondo Mancuso, è «aggregazione e la ricerca dell’armonia naturale porta inevitabilmente alla scelta del bene». Cresciuta in sinagoga ortodossa e nel matroneo, a 17 anni Barbara Irit Aiello si allontana dalla religione ebraica per protesta perché le dicevano che non sarebbe mai diventata rabbino. «Poi – racconta – ho trovato la mia strada nell’ebraismo riformato. I conflitti sono in ogni religione ma se in Sicilia arabi e cristiani hanno convissuto per tre secoli, vuol dire che lo possiamo fare anche noi». Oggi Barbara è la prima donna rabbino in Italia, «la famiglia svolge un ruolo importante nell’etica –dice - il buon ebreo costruisce la pace in casa e la condivide all’esterno». Rappresentante della scuola di etica mondiale di Hans Kung, il professor Jonathan Keir dell’università di Tubinga, ha spiegato i concetti chiave del progetto Weltethos, «non una nuova religione mondiale, ma neanche solo di una lista di valori cosiddetti comuni, piuttosto una base di condivisione tra le religioni esistenti basato su uno scambio intellettuale che supera i dogmatismi, dopo il quale nessuno rimane quello che era prima».
Antonio Cecere, filosofo e maestro massone, ha invece concentrato il suo intervento sul rapporto tra politica e religione nella realtà moderna e contemporanea, provocatoriamente separando lo spazio sacro dallo spazio pubblico, inteso come luogo di incontro e condivisione e non di identità. Il suo riferimento è all’Europa moderna, tollerante e pluralistica, fondata sulla libertà di critica oltre che di pensiero. 
 


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