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Musica: mai troppo presto

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

4
AGO
2016

“I giovani non sono il futuro, ma il presente”, così titola Enzo Bianchi la sua riflessione sulla Giornata Mondiale della Gioventù. Un concetto che ben si accorda alla filosofia e alla scelta portata avanti dal Festival della Valle d’Itria e dalla Fondazione Paolo Grassi, che hanno a cuore le giovani generazioni e si impegnano nella loro formazione musicale.

Un lavoro lungo e completo, fatto di note musicali, ma anche di recitazione, danza e tanta, tanta creatività. Il frutto di tutto questo è andato in scena con il titolo “I bambini musicisti”, in realtà un omaggio a Erik Satie, uomo e musicista sui generis, “uno degli artisti più stravaganti dell’universo musicale, ironico, pungente, artista multiforme”, leggendo la sua biografia, mi sembra che “il fanciullino” che è in ciascuno di noi, in lui sia molto più evidente e preponderante, “irriverente, sfrontato, pigro e amante del viver leggero”. I bambini protagonisti di questa pagine del Festival Junior lo avranno sentito molto vicino a loro, tra le sue note e le parole dei canti si sono mossi con disinvoltura e tanta bravura.

La scelta dell’ambiente bosco e dell’albero Maestro, si è rivelata vincente: parla, insegna e instaura un rapporto d’amicizia con i giovani alunni, alcuni di soli tre anni, che apprendono così la bellezza della musica e il rigore necessario per poterla studiare. Emozionante e suggestiva la pioggia “prodotta” solo dal rumore delle mani e dei piedi in movimento sul palco, bastava chiudere gli occhi: acqua e tuoni in lontananza sembravano pura, fresca realtà.
Alcuni di loro si sono cimentati con il violino e il pianoforte sempre accompagnati dall’orchestra della Magna Grecia e dai maestri Giovanna Vinci e Angela Lacarbonara.
Ottima la selezione e l’adattamento musicale del maestro Paolo Palazzo e la regia affidata al giovane Andrea Simonetti. Il lavoro di squadra è sempre importante e fondamentale per raggiungere con successo un traguardo. Ma sicuramente chi divertendosi ha imparato sono stati i piccoli protagonisti, tanto amati da Erik Satie che ebbe modo di dire “Bene, mi piacete […]. Mi piacciono i bambini che sentono la musica, ma mi piacciono anche quelli che si annoiano un po’ con la musica e mi piacciono pure quelli che si annoiano decisamente, irrimediabilmente, ferocemente con la musica”.
Come ho avuto modo di affermare in altre occasioni del Festival mi piace la possibilità di avere a disposizione diverse occasioni e tipologie d’ascolto, sempre seguendo la scia delle note… e così non sono trascorse molte ore e mi ritrovo all’interno della chiesa di San Francesco da Paola: un pianoforte a coda e quattro mani che si muovono sulla tastiera con maestria ed alta professionalità. Le sorelle Anastasia e Liubov Gromoglasova offrono ai presenti arie e cori di Johann Sebastian Bach. Una chiesa gremita, nell’ultima, calda domenica di luglio, quando si pensa che tutti siano al mare, è il segno che relax e cura del corpo e dello spirito sono anche ascolto di buona musica in un luogo che è storia e preghiera. Un lunghissimo applauso, il bis e tanti che si fermano sul sagrato della chiesa a parlare di musica, ma anche di quotidiano, di ferie alle porte, perché tutto sommato anche queste sono occasioni che aggregano e uniscono. Il saluto è un arrivederci alle 23.30 per “Canta la Notte” in un Festival che accompagna il suo pubblico al pranzo domenicale, ma che è anche ouverture per un sonno tranquillo e ricco di melodici sogni.


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