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L'Italia su due ruote

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

22
MAR
2017

Un viaggio di musica e parole racconta l'amore del nostro Paese per la bicicletta in occasione dei 100 anni del Giro d'Italia

100 anni di storia d'Italia percorse in un'ora e mezza, senza nessun libro di testo, nè alcun saggio sull'argomento, stando comodamente seduta a teatro: il "Mangiatordi" di Altamura dove il grande Marino Bartoletti ha presentato "Musica a pedali" con l'Orchestra Saverio Mercadante.
Un concerto di musica e parole, realizzato su una originale e lungimirante idea di Rocco Debernardis in occasione dei 100 anni del Giro d'Italia.
La preparazione, la passione, la conoscenza musicale e sportiva di Marino Bartoletti è nota a tutti, se a questo si aggiunge la sua capacità di scrivere con eleganza, carpendo l'interesse e l'attenzione del lettore... il gioco è fatto! Questa volta per di più c'era la sua voce narrante ad accompagnare lo spettatore in questo viaggio nel passato, un cammino lungo un secolo in cui la bicicletta è stata protagonista indiscussa e ancor più i campioni che l'hanno inforcata e le hanno permesso di essere il mezzo “capace di distrarre gli animi degli italiani dalla miseria, dalla distruzione e dalla desolazione che spadroneggiavano in quegli anni nel nostro Paese”.
Bartoletti, preciso, meticoloso, professionale: prima dell'inizio dello spettacolo è salito sul palco ben due volte  per  controllare che tutto fosse a posto: leggio, copione, luci ben direzionate sui fogli.
L'Orchestra ha fatto il suo ingresso, con lei il bravissimo direttore Roberto Molinelli e la cantante Flavia Barbacetto, rivelatasi subito una grande interprete,  capace di coinvolgere e  far emozionare la platea.
Marino Bartoletti entra quasi in punta di piedi e con la sua voce pacata e suadente ci porta subito indietro nel tempo, tessendo le lodi di questo meraviglioso mezzo di trasporto, le sue antiche origini: 1817 in Germania, per scoprire poi,  che dietro a uno scritto di Leonardo da Vinci c'era già il disegno di una bicicletta con caratteristiche addirittura avveniristiche per  l'epoca. L’attenzione passa ai  campioni italiani a partire da Girardengo e poi Binda. Riflessioni profonde, bellissime, che vorrei fermare nella mia mente, sulla carta, renderle indelebili. La bicicletta come amica, sorella, capace di farci muovere nella natura, accarezzati dal vento, sempre in equilibrio, metafora della vita, perché  anche qui per non cadere è necessario “pedalare”.
 Canzoni e parole si alterano mirabilmente, uno spaccato di storia, la povertà, la guerra, il grande cinema con "Ladri di bicicletta", le canzoni che hanno fatto un'epoca "Bellezze in bicicletta". Si commuove parlando di Fausto Coppi, della sua grandezza, della sua vita, del suo destino e di tutto ciò che ha dato al Paese: "Garibaldi ha fatto un'Italia che non c'era, Coppi un'Italia che non c'era più!".
Le parole, le canzoni, i video che le accompagnano, sembra tutto unito in modo perfetto,  maglie della stessa catena che da Coppi ci portano a Bartali... "Quando Togliatti subì l'attentato, l’Italia era a un passo dalla guerra civile, “Ginettaccio” era impegnato nel Tour de France, ma in quel momento senza successo, con ben 21 minuti di ritardo dal primo in classifica. De Gasperi lo chiamò, pregandolo di vincere perché solo così gli italiani avrebbero superato il triste momento”. Bartali  lo prese in parola, recuperò lo svantaggio e collezionò una vittoria dietro l'altra.
“L’Italia è in estasi per queste imprese, lo stesso Togliatti si compiace per quanto sta accadendo al Tour, e questi trionfi sportivi, unitamente ai ripetuti inviti alla calma da parte dei leader politici permettono al nostro paese di uscire gradualmente da una situazione drammatica: niente rivoluzione, niente guerra civile, si fermano anche i ferocissimi scontri di piazza, ritornando passo dopo passo alla normalità”.
“L’Italia era ad un passo dal baratro, e Bartali la salva pedalando. Senza dubbio, nell’immaginario collettivo dell’epoca la sua vittoria al Tour de France, con un distacco di quasi 30 minuti dal secondo, ha rappresentato l’ancora di salvezza  per un popolo ormai vicino ad una drammatica deriva”. Tornato in Italia venne convocato dal capo del governo che voleva assolutamente ringraziarlo con un dono, esaudire un suo desiderio, ma il grande campione rispose che non voleva assolutamente nulla…
Le due ruote hanno accompagnato momenti particolarmente forti e tristi della  storia italiana, ma hanno anche divertito, come in "Totò al Giro d'Italia" o negli sketch di Tognazzi, Vianello, Bramieri.
L'orchestra esegue mirabilmente tutti i brani, che sono un omaggio alla bicicletta, ma soprattutto alle splendide creazioni di Gino Paoli, Paolo Conte, Riccardo Cocciante, De Gregori, Baccini, Nomadi, Stadio, Paolo Belli, il Quartetto Cetra, Pink Floyd, Queen.
Ben tre canzoni dedicate al grande Marco Pantani, a cui è dedicato un lungo momento con tantissime immagini e parole sentite e commosse, da amico.
Non mancano immagini e riferimenti alle prime donne in bicicletta "portatrici sane di emancipazione", perché questo mezzo di trasporto può veramente essere considerato "oggetto di una vera rivoluzione sociale".
Siamo ormai in dirittura d'arrivo, questo viaggio tra parole, note e pedali taglia il traguardo, un lunghissimo applauso saluta tutti i protagonisti di questa "gara meravigliosa", arrivano in gruppo: gregari e campioni, tutti sul palco, tutti vincitori.
Una serata densa di emozioni per tutti i presenti e soprattutto per me, che sono cresciuta con la bicicletta,  che sulla bicicletta ho raggiunto il mio sposo il giorno delle nozze.



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