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La fiducia degli uomini negli uomini

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

5
APR
2017

Gli studenti del Liceo Tito Livio di Martina Franca alle prese con valori universali trattati già da autori classici e che sono necessari anche nella nostra società

Ho  assistito con piacere a un’altra performance degli alunni del Liceo Classico Tito Livio: bravi, bravissimi, come sempre.
La riflessione questa volta  era un… mare magnum: “I valori dell’humanitas: percorsi nel tempo”.
Come è giusto che sia, come i loro studi richiedono, come la loro forma mentis prevede, sono partiti dal significato etimologico della parola “humanitas”, ma hanno reso più semplice la comprensione, al numeroso pubblico presente, affermando che humanitas è quello che i greci chiamano paidèia e noi educazione e iniziazione alle arti libere.
Non capita tutti i giorni di incontrare ragazzi che “navigano per mare latinum” e leggono con sicurezza scritti in quella lingua che tanti, troppi, considerano ormai morta, ma che i nostri ragazzi, sapientemente guidati dal professor Gianni Lenti, hanno reso viva, chiara, facendo emergere valori e verità profonde, soprattutto senza tempo, tanto da poter essere considerate scritte nei nostri giorni. L’excursus va  da Protagora “di tutte le cose misura è l’uomo”, a Isocrate “un discorso veritiero e lecito e giusto è lo specchio di un uomo buono e affidabile”. Interessante la riflessione che paidèia, greco, deriva da fanciullo e humanitas, latino, da uomo, quasi a indicare il cammino che consente al fanciullo di diventare Uomo. Si giunge a Terenzio nelle cui commedie “emerge l’opportunità di superare le asfittiche barriere dell’egoismo e dell’individualismo per aprirsi al rapporto con gli altri”. In una sua opera si legge “…fatti coraggio, credi in me: sono a tua disposizione per consolarti, consigliarti, o anche per aiutarti concretamente”. Parole di conforto, amicizia, solidarietà, vicinanza, presenza che aiutano a credere ancora nel prossimo. Le nuove generazioni hanno fortemente bisogno di questi messaggi e “portarli in scena” aiuta ancor più a interiorizzarli e a farli propri, lo sa bene il professor Vito Fumarola, che da diversi anni organizza, segue, cura e crede fortemente nel valore di queste iniziative.
E’ importante coltivare sempre “la fiducia che gli uomini possano ritrovarsi, riconoscersi e aiutarsi nella reciproca benevolenza…facendo leva sulla gentilezza, l’affabilità, la buona educazione, le buone maniere, tutto espressione di un profondo e sentito rispetto reciproco”….e non siamo ancora giunti a Cicerone: “bene dicere, bene vivere”, “i rapporti  tra gli uomini devono essere animati da rispetto, tolleranza e benevolenza”.
Ascoltarli e pensare a tutto quello che la cronaca ci presenta quotidianamente è inevitabile, si vorrebbe che tutta l’umanità ascoltasse questi ragazzi e facesse tesoro di questi insegnamenti senza tempo. Non manca  un pensiero alla politica, che potrebbe aiutare gli ultimi indecisi a spendersi, “il dovere di rendersi utili alla società e alla patria è preminente rispetto a tutti gli altri”. Si susseguono, seguendo un copione che non ha “tempi morti” Seneca, Sant’Agostino, Petrarca, Erasmo da Rotterdam.
Le letture dei classici vengono intervallate da brani musicali eseguiti dal vivo, da alcune scene dei film “La vita è meravigliosa” di Frank Capra e “Quasi amici”,  un video su diverse opere d’arte, un corto metraggio con l’amichevole partecipazione di Benvenuto Messia, ma anche poesie e canzoni: “Il mondo che vorrei” di Laura Pausini, eseguito da un coro di sole voci femminili, diretto dalla bravissima Barbara De Paolis.
Si deve tanto, anche, alla collaborazione di Maria Carmela Pascale, Maria Gazzilli, Emanuele Loconte.
I due interventi del professor Mauro Agosto, docente presso la Pontificia Università Lateranense e autore di diverse e pregevoli pubblicazioni, hanno dato ancor maggior spessore e coronato una serata riuscitissima.
Sono necessarie queste riflessioni, le letture, i classici, la letteratura, le conoscenze, la cultura “per salvare l’uomo e la sua essenza”.



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