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Ritratti/Nel segno di Joyce Lussu

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

8
MAR
2013

 

L’associazione Dragare, presentando a Martina Franca un saggio sulla scrittrice toscana, dà vita a un’operazione culturale orientata verso un nuovo modello di comprensione e relazione con gli altri e col mondo
 
“ANELITO” è il titolo della collana, curata da Maria Luisa Mastrantoni, della casa editrice Zephyro (BG) che ha pubblicato  “Joyce Lussu –Tutte le strade mi portano a casa” a cura di Ornella Vita Palmisano e Ira Panduku. Non poteva esserci un titolo più in sintonia con Joyce Salvadori Lussu (Firenze 1912 – Roma 1998) e il progetto dell’associazione culturale DRAGARE che con questo volumetto, che sarà presentato domani, sabato 9 marzo, alle ore 18.00,  presso la Sala degli Uccelli del Palazzo Ducale, hanno dato vita a un’operazione culturale il cui intento è quello di  esercitare dal basso un’azione orientata al cambiamento e alla comprensione della realtà per un nuovo modello di relazione con gli altri e col mondo.
L’associazione ha scelto quale “stella illuminante” Joyce Lussu, appunto, una donna straordinaria che non voleva essere considerata speciale. Una donna vitale, intelligente, coraggiosa che, raccontando se stessa, ha messo a nudo pensieri e passioni, denunciando, con una semplicità e immediatezza spesso disarmanti, verità enormi e problemi di tutti i giorni, sia politici che umani, svelando realtà importanti e profonde sul rapporto uomo-donna, su quello genitori-figli. Attività politica, interessi personali, affetti, identità sociale, speranze concrete per il futuro: tutto questo era Joyce Lussu, senza mai perdere la sua vitalità, il suo entusiasmo, il suo pensiero e la sua ricerca personale, mai come ora un vero punto di riferimento per tutti.
Il libro curato da Ornella Palmisano e Ira Panduku, con  introduzione di Antonietta Langiu, conoscitrice e studiosa della Lussu, è articolato in 4 sezioni, seguite da una ricca bibliografia della scrittrice toscana e dall’elenco delle opere dei poeti da lei tradotti (Nazim Hicmet, Agostino Neto, Jose Craveirinha, Alexander O’ Neill, Ho Chi Min). In meno di 80 pagine esso ci consegna il ritratto a tutto tondo di una donna che non è stata una virago, ma una persona che ha imparato sulla propria pelle che la vita va affrontata con piglio deciso, ma tenendo ben presente che l’uomo non è una macchina che distrugge ogni cosa gli capiti a tiro, bensì un essere che può dimostrare eroismo, ma anche paura, debolezza, dotato di aspirazioni proprie che non sempre coincidono con quel che la società si aspetta da lui.
Atea e antifascista, Joyce Lussu non è stata solo una partigiana, ma  una donna che ha vissuto con pienezza il tempo, attraversando il 900 con coerenza e determinazione, reinventando se stessa attraverso i viaggi e le traduzioni di poeti rivoluzionari; una donna che nella sua autobiografia, “Portrait”, scrisse che “il calendario è lo spazio bianco dove fissare i nostri punti fermi e il futuro,  uno spazio sterminato dove ambientare i nostri sogni”. La Lussu non ha mai accettato la definizione di ‘donna eccezionale’: voleva essere e sentirsi come tutte le altre e, soprattutto, pari agli uomini. Dietro di lei  c’è stato un uomo in grado di appoggiarla e comprenderla: Emilio Lussu, ovvero lo spartiacque della vita di Joyce. Partigiano e politico - uomo per cui i contratti matrimoniali e le convenzioni valevano praticamente nulla -  sposò questa ragazza cosi simile a lui. Insieme si completavano, erano indistruttibili. Emilio ammirava la spigliatezza ed il coraggio di Joyce, la lasciava libera e non le imponeva mai nulla. L’autrice ha trovato il maschilismo in politica, nei partiti, fuori di casa, ma mai tra le mura domestiche. 
 


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