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ROBERTA DI LAURA/ UN MARCHIO TARANTINO NEL MONDO DELLA DANZA

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

23
NOV
2017

Roberta ha solo venticinque anni ma ha già portato il suo talento ovunque, con grande riscontro di pubblico

Ballerina professionista, insegnante e coreografa diplomata in danza classica, moderna e contemporanea presso la Libera Università di Danza e Teatro di Mantova dopo superamento dell’esame dell’ottavo ed ultimo grado per la danza classica con riconoscimento da parte dell’Ajkun Ballet Theatre di New York, ha seguito stages di perfezionamento con maestri di fama internazionale, primi ballerini ed ètoiles provenienti dalle maggiori Accademie quali l’Accademia Vaganova di San Pietroburgo, Conservatorio di Musica e Danza di Parigi, Opera di Vienna, Bolshoi di Mosca, Balletto di Cuba, Opéra di Parigi, Balletto Reale delle Fiandre, English National Ballet di Londra, Contemporary Dance School di Amburgo, Steps on Broadway di New York e numerose altre. Ha preso parte a diversi stages presso prestigiose accademie quali la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, la Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma, la Scuola del Balletto di Roma e l’Accademia Nazionale di Danza di Roma.
 Il pubblico è sempre entusiasta di lei, leggiadra come poche. La danza nel sangue, un talento sbocciato in tenera età quando, a  Taranto,  ha cominciato a frequentare degli stages con Dino Bosco e Angelo Venneri,  fra i suoi insegnanti, movimentandosi fra stili differenti, dal contemporaneo all'hip hop. A dodici anni, la piccola Roberta decide di dedicarsi, esclusivamente, alla danza classica, per raggiungere, in poco tempo, le grande scena nazionale ed anche internazionale. Nel 2013, a soli 21 anni,  è alla Scala di Milano, dove segue lezioni di teoria e pratica di danza classica con i più importanti maestri dello stesso teatro. E’ una borsa di studio, dell’Accademia Passaro Azul di San Paolo (Brasile), a farla conoscere all’estero contemporaneamente a nuovi stages con Michele Oliva, direttore dell'Oliva Contemporary Dance Project di New York e con Arianne Lafita Gonzalves e Vittorio Galloro, primi ballerini del Balletto di Cuba. Praticamente, solo poco più che ventenne, diviene membro effettivo del Consiglio Internazionale della Danza, cioè la massima organizzazione nell'ambito della danza, riconosciuta dall'Unesco e con sede a Parigi. Prosegue, dunque, il suo perfezionamento e, parallelamente all'attività di insegnamento, continua a conquistare premi di rilievo internazionale, entrando in contatto con numerosi Paesi, fra cui San Pietroburgo e Tokyo.

  Appena rientrata dalla Germania, Roberta è entusiasta.
 “Non avrei mai immaginato di iniziare a lavorare come ballerina all’estero ed in particolare in Germania, un paese che poco alla volta sto iniziando ad apprezzare per la sua apertura culturale e un po’ meno per la difficile lingua e il clima sempre piovoso! A parte gli scherzi, sembrava un sogno poter iniziare un tour in un altro paese ma la tenacia e naturalmente un pizzico di fortuna mi hanno consentito di iniziare una nuova avventura ed entrare in contatto con una nuova realtà. Ciò che cambia tra l’Italia e alcuni paesi all’estero è essenzialmente l’approccio. In Italia le persone vanno poco a teatro, la programmazione non è vasta ed articolata e gli artisti non hanno gli spazi adeguati per potersi esprimere. Il ricambio generazionale nei corpi di ballo procede lentamente e purtroppo, come si sa, la carriera di una ballerina è molto breve per cui nel poco tempo a disposizione bisogna viverla a 360°. Così si trova molto più spazio all’estero che nel proprio paese. Ad esempio in Germania ho avuto modo di constatare quanto le persone amino partecipare agli eventi artistici ed andare a teatro. Ne ho avuto prova partecipando a due edizioni dell’Interkulturelle Stadtteilfest Expressions” che ogni anno si svolge a Colonia e dove il Comune mi riserva sempre un’accoglienza straordinaria. Quest’anno oltre alla presenza del sindaco di Ehrenfeld (quartiere del Festival) e della responsabile delle politiche giovanili, c’è stata una numerosa partecipazione di tantissime persone provenienti anche da lontano (Aquisgrana, Berlino), di gruppi di varie culture lì presenti e di organi di stampa importanti tra cui il Kölner Wochenspiegel che mi ha dedicato un bellissimo articolo. Ciò che mi ha colpito di questa iniziativa è che pur essendo un evento semplice, dedicato soprattutto ai bambini del quartiere, ha un enorme risalto e le persone partecipano per “respirare” condivisione, integrazione e cultura seppur nella cornice di un parco di Ehrenfeld, il noto “Pizzulli Platz”. Altro momento di confronto tra Italia ed estero è stato il debutto sempre a Colonia nello spettacolo “Amore, Amore. Die schönsten italienischen Liebesgeschichten” al fianco del grande autore Reinhold Joppich e del musicista Mario Di Leo. Anche in questa occasione ho avuto prova di come i tedeschi sappiano apprezzare l’andare a teatro nel rispetto e nella condivisione dell’arte”.

 Da cinque anni hai deciso di portare il tuo bagaglio artistico alla cittadina Statte (in provincia di Taranto). E’ proprio tanta la passione.
“Sacrificio, volontà e determinazione. La danza è un’arte molto difficile, necessita di grande impegno, dedizione, disciplina, costanza, determinazione e soprattutto passione. Gli ostacoli sono tanti e se non si ha una grande forza di volontà ci si abbatterebbe alle prime difficoltà. Solo chi vive quest’arte può capire cosa significhi dedicarsi alla danza, chi la vive dall’esterno, spesso percepisce solo i successi e i traguardi senza rendersi conto di quanti e quali sacrifici ci siano dietro ad ogni piccolo risultato. Quando si decide di dedicare la propria vita alla danza, la vera danza, bisogna essere pronti a grandi sacrifici, a trascurare parte della propria vita anche nella consapevolezza magari di non raggiungere mai dei traguardi. La danza è un’arte effimera, la carriera da ballerina dura poco ed ogni traguardo raggiunto rappresenta una grande conquista. L’insegnamento è una parte fondamentale, per essere efficace dovrebbe essere sempre supportato da competenza e coscienza ed essere lontano dal riscontro economico in una prospettiva che miri principalmente a formare con serietà i giovani danzatori ma non sempre è così purtroppo. Ha avuto il piacere di insegnare danza tra il 2012 e il 2014 in alcune scuole, al momento, per dare spazio alla mia carriere da ballerina solista, insegno danza saltuariamente ma è sempre una grande emozione poter trasmettere ai più giovani l’amore per un’arte e soprattutto i valori che la danza insegna quali rispetto, costanza, disciplina, educazione, umiltà forse oggi un po’ persi ma così necessari non solo in questa meravigliosa arte ma anche nella vita di tutti i giorni”.

Come vivi la danza?
“Vivo la danza con semplicità e le soddisfazioni che mi da con serenità e gratitudine attraverso le emozioni che mi trasmette non solo sul palcoscenico ma anche nella vita di tutti i giorni. I riconoscimenti avuti sono fonte di gioia perché ripagano tutti i sacrifici che bisogna affrontare ogni giorno ma non hanno cambiato assolutamente il mio rapporto con la danza che ho sempre amato a prescindere dai risultati che avrei potuto raggiungere. Non sento responsabilità perché credo che la danza non sia un’arte per dimostrare quanto si possa essere più bravi di un’altra persona, per me quest’arte è la maniera migliore per esprimere me stessa e poter emozionare il pubblico. Ogni riconoscimento per me non rappresenta un punto di arrivo ma solo un punto di partenza verso nuove mete da vivere, come sempre, come arricchimento personale ed artistico, con grande entusiasmo e soddisfazione ma senza dimenticare di dover tornare alla sbarra ogni giorno per studiare e migliorare sempre più”.
 Idee chiare per Roberta Di Laura. Ti auguriamo tanta fortuna.



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