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Segnalibro/Cosa ci aspetta nel futuro

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

22
FEB
2018

"Pagine future" edito dalle Edizioni Segno dell’esordiente scrittore tarantino Filippo Carducci è un libro singolare per il messaggio, anzi i messaggi, in esso contenuti

Quello di Filippo Carducci - Pagine future - è un libro di profezie. Una serie di profezie che, spaziando dalla politica all’economia dalla medicina all’attualità e alla religione sino al galoppante predominio tecnologico dei nostri tempi, per citare solo alcuni dei temi trattati, disegnano gli scenari di un futuro spesso incerto, se non inquietante.
L’attenzione di queste profezie, non è rivolta solo al nostro travagliato paese, quasi mai menzionato espressamente ma alludendo chiaramente ad esso, chiamandolo la Penisola, ma anche all’Europa e all’Oriente, considerati teatri di prossimi e cruciali avvenimenti.
Terreno spinoso da sempre quelle delle Profezie, ad iniziare dagli scritti dei più famosi Nostradamus e Rasputin, sino a quelli pressoché sconosciuti al grande pubblico del tedesco Alois Irlmaier vissuto nel ‘900, ma capace di suscitare aspri dibattiti sulle sue interpretazioni e attendibilità. E anche in questo caso, la fama travagliata delle Profezie, non viene smentita.
Nel suo libro, l’autore afferma di aver visto quello che ha scritto riguardo agli avvenimenti futuri,  che volenti o nolenti, ci riguardano tutti. Sembra quasi di avvertire, leggendo attentamente la prefazione del libro Pagine future, la necessità di condividere con gli altri, di rendergli partecipi, di queste sue visioni. Il tutto, si badi bene, senza mai alcun intento di convincere alcuno, ma come semplice ammonimento. Traspare però una grande fiducia dell’autore nei lettori destinatari di queste profezie, la fiducia che, guidati dalle sue parole, sapranno anche loro “vedere”…
La sensazione, nel leggere queste profezie, è che il pensarle come semplici frutti di una eccentrica fantasia, non sia del tutto applicabile, in questo caso. Sarebbe sì più rassicurante il considerarle tali, ma non ci si riesce, perché il dubbio e l’interrogativo si insinua tra le pagine.
Riferimenti, a volte estremamente espliciti, a date, luoghi, personaggi del passato e eventi che invece stanno venendo alla luce sotto incerta forma solo ai nostri giorni, tutto questo, getta un’ombra sul  tentativo di considerare il libro appunto frutto di semplici fantasia, e fa riemergere, prepotentemente la domanda che in fondo, ognuno di noi si porrà, leggendolo: e se fosse vero quanto scritto?
D’altronde, la frase che conclude il libro, da considerarsi una profezia nella profezia, ci porterà vedere quel che accade attorno a noi, con altri occhi.



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