La recensione/Due volte ti amo anzi tre

 

Per alcuni amare è la cosa più facile del mondo. Risulta spontaneo, naturale. Si va incontro all’altro senza alcuna remora, paura o incertezza. Queste persone riescono a vivere appieno ciò che capita loro, senza indugi né troppe preoccupazioni. Tutto ciò che il futuro porterà lo si affronterà a tempo debito. 

Per altri, invece, non è così semplice. Ci sono persone che interiorizzano troppo le sensazioni che provano, e hanno timore nel farle venir fuori. Sono le persone più complicate, ma anche più autentiche, le più vere. Quelle alle quali la vita, nel suo insieme, fa un po’ paura.

Come nel caso di Ilaria, la protagonista. Una ricercatrice universitaria molto dedita al suo lavoro, piena di interessi – tra cui la scrittura – e circondata dall’affetto delle sue amiche. L’unica nota dolente della sua vita è quella che ha a che fare con il privato. Vittima delle sue inibizioni, Ilaria fatica nell’abbandonarsi all’altro, intenzionata com’è a nascondere le sue reali emozioni dietro coltri spesse di indifferenza e in taluni casi di cinismo o freddezza. Anna Paola Lacatena ne racconta magistralmente i turbamenti e le tensioni; scava con sapienza nell’animo umano per portarne alla luce tutte le contraddizioni e le ipocondrie, tutti quei demoni insomma che ci impediscono di vivere la vita come vorremmo. Demoni che Ilaria ha in abbondanza.

E forse proprio per questo non si può fare a meno di amare questo personaggio, di immedesimarsi a tal punto nella sua storia da condividerne le ansie e le gioie che arriveranno inaspettatamente.

Grazie alla sua vicina, Piera, un’anziana alla quale si è molto legata, Ilaria riuscirà infatti a vincere la sua battaglia e a fare dell’amore un alleato, piuttosto che un nemico da cui stare alla larga. 

Incantevole romanzo che affronta con delicatezza un tema che ci coinvolge tutti e ci permette di scoprire cosa si cela a volte dietro un atteggiamento che può apparire scostante, ma che al contrario nasconde un turbinio di sensazioni.