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Festival della Valle d'Itria/Tutti invitati a casa Rossini

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

26
LUG
2018

17 luglio: è tempo di “Novecento e oltre”. Non è facile descrivere questa serata, forse il termine più appropriato potrebbe essere esilarante, ma anche originale, coinvolgete, magica.
Due pianoforti: Anastasia e Liubov Gromoglasova, un mezzosoprano: Ana Victoria Pitts,  le percussioni: Letizia Grassi e Umberto Antonio Summa e la convinzione che questo Festival è sempre più grande e desideroso di “ accontentare tutti i gusti”, come mi ha sussurrato il presidente Franco Punzi mentre lo salutavo, felice e soddisfatto del successo che il pubblico ha tributato anche a questo evento.
La “Giovanna d’Arco” di Rossini e le danze sinfoniche da “West Side Story” di Bernstein hanno sicuramente accompagnato gli ascoltatori anche… oltre il termine della serata, note, ritmi ed effetti sonori che accovacciatisi nella mente e nel cuore hanno continuato a fare compagnia perché tutti potessero godere ancora a lungo di musica e  suoni.
Il 18 luglio eravamo tutti invitati a casa Rossini… così indossato l’abito delle buone occasioni e puntuali, gli amanti del genere si sono presentati nel Chiostro di San Domenico alle 21 in punto per “Soirée Rossini”, il grande musicista, del quale ricordiamo i 150 anni dalla sua morte, era solito, settimanalmente, organizzare nella sua villa eventi durante i quali i suoi invitati avevano la possibilità di esibirsi… così, come in quel grande salotto, in pieno ottocento, il soprano Maria Aleida, il clarinetto di Nicolai Pfeffer, il violino di Yury Revich, tutti accompagnati dal pianoforte di Simone Di Crescenzo hanno potuto dilettare e far dono ai presenti della loro arte con brani di Paganini, Tarkmann, Muller e dello stesso Rossini. Grande successo per tutti, bravissimi, prodigiosi e capaci di coinvolgere emotivamente i presenti. Questa serata è stata anche occasione per la consegna del Premio Rodolfo Celletti consegnato al basso Michele Pertusi: le parole pronunciate dal direttore artistico Alberto Triola e dal presidente Franco Punzi hanno evidenziato le  grandi capacità artistiche e la brillante carriera, premio meritato e serata riuscitissima.
E’ l’atrio del Palazzo Ducale ad accogliere la serata dedicata alla memoria di Alberto Zedda.
“Tra dolci e cari palpiti”, ha inizio con la conosciutissima sinfonia “La gazza ladra”, ma quello che segue: “Guillaume Tell”, “ Il viaggio a Reims”, “Argene e Melania”, nella migliore tradizione del Festival, è poco conosciuto anche dagli appassionati.
A proporre i brani l’Orchestra Accademica Teatro alla Scala, musicisti giovanissimi, ma molto preparati e professionali, diretti dal grande Maestro Fabio Luisi.
Il tutto arricchito dalla presenza del clarinetto di Nicolai Pfeffer e dal coro del Teatro Municipale di Piacenza.
Un omaggio a Zedda con un concerto rossiniano nelle voci del soprano abruzzese Carmela Remigio, il mezzosoprano Teresa Iervolino, il tenore David Ferri Durà e il basso Christian Senn.
Ci fa piacere ricordare che Carmela Remigo è stata “insignita del prestigioso “Premio Abbiati” dall’Associazione Critici Musicali italiani nel 2016, per “tecnica, musicalità, convincente gioco scenico che le permettono di fornire prove di indubbio valore, sostenute dall'adeguata conoscenza dello stile di ogni partitura”, e che, inoltre, ha cantato con Luciano Pavarotti in oltre settanta concerti in tutto il mondo ed è stata scelta a soli 22 anni da Claudio Abbado per interpretare Donna Anna nel Don Giovanni). Nell’agosto 2016 al Festival di Salisburgo ha raggiunto il record delle 400 recite del Don Giovanni”.
Tutti all’altezza di ogni aspettativa, scrosci di applausi per esprimere apprezzamento e approvazione nella scelta. Imponente la presenza del coro che ha “riempito”, musicalmente e fisicamente, il grande palco.
Uscendo considerazioni positive e complimenti per questa 44^ edizione del Festival che riserva ancora tante sorprese.



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