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Festival della Valle d'Itria/Si chiude il sipario, fra gatti e ringraziamenti

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

9
AGO
2018

Un interminabile applauso ha salutato “Rinaldo”  e  la 44^ edizione del Festival della Valle d’Itria, un’ edizione riuscitissima, un grandissimo successo di pubblico e di critica.
Il maestro Fabio Luisi ha diretto l’Orchestra “La Scintilla” e le loro note hanno accompagnato un allestimento originale e coinvolgente di un dramma in musica che si muove su “La Gerusalemme liberata” di Torquato Tasso ed è, nel rispetto delle scelte del nostro Festival, la prima esecuzione in tempi moderni, basti pensare che l’ultima esecuzione è avvenuta a Napoli nel 1718.
Rinaldo, guerriero combattuto tra il dovere e l’amore, ha preso corpo e voce femminile e ha regalato al pubblico forti emozioni.
Le interpretazioni, le voci, la scenografia, i costumi e la meravigliosa musica di Haendel hanno rapito e ipnotizzato i presenti, attenti e interessati fino alla fine, nonostante si trattasse di un’opera in tre atti per un totale di quattro ore, 240 minuti di… un’opera eccezionale.
Come ormai consuetudine il Festival prevede delle opere che migrano nei  paesi vicini, così nell’Atrio del Castello di Ceglie Messapica ho potuto assistere a “Gatta canta, gatto danza” con musiche di Rossini e del maestro Orazio Sciortino, che ha anche mirabilmente diretto “l’Orchestra della Magna Grecia”.
Ho molto apprezzato, e tutto il pubblico con me, l’attenzione che il maestro ha mostrato nello spiegare ai presenti le caratteristiche proprie di quello che avremmo ascoltato e della sua Gattomachia, una vera e propria favola musicale. E forse proprio per confermare la veridicità di quanto andava affermando per ben due volte, prima dietro e poi dinanzi al palco è passato un bellissimo gatto grigio, che dopo aver guardato l’orchestra e tutti i convenuti è fuggito via.
Bravo nel ruolo di voce narrante Mauro Lamantia e come sempre eccezionale l’interpretazione del baritono Domenico Colaianni, che accompagna le eccellenti capacità vocali a una mimica e una gestualità proprie di un grande attore.
Generoso nel concedere il bis a un pubblico che solo così si è “fatto capace” e ha terminato di applaudire per poter poi stringere la mano e potersi complimentare con cantante e direttore d’orchestra.
Serata musicalmente riuscita in una location suggestiva e accogliente.
Tanti i ricordi, le voci, le note che rimarranno imprese nella mia mente per molto tempo, tra queste sicuramente la performance al pianoforte del maestro Orazio Sciortino: in un concerto notturno, iniziato alle 23.30 ha eseguito diversi brani, in attesa della mezzanotte per poi condurci oltre questo “limite” orario. Musiche di Schumann, Rossini, Listz e dello stesso Sciortino che hanno permesso virtuosismi e ritmi da grande, grandissimo professionista. Era spontaneo chiudere gli occhi per sognare ed emozionarsi, ma durava ben poco, perché gli occhi si aprivano per poter constatare che lo scorrere veloce, sicuro e perfetto appartenesse a quelle mani, alle dita danzanti del maestro Sciortino.
Ho molto apprezzato, anche in questa occasione, il suo volersi relazionare con il pubblico e dedicare del tempo per delle brevi e interessanti lezioni di educazione all’ascolto.
Il momento conclusivo di ogni evento porta con sé, inevitabilmente, dei dovuti e sentiti ringraziamenti:
ad Alberto Triola per tutte le scelte effettuate.
A Walter Vitale, responsabile dell’Ufficio Stampa, e ai suoi collaboratori, per tutto il lavoro svolto, per la correttezza, la precisione e la professionalità.
Alla signora Giuseppina Camassa che ha il Festival nel cuore e a tutto lo staff che lavora dietro le quinte senza sosta, perché tutto vada nel migliore dei modi, perché nulla è lasciato al caso.
Al professor Franco Punzi, per la passione, la gentilezza, la presenza costante e discreta, per il suo essere instancabile, per il suo credere nelle capacità di tutti, soprattutto dei giovani, perché valorizza il lavoro di squadra e dà importanza alla collaborazione e al fare rete, per il suo essere riferimento paterno per tutti gli artisti, perché dire Festival della Valle d’Itria è dire Franco Punzi.



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