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Api e vino: necessario un patto apicoltori e viticoltori

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

6
SET
2018

La sfida dei prossimi anni per chi opera in agricoltura sarà quella di garantire la convivenza di diverse realtà produttive che in questi anni hanno subito forti minacce dovute soprattutto al clima e a modelli agricoli ormai non più idonei ad affrontare i cambiamenti. I prodotti tipicamente “made in Italy” come olio, vino, miele, ne stanno risentendo con produzioni che sfiorano minime raramente registrate. Garantire il mantenimento delle api nell’ambiente è vitale per la nostra agricoltura e sarà il primo degli obiettivi per evitare conseguenze ancora più gravi. Il vino, prodotto di eccellenza del nostro territorio, è tra le colture che risultano più inquinanti per l’eccessivo impiego di agro farmaci che compromettono l’ambiente e la biodiversità. La salubrità della bevanda è spesso in discussione e diverse ricerche confermano che l’uso indiscriminato di prodotti di sintesi in campo altera anche il prodotto finale con percentuali di sostanze chimiche nocive al nostro organismo. La necessità di agire con sostanze di sintesi nel vigneto si è intensificata quando l’agricoltura ha preso una forma sempre più specializzata ed esclusiva, abbandonando quella visione che vedeva l’agricoltura come un insieme di attività tra loro connesse ed indipendenti, ovvero una filiera chiusa dove piante e animali contribuiscono all’equilibrio dell’agroecosistema. Per provare ad invertire questo pratica, Confagricoltura Treviso propone un patto tra apicoltori e viticoltori: porre gli alveari nei vigneti è un modo per garantire la biodiversità animale e vegetale, la salvaguardia delle api, il benessere dei vigneti e la qualità del vino. Sarebbe un’interessante modalità per avvicinare due grandi produzioni spesso contrastanti proprio per la difficoltà di condivisione di due gestioni differenti, ma complementari. Ricerche che provengono dall’Università di Udine indicano che le api sono amiche della viticoltura: mitigano gli attacchi di botrite intervenendo sull’acino rotto e cicatrizzandolo, aumentano l’allegagione, permettono una minore acinellatura e un aumento dei lieviti utili necessari per la fermentazione. Dati dimostrati nelle coltivazioni di Prosecco, Merlot, Cabernet e Picolit dimostrano che, ponendo gli alveari nei vigneti, lungo le capezzagne, è un modo per garantire la biodiversità animale e vegetale, la qualità delle produzioni, un bouquet del vino gradevole. Accorgimenti che viticoltori e apicoltori possono attuare insieme per preservare i nostri territori, le produzioni, la sicurezza alimentare. Sfalciare lungo gli interfilari, trattare la sera con assenza di vento non nei giorni immediatamente precedenti l’introduzione degli alveari sono tra le principali accortezze che conferiscono nuovamente alle campagne quel segreto spazio di vitalità, biodiversità, benessere.



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