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Il decalogo del rientro perfetto

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

6
SET
2018

Non aspettate l'ultima notte per ripristinare le buone abitudini: diamo al corpo, soprattutto quello di bambini e adolescenti, il tempo di riabituarsi ai ritmi scolastici (per loro) e lavorativi (per noi)

Le vacanze estive possono destabilizzare il ritmo sonno-veglia di una intera famiglia, determinando, al ritorno dalle ferie, seri problemi nella ripresa delle abitudini quotidiane. Ciò colpisce in particolar modo bambini e adolescenti, che anche durante l’anno scolastico vanno a letto troppo tardi.
Ecco alcuni consigli per gestire al meglio il “jet lag” da ritorno in aula dopo le vacanze. I consigli sono elaborati dal pediatra di fuducia, ma sono di tipo multidisciplinare, considerando che altri specialisti come l’otorino e il neurologo vanno a interfacciarsi con il pediatra per prevenire i disturbi di cui sopra.
1.CONCEDETE AI VOSTRI FIGLI UNA “GIORNATA CUSCINETTO”: Una sorta di ammortizzatore da porre tra la fine delle ferie e il ritorno a scuola. È meglio trascorrere un giorno a casa prima di tornare alle incombenze quotidiane, scongiurando l’allarme legato alla percezione dell’incombere del lunedì, il giorno della settimana che spesso coincide con la ripresa di tutte le attività. Un giorno che rischia di avere alle spalle una domenica notte di ansia per il ritorno a scuola, e che può causare una seria insonnia.
2.UNA SETTIMANA PER PIANIFICARE IL GIUSTO SONNO NOTTURNO: È opportuno iniziare l’anno scolastico dopo aver disciplinato il sonno dei ragazzi, anche se ci si trova ancora nel luogo di vacanza, almeno una settimana prima del ritorno sui banchi: aspettare l’ultima notte per farlo sarebbe del tutto inutile.
3.NO ALLE ORE PICCOLE DURANTE IL WEEKEND: Durante il fine settimana sia i genitori che i ragazzi sono tentati di far molto tardi la sera per poi illudersi di recuperare tutto il mattino successivo, cosa che non potrà avvenire il lunedì. Al mattino è prezioso alzarsi sempre all’ora prevista, resistendo alla tentazione di dormire un po’ di più, indugiando sotto le coperte. Non è al mattino, infatti, che si recupera la stanchezza, ma coricandosi a un orario corretto la sera.
4.CERCATE L’AIUTO DELLA LUCE DEL MATTINO: Perché una più vantaggiosa produzione di melatonina e cortisolo aiuta a resettare l’orologio interno (ritmo giorno-notte) segnalando alla corteccia cerebrale che è il momento di essere svegli, regolando anche meglio l’assunzione di cibo.
5.TORNATE RAPIDAMENTE AI PASTI REGOLARI: Questo influenza positivamente l’orologio interno e migliora la gestione delle variazioni di fuso orario.
6.SÌ ALL’ATTIVITÀ FISICA DURANTE IL GIORNO: Per giungere stanchi la sera al momento di addormentarsi. È un documentato meccanismo fisiologico che ci porta ad assopirci più facilmente.
7.VIETATE LE BEVANDE CHE CONTENGONO CAFFEINA: Non bisogna permettere che i bambini assumano bevande contenenti caffeina, soprattutto oltre un certo orario. La caffeina stimola il sistema nervoso centrale, rendendo sì un po’ più attenti ma quasi sicuramente insonni ed iperattivi.
8.ATTENZIONE A SMARTPHONE E TABLET: La tecnologia non è un tabù, ma troppa luce da schermi retro-illuminati (tv, computer, tablet, telefonini) incrementa l’attività elettrica del cervello di un giovane, l’esatto opposto di quello che dovrebbe accadere prima di andare a dormire. La luce può inoltre “confondere” la naturale produzione di melatonina. La quantità smisurata e veloce delle informazioni fornite da questi dispositivi rendono inoltre iper-eccitabili e ansiosi i bambini, allontanando il sonno.
9.NO AI FARMACI: Non impiegare rimedi farmacologici per aiutare i bimbi  a dormire. È invece importante parlare con il proprio medico quando gli sforzi per ottenere un buon sonno sembrano fallire. Sono in linea generale da preferire alimenti o sostanze naturali, che aiutano anche nell’indurre una abitudine e una ritualità del mettersi a dormire.
10) ATTENZIONE AL  PERICOLO APNEE NOTTURNE: Bambini che faticano ad addormentarsi, con respirazione rumorosa nel sonno fino al russamento, agitati nel sonno e tendenti ad assumere posizioni anomale, spesso affetti da eccessiva sudorazione ed episodi di enuresi notturna (la pipì a letto). Sono i segnali della Sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), che colpisce circa 2 bambini su 100 in età prescolare e scolare ed è caratterizzata da eventi ricorrenti di parziale o completa ostruzione delle vie aeree durante il sonno, con conseguente interruzione della normale ventilazione, frammentazione del sonno stesso, deficit neuro-cognitivi e dell’apprendimento, disturbi comportamentali, fino a patologia cardiovascolare anche in tenera età. Fattori di rischio da trattare per tempo, con le soluzioni mininvasive di chirurgia “soft”per prevenire sul nascere l’evoluzione verso l’OSAS, sono l’ingrossamento dei turbinati, le sinusiti, l’infiammazione di adenoidi e tonsille e le malattie allergiche respiratorie, condizioni cliniche che interessano circa il 35% dei bambini. Metodiche all’avanguardia sono le radiofrequenze di terza generazione e sono in grado di sgonfiare i tessuti patologici, rimodellando esclusivamente la zona patologica senza sacrificare tutto l’organo come avveniva in passato con le asportazioni complete, soluzioni radicali che privavano i bambini di preziose funzioni protettive le loro vie aeree.



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