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Lettera di una docente/Domani, il nostro primo giorno di scuola

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

16
SET
2018

Vivranno le stesse paure e speranze, con la stessa voglia di fare bene e averne ricompensa, soprattutto umana e di valori. Un pensiero bello e commovente di una professoressa per i suoi ragazzi

Una valanga di emozioni e sensazioni accompagnerà i passi in salita di migliaia di bambini, alunni e studenti che domani vivranno il loro primo giorno di scuola. Penso ai cuccioli dell’infanzia che sentiranno il cancello della scuola diventare confine tra mamma e mondo. Penso agli sguardi impauriti di quei bambini armati della loro prima, indimenticabile, profumata cartella, che vivranno la costrizione di un posto nuovo e magico: il banco. Penso ai ragazzini curiosi e impacciati che impareranno a scandire il ritmo del tempo delle lunghe mattine al suono di una campanella. E penso soprattutto a quei giovani che domani vivranno il loro ultimo primo giorno di scuola. A loro già manca qualcosa, loro già sanno che la Scuola, luogo reale di vita, cornice di pianti di rabbia e gioie, mancherà da domani ogni giorno di più. Perché, intervallate da umane dinamiche, empatiche relazioni e struggenti eventi, è nelle ore dietro quei banchi che si impara a stare al mondo. Su questo vero quanto semplice assunto poco possono e nulla potranno didattiche innovative o nuovi ambienti di apprendimento. La Scuola è fatta prima di tutto di uomini e donne, di menti che si incrociano in un continuo dare e avere, di cuori che imparano a stare insieme in un processo di crescita verso la conoscenza, di anime che accolgono e moltiplicano l’umano sapere. Siamo in tanti che domani ritorniamo a scuola. E che per mano si porti il registro o il diario, il desidero di rendere significativo e unico un anno di formazione e crescita ci accomuna tutti. Perché i ragazzi sanno, anche se lo appezzano solo nel tempo, che si apprende di più da quella lacrima trattenuta dinanzi a un rimprovero duro e diretto ma dovuto, che si costruisce nell’attimo in cui si ha consapevolezza di aver errato un compito, che si impara a toccare la bellezza del sapere nel momento in cui nasce spontaneo il dubbio, fonte da cui sgorga mutevole conoscenza, fonte che sola può motivare intrinsecamente ogni essere verso il miglioramento. Cari ragazzi, anche per noi docenti domani è il nostro primo giorno di scuola, con le vostre stesse paure e speranze, con la vostra stessa voglia di fare bene ed averne ricompensa, soprattutto umana e di valori. Da domani e per sempre sappiate che noi vogliamo il meglio per voi, vogliamo vedervi lottare per vincere, vogliamo sapervi felici e realizzati nei vostri desideri. Noi abbiamo il dovere morale prima e giuridico poi di farvi nascere il tarlo della curiosità, di farvi innamorare del sapere per dominarlo e declinarlo con la fantasia che ognuno vorrà e potrà mettervi. Voi, invece, abbiate il sacrosanto dovere di non dimenticarlo mai, anche quando, a cuore stretto, vi suscitiamo rabbia e delusioni, anche quando, con sguardo duro ma puntato all’obiettivo, divergiamo nei vostri equilibri. Solo qui e così faremo bene il nostro lavoro. Solo così, inconsapevolmente, vi dimostreremo amore. Solo insieme e tutti insieme, non uno di meno, vinceremo. Buon anno, miei cari ragazzi! Da domani si sganciano gli ormeggi.



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