MENU

SEGNALIBRO/MICHELLE, IN CONTINUO DIVENIRE

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

21
GEN
2019

La ricordiamo tutti sorridente al fianco del primo Presidente nero della storia, o imbrattata di terra quando con un gruppetto di bambini curava il suo orto. La storia di Michelle Obama, tuttavia, non è solo quella apparsa in mondovisione e soprattutto non si è conclusa quando ha lasciato la Casa Bianca. È iniziata nuovamente quando, sola per la prima volta dopo anni, è uscita nel giardino della sua nuova casa, con un toast preparato da lei, e a piedi nudi ha assaporato il rumore della vita.

 

 

 

Se fossi una bambina a cui qualcuno chiedesse “cosa vuoi fare da grande?” o “chi vorresti essere?”, risponderei: Michelle Obama.

Poi, tuttavia, verrei da lei stessa rimproverata per una simile risposta, ma soprattutto se la prenderebbe con chi formula domande di questo tipo, come se una volta stabilito cosa si vuole diventare la scelta sia definitiva e non ci sia più margine di cambiamento, come se la vita e la persona stessa non sia un continuo divenire, adattarsi, sperimentare, lanciarsi in qualcosa di sempre nuovo, sempre diverso. Come ha fatto lei.

Eppure, rimbecchi a parte, è difficile non desiderare di somigliarle almeno un po’, è impossibile non restare incantati dalla sua forza, dalla sua intelligenza, dalla sua straordinarietà. Perché questo è Michelle Obama: straordinaria. Appartenente a ben due diverse “minoranze” (è nera, oltre che  donna), non ha sempre avuto vita facile. 

Cresciuta in un ambiente del tutto normale, anche piuttosto modesto, una famiglia come tante, insomma, si è spesso ritrovata a essere l’unica donna di colore (a volte, solo l’unica donna) in molteplici situazioni, ma non si è mai data per vinta, né si è lasciata abbattere dai pregiudizi di un mondo che ancora – è assurdo dirlo nel 2019, eppure chiudere gli occhi di fronte al becero maschilismo che, oggi più che mai, impera in tutto il mondo – delega ruoli di potere ai soli uomini. 

Leggere della vita di Michelle nel libro che sta scalando le classifiche internazionali: Becoming, la mia storia (ed. Garzanti), è stato come entrare in un mondo del tutto privato, andare a cena dai Robinson, la sua famiglia, suonare con lei il pianoforte timorosa di sbagliare e di essere costretta dalla zia a ricominciare daccapo, andare a scuola sentendosi gli sguardi addosso, tagliare i traguardi, uno alla volta, con calma ma con determinazione, aprendosi un varco dopo l’altro e divenendo avvocato.

La vediamo parlare con le amiche, preoccuparsi per la sclerosi multipla di suo padre, affrontata come se non ci fosse nulla di cui discutere, studiare con dedizione e impegno, sperimentare l’amore, che amore ancora non è, fare scelte.

Ed è buffo come ogni scelta compiuta, anche la più banale, l’abbia condotta dritta, dritta tra le braccia di un giovane, ambizioso e affascinante uomo, rimasto folgorato anche lui dalla sua bellezza e caparbietà, da quella semplicità in grado di farsi notare più della maggiore esuberanza possibile, e che l’abbia portata una sera a ballare con lui di fronte a migliaia di persone, avvolta in uno splendido abito bianco disegnato da Jason Wu, sorridendo complice al nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America.

La sua storia, che non si ferma certo qui, mi ha tenuta incollata alle pagine, facendomi sognare e soprattutto facendomi credere che tutto è possibile. Che l’impegno, la determinazione, la fiducia in se stessi e – cosa più importante – il restare sempre fedeli a ciò che si è, senza tramutarsi in come gli altri ci vorrebbero, prima o poi dà i suoi frutti. Leggere Becoming, altresì, mi ha insegnato che la vita va abbracciata, sempre. Che non bisogna mai escludere nulla, che la nostra storia è in continua evoluzione e solo aprendoci a nuove sfide possiamo cogliere appieno tutto quanto la vita ha da offrirci.

Concludo con un ultimo sogno – I have a dream, appunto: che un giorno (non troppo lontano) proprio Michelle Obama, nata Robinson, possa diventare la prima donna a insediarsi alla casa bianca, non come First Lady, ma come Presidente. 

Questo mi auguro per  il mondo. Per chiunque mi stia leggendo, invece, auspico di avere al proprio fianco qualcuno che vi guardi come Barack ha sempre guardato Michelle (e viceversa). Che rida con voi e non di voi. Che si senta grato di avervi nella propria vita. Che vi cerchi, vi sorrida, vi parli con lo sguardo. Che, soprattutto, vi rispetti e che vi supporti nelle vostre scelte. Che vi dica che valete e che potete diventare tutto ciò che desiderate.



Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor