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Quelli che… si rimettono in gioco

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

13
APR
2012

 

Maria Scialpi, ex-studentessa presso l’ITIS “Majorana” negli anni scolastici scorsi, è un brillante esempio di forza di volontà che, nel suo caso, si è concretizzato nel giugno scorso con il conseguimento del diploma di tecnico informatico col massimo dei voti
 
«L’ITIS MAJORANA non è solo un tecnico all’avanguardia, trampolino di lancio  per le nuove generazioni di tecnici informatici, elettronici, elettrotecnici ma anche un’opportunità unica nel nostro territorio per tutti gli adulti che desiderano rimettersi in gioco, colmando i vuoti della propria formazione  e realizzando il sogno che non è stato possibile concretizzare da ragazzi perché la vita li ha messi di fronte ad altre priorità. Tra i nostri alunni ed ex alunni sono in tanti coloro che potrebbero raccontare vicissitudini e problematiche che li hanno tenuti lontani dai libri nell’età giovanile ma hanno avuto il coraggio di tirare dal cassetto quel sogno sopito e la ferrea forza di volontà di ritornare sui banchi di scuola nell’età della ragione dopo venti, trent’anni e anche più per rivivere una seconda giovinezza, o forse la vera giovinezza negata negli anni dell’adolescenza.» Queste le parole della dirigente scolastica, prof.ssa Anna Caroli che con orgoglio ci presenta un altro fiore all’occhiello dell’Istituto tecnico da lei gestito alla nostra richiesta di illustrarci il corso serale progetto SIRIO, diventato una solida realtà nello scenario dell’offerta formativa per gli adulti sul nostro territorio.  La signora Maria Scialpi, moglie e madre di due ragazzi ormai adulti, ex-studentessa presso l’ITIS negli anni scolastici scorsi è un brillante esempio di questo riscatto che, nel suo caso, si è concretizzato nel giugno scorso con il conseguimento del diploma di tecnico informatico col massimo dei voti. Incuriositi dalla sua storia le rivolgiamo qualche domanda:
Signora Scialpi, come e quando è maturata l'idea di riprendere gli studi?
«L’idea di riprendere gli studi era maturata da  tempo in me, ma il mio percorso di vita e gli eventi mi avevano portato a reprimere questo pensiero per lungo tempo. Dando importanza ad altre priorità quali la famiglia, fino a quando alcuni problemi personali mi hanno spinta a pensare un po’ più a me stessa e a rimettermi in gioco anche dal punto di vista scolastico. Per caso venni  a  conoscenza del corso di studi serali presso l’istituto tecnico industriale “Majorana” e senza pensarci due volte, decisi di iscrivermi e intraprendere questa emozionante avventura, consapevole dell’impegno e del tempo che sarebbero stati necessari.»                                                 
Come ha vissuto, da donna dedita alla famiglia, l'impatto con l'istituzione scolastica, i docenti e con i nuovi compagni?                                                                                                                  «Seppur armata di entusiasmo, non fu semplice all’inizio integrarmi in un ambiente del tutto nuovo per me, soprattutto a causa della mia timidezza e insicurezza personale. Superato quest’imbarazzo iniziale ho instaurato un buon rapporto sia con i miei compagni, sia con i miei docenti, che conservo tutt’ora.»
Ci descriva in breve la sua esperienza tra i banchi di scuola.
«I miei quattro anni di studio sono stati molto intensi, non volevo perdermi nulla. Ero come un assettato davanti a una fonte d’acqua. Durante i primi mesi, quelli dediti alla preparazione agli esami integrativi per l’ammissione al triennio, è stato bellissimo riprendere in mano i libri, le penne, affrontare le nuove materie come disegno tecnico, chimica, fisica e rispolverare le altre, italiano, storia, matematica, inglese e scienze, mi sentivo come una bambina davanti a tanti regali. Poi, finalmente, gli esami integrativi. Paura a mille ma risultati brillanti. Giunta al terzo anno, nuove materie: sistemi, informatica ed elettronica, nuovi professori, nuova sfida, nuove paure. Anche nuovi pianti: il non sentirmi all’altezza della situazione, le inevitabili cadute, ma  la forza di  rialzarmi  sempre e comunque. Una sfida continua con le mie paure, con me stessa, con la voglia di raggiungere i miei obiettivi. Questo è stato per sommi capi il percorso dei miei quattro anni.»   
Quale ricordo serba degli esami?                                                                                                                                                                                                  «Finalmente al termine del quinto anno, ecco i fatidici  “Esami di maturità”, la scalata dell'Everest, ma la gioia di essere arrivati fin lì... in un certo senso, il “mio premio”. Quando mi trovai seduta di fronte alla commissione d'esame, queste furono le mie prime parole:  “Oggi mi sento come se stessi ricevendo il premio Nobel”. Sostenni la prova orale con una sicurezza tale che non immaginavo di avere. Prima di entrare in aula ero tesa come una corda di violino, non so quante volte camminai avanti e indietro lungo il corridoio. Per giorni, infatti, provai dolore alle gambe pensando di scoppiare. Una volta entrata in classe, tutto fu una passeggiata. Sarei pronta a rifare il tutto altre cento volte. Una gioia indescrivibile pari alla nascita dei miei figli…»
Come è stato il suo ritorno nella quotidiano come diplomata?
«Dopo gli esami, a settembre scorso, un bellissimo regalo! Lo stage aziendale a Cork, in Irlanda. Mi iscrissi alle selezioni per caso, con l’incoraggiamento della mia amica Graziana Martulli e del mio professore di matematica, Maurizio Seggioli. Non pensavo neppure lontanamente di essere selezionata. La concorrenza di tanti e bravi giovani diplomati era agguerrita. Se anche fossi stata scelta, non ero tanto convinta di andarci anche perché era la prima volta che lasciavo i miei figli per tanti giorni, un intero mese!  A questo si aggiungeva l’ansia per la  lingua che mi terrorizzava. A distanza di sei mesi posso dire che è stata una gioia esserci andata e un ricordo che mi porterò dietro  fino alla fine della mai vita.»
A un anno dal diploma come sta spendendo il tuo titolo di studi? Cosa spera di realizzare in futuro: il lavoro, l’università?                                                                                                    «L’esperienza di questi anni di studio mi ha lasciato ancora tanta voglia di continuare a rimettermi in gioco, spero di continuare la mia sfida con l’iscrizione all’università. Al momento e con grande passione mi sto cimentando in un nuovo impegno, insolito per me e offertomi proprio dal mio  istituto di provenienza: fare da tutor ad altri adulti che vogliono ricominciare a studiare. Per non parlare dei miei impegni quotidiani come sostegno scolastico sia a bambini e ad adolescenti   trasmettendo loro quello che la scuola mi ha permesso di apprendere.»
Insomma, signora Scialpi, è valsa la pena sacrificare la vita familiare per qualche anno … «Assolutamente sì. La fatica spesa per una giusta causa: la mia crescita umana e professionale è stata ampiamente ripagata. Gratificata da tutte queste esperienze positive  anche se impegnative  mi  sento pronta a entrare nella società con un nuovo ruolo. Non più solo una madre di famiglia ma, nel mio piccolo, una donna realizzata anche nell’ambito del lavoro. Non è facile trovare un varco di questi tempi! Chissà che il mio percorso non sia di esempio per altre persone che hanno  vissuto percorsi di vita diversi dalle loro aspettative e per quei giovani che hanno bisogno di una sferzata per ritrovare gli stimoli a farsi spazio in una società così lacerata da un’economia implacabile con le nuove generazioni…» 


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