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Giuliano Pavone: Se il giocatore più forte del mondo…

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

20
APR
2012

 

Ne “L’eroe dei due mari”, il giornalista tarantino mette a nudo le sue passioni, il calcio e i mass media. Il risultato? Un romanzo, che è anche in e-book, e una graphic novel 
 
Giuliano Pavone, giornalista, nasce a Taranto nel 1970. Da diversi anni vive e lavora a Milano. L’esordio con la narrativa si ha con “L’eroe dei due mari” - edito nel 2010 da Marsilio Editore – un libro in cui si parla di calcio minore in maniera divertita e divertente…
Giuliano, il tuo libro è dedicato ai tifosi del Taranto, diciamo a quelli “buoni e genuini” che non conoscono la realtà della violenza…
«Sì, diciamo che questo libro mette a nudo tre mie grandi passioni, che da tempo aspettavano di “esplodere” e che qui vengono appunto condensate. Mi riferisco alla città di Taranto, al calcio e ai mass media. Per un lunghissimo periodo a Taranto sembrava esserci una sorta di separazione netta tra gli ambientalisti che protestavano contro l’inquinamento, e i tifosi che invece sembravano pensare soltanto al calcio. Ecco, ho voluto in qualche modo riunire queste due realtà e mi compiaccio del fatto che negli ultimi anni si siano effettivamente avuti segnali nuovi relativi a un concreto avvicinamento dei fronti.»
Altro protagonista della storia è infatti proprio la città di Taranto, “due mari con 200.000 abitanti in mezzo”. La Taranto dello Jacovone, ma anche dell’inquinamento causato dall’industria, della disoccupazione, della birra Raffo…
«Trovo che Taranto sia una città di grandi contrasti e da quando nel 1988 sono andato a vivere a Milano, guardandola “da fuori” me ne sono convinto sempre più. Ho scelto di velare con ironia i temi più scottanti per sdrammatizzarli un po’ piuttosto che parlarne con tono apocalittico come hanno scelto di fare altri scrittori.»
Tutto ha inizio con “il giocatore più forte del mondo” –un attaccante brasiliano dell’Inter- che viene guarito miracolosamente da un male tremendo proprio grazie a un santone pugliese al quale fa voto che se otterrà la guarigione, accetterà di giocare nelle file del Taranto…
«E’ un pretesto volutamente assurdo, fantastico, fiabesco, che mi permetteva poi di parlare di tutto ciò che volevo: di calcio, di questo ragazzo che non ha studiato ma che il successo porta a girare il mondo intero, e anche dei riflettori che si accendono sulla nostra città in seguito al suo arrivo. Se fino ad allora di Taranto si parlava solo relativamente ai più cruenti fatti di cronaca, in seguito a questo episodio diventa la città del sud piena di problemi che cerca riscatto proprio attraverso il calcio.»
Ma il miracolo iniziale di un Taranto proiettato in serie A sembra destinato a non durare a lungo…
«Sì, di fatto c’è un brusco risveglio per la città che se non ottiene la vittoria sul terreno calcistico, ne consegue però una più importante: quella della consapevolezza che bisogna rimboccarsi le maniche per ottenere il cambiamento che si sogna.»
Si intrecciano così le storie ordinarie dei tifosi che affrontano la vita nelle varie realtà, con i problemi legati alla precarietà del lavoro, o dei sentimenti…
«Sì, questo perché cerco di presentare uno spaccato di vita, rivolto non necessariamente ai lettori tarantini. Taranto diviene cioè il simbolo di una qualsiasi realtà periferica.»
“L’eroe dei due mari” è disponibile anche in e-book e ora sta diventando una graphic novel grazie a Emanuele Boccanfuso e a una piccola squadra di disegnatori…
«Dopo l’estate dovrebbe essere pronta la versione a fumetti. Emanuele mi aveva lanciato quest’idea che mi era piaciuta ma che non sapevo come poterla concretizzare. Poi abbiamo trovato un editore interessato alla cosa e il progetto è diventato realtà. Uscirà per ottobre sì da presentarlo ai primi di novembre al “Salone del fumetto” a Lucca.»
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
«Dopo l’estate, presumibilmente a ottobre uscirà il mio nuovo libro, il cui titolo è ancora in fase di definizione. Pensa che tramite il mio blog ho promosso una sorta di sondaggio tra i miei lettori per valutare quale dei vari titoli in lista potrebbe essere ritenuto più adatto! Anche questa è una commedia sociale, ambientata in Puglia nel 1982, in un imprecisato paese dell’alto Salento –potrebbe essere una Leporano/Faggiano del 1982 -  La storia si svolge sullo sfondo di un set cinematografico dove si sta girando una delle ultime commedie all’italiana fine anni ’70. Qui si realizza un falso 13 a cavallo tra lo scherzo e la truffa. Mi sono ispirato a quanto accaduto a Martino Scialpi, il martinese che aveva fatto 13 con una schedina che era poi risultata non giocata, per cui non poté riscuotere la consistente vincita. Da lì iniziò per lui una serie di battaglie legali perché gli venisse riconosciuto quanto gli spettava. Sembra che allo stato attuale dei processi possa recuperare qualcosa. Bene, ero partito con l’idea di scrivere una biografia di quest’uomo, ma poi ho deciso di limitarmi a ispirarmi a quanto accadutogli. La vicenda che narro a un certo punto viene sospesa per riprendere ai giorni nostri con l’osservazione dei cambiamenti del paesino che si apre al turismo.»
  


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