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Rina Durante/Di lavoro e di lotta

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

31
MAG
2013
Un film e un libro, presentati nei giorni scorsi a Lecce, hanno riacceso l’interesse per l’intellettuale salentina, fondatrice del Canzoniere Grecanico Talentino: nei canti popolari non solo folclore ma anche politica  
 
«Io sono una scrittrice, una raccontatrice. E mi incazzo quando vedo gente che intraprende questo tipo di avventura che è quella della scrittura e pare che non gliene freghi niente di tutto quello che si svolge intorno. Mi sembra assurdo. Io ho asservito alla narrativa tutto quello che mi è capitato, e continuerò a farlo fino a quando mi sarà possibile, non mi chiedere perché». Sceglieva queste parole per parlare di sé Rina Durante, giornalista scrittrice e autrice, figura centrale nel panorama culturale salentino della seconda metà del Novecento. Cate(rina) è venuta a mancare quasi dieci anni fa, ma la sua opera continua a essere feconda, rappresentando al tempo stesso frutto e seme di nuove riflessioni.
A Rina si deve inoltre la riscoperta della cultura popolare salentina:  negli anni Settanta fonda infatti il Canzoniere Grecanico Salentino, che pioneristicamente si occupa di musica e folklore in Puglia, con un interesse prettamente politico, come affermava lei stessa, soprattutto per i canti di lavoro e di lotta. L’opera di Rina è percorsa e animata dal rapporto intenso con la sua terra, luogo dello spirito, oltre che geografico. Il Salento è la sua gente, la natura ora aspra ora generosa, la cucina accogliente come una madre, la lingua pirotecnica. Così, nel 2007 un gruppo di studentesse e docenti di un liceo di Galatina, in provincia di Lecce, ha cercato di ricomporre il mosaico della vita di Rina in una biografia intitolata  Rina Durante. La scrittura delle radici, che ha vinto il primo premio del concorso indetto dal Comitato Antigone di Bari sul tema “il 900: il secolo delle donne visto dalla Puglia”. Una proiezione della figura di Rina, questa, che sa di futuro, che parla alle nuove generazioni. La Durante però, conservava in sé il bisogno di recuperare il suo passato di bimba a Saseno. L’isola albanese era ed è zona militare, interdetta, quindi, ai civili, per questo Rina non ha potuto farvi più ritorno, in seguito.
A dispetto degli impedimenti logistico-burocratici, la fotografa e regista salentina Caterina Gerardi, amica di Rina, dopo tre anni, ha realizzato il sogno della scrittrice, tornare a Saseno, e ha scelto come compagne di viaggio Rosella Simone e Ada Donno. Da questa esperienza è nato L’isola di Rina, un film e un libro edito da Milella, presentato nei giorni scorsi a Lecce. «L’isola le assomiglia e lei assomigliava all’isola, per via della difficoltà di scoprirla, per la bellezza delle cose essenziali, il mare, la luce, la vegetazione. Questa sensazione di libertà che la attraversa come un vento che entra in ogni cosa. Alla fine di tutto, per me l’isola è Rina. L’isola è il suo ritratto», con queste parole Caterina Gerardi racconta il progetto. La cura e la tenacia che lo hanno animato, consentendogli di vedere la luce, hanno permesso idealmente a Rina di riannodare i fili con il suo passato, grazie all’amica regista Caterina, che ha tenuto in vita questa tensione di sguardo verso Saseno. Al tempo stesso, questo lavoro ha gettato una luce nuova sulla figura della Durante, l’energia e la poeticità del suo sguardo. Il suo essere visionaria e anticipatrice: in una parola, attualissima.
 


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