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Cambio vita/Cono gusto samba

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

6
SET
2013
Cosa ci fa un tarantino a Sao Paulo? Prepara gelato a tutta forza per golosissimi brasiliani che sembrano apprezzare la ricetta tutta made in Taranto. Luigi Loforese ci racconta le gioie e di dolori  della sua decisione di partire alla volta della città carioca
 
Sono tanti  giovani pugliesi a scegliere di andare via dalla propria terra, non solo per tentare la fortuna, ma per la ricerca di una vita migliore, serena e soddisfacente. O andar via semplicemente per raggiungere il paese natio della propria moglie e dare un sereno futuro a  bimbo bellissimo, come è successo a Luigi Loforese, un giovane tarantino che di forza e coraggio ne ha vendere, come il gelato dalla ricetta tutta tarantina che sta facendo strage di golosi in Sao Paulo do Brazil.
Raccontami come è nata l’idea di aprire una gelateria in Brasile.
«Nel gennaio del 2011 vivevo con mia moglie Juliana a Taranto e avevamo già deciso di trasferirci in Brasile. Era una domenica pomeriggio, nonostante il freddo passando davanti a una gelateria notavamo la fila di gente in attesa di essere servita. Cosi ci chiedemmo: "Perché  non portiamo il gelato più buono del mondo a Sao Paulo?".
Cosi cominciammo a valutare questo progetto con maggiore attenzione e circa due mesi fa la nostra idea è diventata una "dolce" realtà».
Non saranno mancate sicuramente le difficoltà. La più grande qual è stata?
«Abbiamo affrontato una miriade di ostacoli. Il più grande di tutti è stato l'importazione di tutti gli ingredienti e dei macchinari. Il governo brasiliano, per tutelare i prodotti made in Brasil, "ostacola" l'importazione di qualsiasi materiale con una burocrazia che a volte sembra essere uguale se non peggiore di quella italiana».
Su  Facebook dichiari: "Che orgoglio essere riusciti a portare in Brasile un marchio tutto tarantino!". Perché noi tarantini siamo (pare) più bravi all'estero?
«Non si tratta di essere più o meno bravi. Penso che nella nostra città non ci sia lo spazio per nuove attività private. Aprire una attività commerciale a Taranto in questo momento è come andare a giocare a calcio con una caviglia slogata. La nostra regione è ricca di prodotti di altissima qualità ma molto spesso noi siamo i primi a non considerarli. Si tratta solo di trovarsi nel posto giusto al momento giusto».
Il tuo locale è tappezzato di foto della città di Taranto: orgoglioso o nostalgico ?
«Ambedue i sentimenti».
 
Ti trovi in Brasile per una serie di circostanze di cui ci hai parlato (vive l’amourrr!) , ma mettiamo fossi rimasto a Taranto, avresti avuto lo stesso coraggio imprenditoriale?
«Di coraggio imprenditoriale ne ho avuto molto di più a Taranto che non a Sao Paulo. Io e mia moglie (designer) abbiamo creammo un marchio di gioielli, partecipando anche a prestigiose fiere internazionali come il Pitti di Firenze. In quella occasione riuscimmo a chiudere vendite all'estero pur non avendo alle spalle una storia commerciale. Ma ahimè a Taranto non fui aiutato da nessun commerciante tarantino, e anche a causa del nostro urgente trasferimento fummo costretti a chiudere la nostra attività».
Cosa ti senti di dire ai giovani imprenditori che stanno scommettendo nella città di Taranto con nuove attività commerciali?
«Attività commerciali con anni di storia alle spalle chiudono e riuscire oggi nell'impresa.
significa essere degli eroi! Buona fortuna ai miei coetanei di Taranto!».
"Sao Paulo chiama Taranto" e cose gli dice?
«Vi aspetto a braccia aperte».
Per la serie: fatti una domanda e datti un risposta. Torneresti in Italia?
«Al momento no... sarebbe una delle peggiori scelte della mia vita, una follia.
Non nascondo che tra qualche anno mi piacerebbe tornare a vivere in Puglia... ma è ancora presto.»
 


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