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Cianfrusoteca/L´inutile che ritorna utile

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

15
NOV
2013
A Salice Salentino un mercato permanente “riporta in vita” gli oggetti dimenticati. Le “cianfrusaglie” vengono catalogate e gli utenti muniti di Cianfrusocard. E’ bandito il denaro
Hai mai pensato che la parola cianfrusaglia può avere anche un’accezione positiva?  Riesci a immaginare che i libri sepolti in qualche scaffale di casa tua, o i souvenir memoria dell’ultimo viaggio potrebbero essere invece, esattamente, ciò che cerca qualcun altro? Visitando la Cianfrusoteca (http://www.cianfrusoteca.org), un mercato permanente dell’usato basato sullo scambio di beni (bandito quindi l’utilizzo del denaro), ti accorgi che  tutto questo è realtà. 
Il progetto, vincitore del Bando Principi Attivi della Regione Puglia, è stato concepito e realizzato dall’associazione Cianfrusocoop Onlus in collaborazione con il Comune di Salice Salentino (Le). Nata nel luglio 2010, la Cianfrusoteca ha sede nei locali di un mercato coperto del pesce mai inaugurato: anch’essa insomma ha preso vita dal re-impiego di un bene “dimenticato”. 
“In realtà  - spiega Massimiliano Guerrieri (Cianfrusoteca) - l’idea progettuale nasce nel 2006, l’anno in cui il POGAS - Ministero della Gioventù - emana un bando nazionale conosciuto come Giovani idee per un’Italia migliore che qualche anno dopo diventerà il bando della Regione Puglia noto come Principi Attivi. Fu quel bando che ci stimolò a immaginare un qualcosa che potesse intervenire come deterrente all’avanzamento di una cultura largamente consumistica. L’idea era semplice: creare uno spazio di condivisione di tutte le cose inutilizzate. E così abbiamo immaginato un meccanismo di scambio non monetario, sintesi tra due esperienze già note come La banca del tempo e i SEL (sistemi di scambio locale), che mettesse in circolo i tantissimi beni accantonati in ogni famiglia e  ne favorisse la fruizione”.
Il progetto è “germogliato” all’interno di un gruppo di quattro amici di diversa formazione professionale attivi nell’ambito dell’associazionismo e uniti da una profonda attenzione per tematiche connesse all’ambiente e alla sostenibilità. “Le motivazioni che ci spingono – spiegano – sono oltre ad una sensibilità condivisa sul tema dello sviluppo sostenibile e ambientale, anche la possibilità di creare opportunità di lavoro in sintonia con il nostro essere. Abbiamo tutti un solido bagaglio d’esperienze relativo al mondo del volontariato, dell’impegno civile e sociale per offrire il nostro contributo per la costruzione di un mondo migliore”.
Come funziona la Cianfrusoteca? Ogni cittadino può depositare nello spazio espositivo un qualsiasi oggetto (vestiti, accessori, giochi, libri, borse, valigie …) e scambiarlo con un bene dello stesso valore, o con un buono creditizio cumulabile e spendibile successivamente. Tutte le “cianfrusaglie” sono catalogate e il loro valore stimato a seconda dello stato d’usura, delle possibilità di riuso e della pulizia. Ogni utente viene registrato gratuitamente e sulla sua scheda personale (Cianfrusocard) sono tracciate le transazioni attraverso il conto credito.
Le finalità perseguite sono molteplici: “allungare la vita dei beni e degli oggetti prima che finiscano nel ciclo dello smaltimento, rivalutare la pratica dello scambio materiale come nuovo approccio alla improrogabile questione ambientale, sensibilizzare e diffondere pratiche, idee, esperienze e buone prassi su tale tematica e sostenere le fasce sociali deboli”. 
 
Ma i ragazzi della Cianfrusoteca come spiegherebbero alle persone lontane o comunque estranee a tematiche come il riuso e la sostenibilità il senso di questo progetto? “La prima cosa che diremmo – spiega Guerrieri - è che siamo tutti fratelli, che viviamo tutti nella stessa casa (chiamata Terra), l’unica a nostra disposizione, e che nessuno può permettersi di fare i capricci per garantirsi uno stile di vita al di sopra delle proprie possibilità perché l’utilizzo improprio delle risorse a disposizione mette in crisi l’armonia della convivenza e pertanto occorre trovare insieme i modi per garantire una vita dignitosa per tutta la famiglia. Ecco allora il motivo per cui serve garantire tramite la condivisione e il riuso l’efficientamento delle risorse disponibili e inutilizzate. Il punto più importante è fare capire che l’egoismo del possesso può tradursi come la parabola del re Mida e che avere non significa essere”. E a proposito del concetto di “fare rete”, prosegue Guerrieri, “quando si parla di fare rete noi pensiamo a Lilliput e alla sua nota strategia definita lillipuziana di bloccare il gigante disumano del liberismo sfrenato servendosi di piccoli fili, cioè azioni mirate e concrete, da intessere insieme. Devo dire che a questo purtroppo ancora non siamo arrivati ma esiste un buon rapporto con tante realtà territoriali con le quali sovente partecipiamo alle iniziative sulle buone prassi ambientali che si organizzano in giro”.
Com’è cambiato invece negli anni l’approccio della gente a tematiche come lo spreco e il riutilizzo?
“A dire il vero riuso, spreco e condivisione non sono tematiche nuove per la nostra cultura – sottolinea Guerrieri - Abbiamo potuto constatare con l’esperienza come tante famiglie sono culturalmente predisposte a tenere in vita fino all’impensabile oggetti e cose che per altri contesti culturali e con stili di vita materialmente più ‘progrediti’ sarebbero da considerarsi praticamente rifiuti. Nel meridione, vuoi perchè riconducibile ad una cultura per lo più contadina si è sempre fatto leva sulla conservazione dei beni come un fatto antropologico. […] Per la condivisione si può fare un discorso analogo, basti pensare ai tanti momenti di solidarietà comunitaria in cui nella condivisione si trova il modo per superare le difficoltà della quotidianità. Detto questo possiamo dire di vantare un largo gruppo di fidelizzati. Sono coloro che hanno bene capito che il primo guadagno dalla pratica del riuso, dello scambio e della condivisione, viene dal risparmio economico e in un periodo di crisi non è poca cosa. Poi se mettiamo che per ogni oggetto riutilizzato vi è un vantaggio diretto per l’ambiente si fa poco a capire che il guadagno è per tutti. In questi anni di servizio al territorio abbiamo ridato nuova vita a tantissimi beni inutilizzati che nella peggiore delle ipotesi sarebbero finiti in discarica caricando sulla comunità i costi di conferimento e nella migliore avrebbero portato all’acquisto di altri beni caricando il peso dell’impatto ecologico dell’uomo sulla natura”. 
La Cianfrusoteca intende insomma offrire un luogo fisico e virtuale in cui riscoprire la pratica del dono, preziosa non soltanto come “argine” al tritacarne del consumismo ma anche in quanto riscoperta della cura e attenzione da infondere nell’ambiente e nelle relazioni. Perché, come insegna questo progetto, “ogni euro risparmiato è un euro guadagnato”  e parafrasando possiamo aggiungere che “ogni oggetto scambiato corrisponde a un po’ di vita guadagnata”. Anche la propria.
 
 


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